Il 21 settembre l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha finalmente pubblicato le Nuove linee guida sulla qualità dell’aria globale (AQG ), ben più restrittive delle precedenti che risalivano al 2005.
C’è un imbarazzante abisso fra i limiti degli inquinanti attualmente vigenti in Europa, compresa l’Italia, e queste nuove raccomandazioni sui livelli obiettivo per sei inquinanti principali (PM2,5, PM10, ozono, biossido di azoto, biossido di zolfo, monossido di carbonio), basate su evidenze scientifiche. Tanto per fare due esempi, attualmente nella Unione Europea sono consentiti limiti di inquinamento per il PM2,5 di ben 5 volte superiori (per il PM2,5 in realtà non c’è soglia di sicurezza), di 4 volte per il biossido di azoto !
Lo scopo principale di queste nuove linee guida non è di fare il punto di una situazione complessa, già nota, ma di stimolare i decisori politici europei e mondiali a trovare delle efficaci e tempestive vie d’uscita da questa fitta nebbia di inquinamento dell’aria esterna ed interna.
L’inquinamento atmosferico nel 2019 è stata la quarta causa di morte a livello mondiale con 6,67 milioni di morti; al primo posto c’era l’ipertensione, al secondo il tabacco, al terzo la dieta squilibrata (“Global Burden of Disease”, The Lancet 2020); mentre a livello europeo è stato la prima causa di decessi prematuri dovuti a fattori ambientali. In Italia, sempre nel 2019, sono state 24.700 le morti premature causate dal PM2,5 (Report SNPA 17/20209). Sul tema si veda l’ebook edito da perUnaltracittà La salute disuguale.
Ci aspettiamo da parte della Commissione europea una pronta revisione dei limiti attuali, verso livelli di qualità dell’aria veramente protettivi della salute umana e non umana.
Ecco i nuovi limiti in paragone con le linee guida 2005:
–il PM2,5 passa da 10 a 5 µg/m³ come valore annuale (il limite normativo vigente in UE e Italia è di 25 µg/m3); quello sulle 24 ore da 25 a 15 µg/m³
–il PM10 passa da 20 a 15 µg/m³ come valore annuale, quello sulle 24 ore da 50 a 45 µg/m³
–per l’ozono (O3) viene introdotto un valore per il picco stagionale pari a 60 µg/m³
–il biossido di azoto (NO₂) passa da 40 a 10 µg/m³ come valore annuale e viene introdotto un valore sulle 24 ore pari a 25 µg/m³
– per il biossido di zolfo (SO₂), il valore sulle 24 ore passa da 40 a 20 µg/m³
– per il monossido di carbonio (CO) viene introdotto un valore sulle 24 ore pari a 4 µg/m³.
In queste linee guida non c’è una valutazione del rischio da esposizioni multiple (nella vita di tutti i giorni le persone sono spesso esposte a miscele di inquinanti contemporaneamente), ma si propongono buone pratiche dal punto di vista qualitativo per la gestione di alcuni tipi di particolato, come black carbon/carbonio elementare, particelle ultrafini e particelle derivanti da tempeste di sabbia e di polvere, per i quali non ci sono ancora prove quantitative sufficienti per fissare livelli guida.
Alcuni inquinanti, come black carbon e ozono troposferico, hanno anche un effetto sul riscaldamento globale e la loro riduzione porta a co-benefici per salute e clima. Tutti gli sforzi per migliorare la qualità dell’aria, afferma l’OMS, possono contribuire alla mitigazione del cambiamento climatico e viceversa.
In Toscana, alla luce di questi nuovi limiti, l’inquinamento dell’aria sia per il PM2,5, che per il biossido di azoto, che per l’ozono permane a preoccupanti livelli di criticità.
All’uscita di queste nuove linee guida Oms, 100 società scientifiche nazionali e internazionali hanno rilasciato una dichiarazione in cui chiedono ai governi di attuare drastiche politiche per la riduzione dell’inquinamento atmosferico. L’iniziativa guidata dall’International Society of Environmental Epidemiology (Isee) e dalla European Respiratory Society (Ers) è stata sottoscritta anche da 9 società scientifiche italiane di epidemiologia, pneumologia, immunologia, neurologia e pediatria.
Aria pulita e vaccini per tutti/e: diritti umani fondamentali, che sono questione di volontà politica e non solo di tecnologia.
Gian Luca Garetti
Gian Luca Garetti
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