Dopo un’estate infuocata dalle temperature e dalle ordinanze nardelliane, ecco che esce allo scoperto un nuovo angolo di città da mettere a profitto: i giardini della Carraia.
Chi a Firenze ci abita o ci ha studiato li conosce bene per la loro posizione strategica appena fuori le mura, ma abbastanza nascosta da non far transitare orde di turisti durante il giorno. Uno spazio verde che ha ospitato da sempre famiglie e bambini per una giornata di gioco o per un compleanno, ragazzi e ragazze per una grigliata o per una partita a calcetto. E quante forche da scuola sono finite in quel prato lontano dagli occhi indiscreti di professori e genitori. Un insieme di emozioni e vitalità che ha dato a quel luogo un sapore magico e allo stesso tempo familiare, tanto da accogliere sempre chiunque voglia passare qualche ora di relax o di gioco.
Ma veniamo alla novità targata Publiacqua e approvata dal Comune: una “riqualificazione” in nome del profitto e del turismo. La vecchia cisterna, costruita per Firenze Capitale, verrà aperta al pubblico e il pratone all’ingresso diventerà un giardino “all’italiana” (sarà a pagamento?). Sarebbe un regalo per chi vuole lucrare sugli ultimi spazi liberi rimasti nel centro storico e l’ennesima speculazione su uno dei pochi spazi verdi del quartiere.
Publiacqua, piuttosto che abbassare il costo delle bollette, decide di fare il mecenate di turno e attraverso l’Art Bonus rimettere le mani su questa parte di città, aprendo un altro museo al posto di giardini pubblici. “Una grande operazione pubblico-privato” dice il nostro sindaco, che continua nella sua opera di svendita di patrimoni pubblici e nella sua trasformazione (in peggio) della città.
E il giardino con i giochi dei bambini dove finiranno? Ancora non si sa, forse verranno spostati nella parte superiore ma ancora non c’è nulla di definito. L’unico progetto è quello che porta soldi, i giochi dei bambini possono aspettare (tanto che fretta c’è?! Si parla di bambini, mica di turisti paganti).
Alcuni abitanti della zona si sono già fatti sentire e altri hanno scoperto da poco la cattiva notizia e hanno paura di perdere l’ennesimo giardino vicino a casa e di non poter più usufruire di uno spazio pubblico amato e rispettato.
Dopo la privatizzazione di tutte le sponde dell’Arno e la conseguente chiusura di spazi verdi fruibili a tutta la cittadinanza per far posto a baretti e locali, questa operazione va a distruggere uno dei pochi giardini liberi rimasti nel centro storico di Firenze. Un affronto in primis per abitanti e famiglie, ma che va a colpire tutti e tutte coloro che hanno usufruito liberamente di questi spazi e della loro bellezza.
Vanni Bardazzi
Vanni Bardazzi
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