Gli studenti di Psicologia e del Polo Scientifico stanno occupando da qualche giorno le loro facoltà, l’ennesimo anno accademico che si apre con le stesse restrizioni dovute all’emergenza Covid è stato la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. A differenza di ristoranti e centri commerciali, scuole, università e i luoghi della cultura continuano ad avere misure di contenimento e prevenzione del contagio molto strette come se il virus vi si diffondesse con maggiore facilità nonostante vaccini e mascherine. Gli studenti fanno richieste di buon senso per il funzionamento minimo delle università e sembrano avere a cuore quei luoghi molto di più delle amministrazioni locali e del governo. Ancora oggi gli studenti possono accedere all’università soltanto per seguire le lezioni e per sostenere gli esami, dopodiché non possono restare all’interno degli edifici universitari. Questo taglia fuori tutta la parte di socialità e di scambio tra studenti che è importante quanto la parte formativa, nessuno scambio di idee e opinioni, si fa lezione o si sostiene l’esame e poi fuori. Un sistema di Qr code e prenotazioni rende ancora più farraginoso l’ingresso agli spazi di un’università che è pubblica e dove gli studenti, ma non solo loro, dovrebbero poter entrare liberamente.
In via della Torretta la protesta è esplosa perché in una giornata di pioggia e con la mensa troppo distante gli studenti sono stati invitati dal personale a non mangiare all’interno dell’università per via delle regole anticontagio. Proteste che derivano da disagi pratici ma che affondano le loro radici in decenni di definanziamento dell’istruzione pubblica a favore di quella privata. Il Covid rischia di essere l’ultimo tassello di quest’opera di smantellamento.
Le occupazioni hanno ottenuto la riapertura di alcune aule studio in via della Torretta e quella di un’aula autogestita al Polo, ma né la rettrice né la DG dell’ateneo fiorentino hanno voluto dialogare con gli studenti e le studentesse.
Anche gli studenti medi, dopo mesi di Dad e privazione completa della parte sociale e politica, le assemblee sono tutt’ora vietate, stanno perdendo la pazienza. Il Calamandrei di Sesto Fiorentino è stato occupato per tutta la scorsa settimana e il Russel Newton di Scandicci è occupato dal 22 novembre. La protesta si sta allargando a macchia d’olio con gli studenti del Liceo Machiavelli Capponi che hanno occupato la succursale del liceo rivendicando “una critica globale, rivolta all’intero sistema scolastico italiano”. In queste ore, mentre scriviamo, anche il Liceo Michelangelo è in agitazione.
A riaccendere i riflettori sul Polo Scientifico era però stata la dichiarazione del Presidente della Regione Giani, poi tornato in parte sui suoi passi, di escludere il Polo dal percorso della futura tranvia per Sesto Fiorentino perché, secondo lui, i tempi di percorrenza si allungherebbero troppo. Ma a cosa serve il trasporto pubblico se non a far raggiungere i luoghi chiave della città? Il Polo scientifico è adesso difficilmente raggiungibile con i mezzi pubblici, perciò la sua raggiungibilità dovrebbe essere un obiettivo importante all’interno del trasporto pubblico. Ma non ci stupisce che non sia così, visto che la linea per Scandicci snobba l’ospedale per fermarsi di fronte ad un supermercato.
Oltretutto con il previsto spostamento della Facoltà di Agraria dalle Cascine al Polo, la popolazione universitaria andrebbe ad aumentare ulteriormente. Avevamo già parlato di Agraria che deve lasciare le Cascine, prossima zona di Firenze destinata a subire una gentrificazione vergognosa con l’operazione degli appartamenti di lusso al posto delle dimesse Officine Grandi Riparazioni. Potrebbe un’università pubblica rimanere in una zona di valore? Ovviamente no, così la si sposta e la si rende difficilmente raggiungibile. Questa è l’importanza che si dà alla formazione e al futuro dei giovani. Però se questi giovani sono stranieri e benestanti sono i benvenuti e trovano anche studentati in pieno centro storico pronti ad accoglierli.
In occasione della nascita dell’ennesimo, il quinto per l’esattezza, studentato di lusso nell’edificio delle poste di Via Pietrapiana, il Sindaco Nardella ha dichiarato che il suo obiettivo è fare della nostra città una capitale mondiale dell’alta formazione. Che hotel travestiti da studentati servano ad accogliere studenti che frequentano l’università di Firenze è ipotesi da non prendere minimamente in considerazione, gli studenti dell’università pubblica dovranno continuare ad arrabattarsi tra affitti costosi e università fuori dalle zone di pregio. Sappiamo bene invece che l’alta formazione di cui parla Nardella è quella privata dedicata agli studenti stranieri che passano qualche mese nella nostra città facendo da padroni insieme ai turisti di un centro storico ormai spopolato.
Fanno bene gli studenti universitari e medi a farsi sentire, la città sta per ricevere i soldi del PNNR che verranno spesi in grandi opere inutili invece che per scuola, università, biblioteche e sanità. Ma stavolta governanti e amministratori non potranno dire che mancano i soldi, dovranno ammettere che i soldi ci sono ma servono per arricchire l’1% invece di aiutare a vivere meglio il restante 99%.
Francesca Conti
Francesca Conti
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