La crescita esponenziale degli sfratti e gli sgomberi di occupazioni storiche come Corsica 81 sono il segnale che Firenze è entrata in una fase ulteriore, e forse finale, della trasformazione neoliberista della città.
I sindacati degli inquilini insieme ai confederali denunciano in città 20 sfratti con la forza pubblica alla settimana destinati, secondo il Sunia, a salire a 130 al mese: un massacro sociale. In contemporanea lo sgombero della storica occupazione di Viale Corsica, spazio che oltre ad ospitare eventi musicale, culturali e politici dava ricovero momentaneo a chi si trovava senza casa, apre la strada all’espulsione dalla città delle esperienze che si oppongono al pensiero unico e alla trasformazione di chiunque viva a Firenze esclusivamente in un consumatore. Ex-Emerson e Polveriera sono già minacciate di sfratto. Una criminalizzazione continua, vedi l’Occupazione di Via del Leone, verso chiunque si opponga alla gentrificazione e turistificazione della città.
A questo si aggiunge l’approvazione da parte della Giunta di alcune modifiche al regolamento della Polizia Municipale tra cui un mini Daspo di 48 ore da una zona o da un intero quartiere per chi importunerà i passanti: mendicanti, parcheggiatori abusivi, ambulanti irregolari, ubriachi molesti e chi commette atti osceni in luogo pubblico. È evidente che il provvedimento, spacciato come risposta alle sacrosante proteste dei residenti del centro storico, esasperati da notti insonni a causa dei locali spuntati come funghi dopo le liberalizzazioni delle licenze e abbandonati da anni dalle amministrazioni, rappresenta tutt’altro.
Al solito l’unico scopo che si vuol raggiungere è l’allontanamento dei poveri, dal mendicante al senzatetto, dal centro storico e da altre zone della città. Tutto questo non è pensato per migliorare la vita di chi vive la città ma per renderla più appetibile ai turisti e soprattutto agli investitori, meglio se stranieri.
Il fatto che i beneficiari della bonificazione della città siano gli investitori stranieri è lampante nel momento in cui si decide di trasformare il Palazzo delle Poste di Via Pietrapiana in uno studentato Camplus per studenti stranieri benestanti. Studenti che una volta insediati nel nuovo diventeranno frequentatori dei locali del centro dove si consuma alcol a poco prezzo. Poco cambia a quei pochi residenti rimasti se le urla saranno in italiano o in altre lingue.
Anche lo sgombero delle occupazioni dove tanti ragazzi e ragazze si riunivano per feste ed eventi non fa che togliere agibilità a tante persone che vivevano spazi non destinati al consumo. I giornali si stupiscono che i vicini di casa di Corsica 81 abbiano scritto agli occupanti per ribadire la loro solidarietà con un’esperienza che si era integrata bene nel quartiere, temendo adesso la presenza di un edificio vuoto alla mercè di chiunque. Si ripulisce la città dai non graditi accattoni e clochard, si sgomberano luoghi dove si esercita il pensiero critico, si buttano fuori di casa centinaia di famiglie messe in ginocchio dalla crisi economica, dai prezzi delle bollette e degli affitti alle stelle.
Il tanto citato La Pira, una volta eletto nel ’51, leggendo i numeri degli sfratti che quell’anno erano arrivati a 600, decise di requisire immobili privati sfitti per metterci le persone rimaste senza casa. Di fronte alle critiche rispose che ‘un sindaco che per paura dei ricchi e dei potenti abbandona i poveri – sfrattati, disoccupati, licenziati e così via – è come un pastore che per paura del lupo abbandona il suo gregge’.
Chissà cosa direbbe oggi che la classe politica dominante sta completando la trasformazione in “cane da guardia” dei ricchi e dei potenti.
Francesca Conti
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