Mondeggi Bene Comune e la sfida alla Città Metropolitana: intervista a Roberto Checcucci di Ornella De Zordo

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Nel luglio 2021 il sindaco Nardella teneva una conferenza stampa per dichiarare la volontà dell’amministrazione di non vendere la tenuta di Mondeggi. Annunciava di volerla recuperare grazie ai fondi europei del PNRR, e iniziare un confronto con la comunità di Mondeggi Bene Comune, per valutare la possibilità di arrivare a un progetto condiviso. Un progetto di notevole entità, visto che l’importo è stimato in 48 milioni di euro, a cui ne vanno aggiunti 4 per la progettazione definitiva ed esecutiva. Su questo processo abbiamo intervistato Roberto Checcucci attivo nella Comunità di Mondeggi dall’inizio – cioè 8 anni – e che si occupa in particolare della gestione del bene comune.

Vi aspettavate questo annuncio da parte di Nardella? E cosa è successo dopo?

La decisione della Città metropolitana ci ha colti veramente di sorpresa, vista l’insistenza con cui in passato aveva ribadito l’intenzione di vendere la tenuta. Questo cambiamento, dopo 8 anni di silenzio alternato a minacce di sgombero, ha prodotto un ricco e articolato confronto interno nel quale, malgrado l’esperienza negativa avuta, ha prevalso l’orientamento di andare a verificare la reale intenzione della Città metropolitana. Abbiamo quindi più volte chiesto formalmente l’inizio del preannunciato dialogo. Ma la Città Metropolitana non ha dato cenno di risposta, nonostante il pochissimo tempo dato dal Ministero per predisporre un progetto.
Come comunità, abbiamo comunque intrapreso un percorso progettuale interno, finalizzato sia alla sistematizzazione di tutte le attività che stiamo portando avanti, sia alla definizione di un progetto da estendersi su tutta la tenuta di Mondeggi. Ci tengo a dire che nel frattempo abbiamo continuato a lavorare e curare la terra, così come facciamo da otto anni a questa parte.

Avete lavorato molto e bene a progettare un futuro per Mondeggi, e  l’11 dicembre avete organizzato un incontro pubblico nel quale avete presentato “Mondeggi oltre Mondeggi – un progetto condiviso per il futuro”, a Ponte a Ema.

E’ stato un grosso lavoro collettivo di tuta la comunità, che si ancor più unità attorno ad un’idea davvero comune sulla Mondeggi del futuro. Da questo lavoro è anche scaturita la mappatura “Passaggio a sud-est” a cura del Forum Beni Comuni Firenze e il progetto “Mondeggi bene comune”; lo abbiamo presentato pubblicamente al Circolo l’Unione e in quell’occasione ci sono stati vari interventi e un laboratorio di coprogettazione dove sono stati coinvolti associazioni e cittadini tutti.

In che modo hanno partecipato le istituzioni?
Benché invitate, erano assenti, e questa assenza la dice lunga sulla loro disponibilità nei nostri confronti, ma noi vogliamo arrivare in fondo, cioè non vogliamo sottrarci ma verificare se e come verrà recepito il nostro progetto, nel quale abbiamo investito – e stiamo investendo – tempo e energie.

Quali sono i punti di forza del progetto?
Quelli sui quali abbiamo lavorato concretamente in questi anni: agricoltura agroecologica, sostenibilità energetica, inclusione sociale, cura della persona, libera trasmissione dei saperi, nella forma di “bene comune”, ovvero una forma innovativa di autogoverno partecipato e orizzontale della proprietà pubblica. Ora, se da un lato la privatizzazione del bene sembra definitivamente scongiurata (e questo lo riteniamo comunque una nostra conquista dovuta alla capacità di tenuta e di resistenza della nostra esperienza), dall’altro non esistono ancora garanzie formali circa il futuro che riguarda la nostra comunità.
Ad oggi la nostra priorità politica è la salvaguardia e la valorizzazione della proposta che a Mondeggi ha visto coesistere ambito agricolo e sociale. la Dichiarazione di Uso Civico rappresenta ancora il nostro punto di riferimento, nonché una strada praticabile, adesso come in passato.

Finalmente qualcosa si è mosso all’inizio di quest’anno. Cosa?
Solo all’inizio di quest’anno qualcosa si è definitivamente messo in moto: la Città Metropolitana ha infatti incaricato due squadre di tecnici, appartenenti alle Facoltà di Architettura ed Economia dell’Università di Firenze, di redigere un progetto di fattibilità tecnico-economica da inoltrare entro il prossimo 21 marzo al ministero competente. In caso di esito positivo, avrebbe luogo la progettazione nel dettaglio. I tecnici ci hanno incontrato e hanno ascoltato le nostre idee e le proposte che abbiamo elaborato. Staremo a vedere se questo ascolto produrrà dei frutti. Veniamo a tempi più recenti: il 25 marzo scorso la Città Metropolitana ha formalizzato la decisione di inserire il recupero di Mondeggi tra gli interventi da finanziare con i fondi europei del Pnrr. In quella data con un atto dirigenziale sono stati formalmente approvati i progetti di fattibilità tecnica economica e gli studi di fattibilità redatti per la candidatura della proposta progettuale “Rigenerazione territoriale della Tenuta di Mondeggi“. Un passo concreto.

Il progetto che avete elaborato rispecchia l’impostazione del lavoro che avete svolto finora e mi sembra di capire che mantenga i due punti qualificanti della gestione di Mondeggi come bene comune e della gestione agroecologica dei terreni. Che valore hanno per voi?  
Sono punti imprescindibili. E’ fondamentale allargare le modalità gestionali specifiche di questa esperienza a tutte le realtà che parteciperanno al progetto. Con una reale coprogettazione. Si tratterà di capire cosa risponderà la Città metropolitana al progetto di Mondeggi Bene Comune, nato dalla partecipazione collettiva di chi ha vissuto e animato l’esperienza. Noi le idee le abbiamo chiare. Ora vediamo cosa rispondono. Basta che quanto scritto nell’atto della Città metropolitana, e cioè che: “La strategia di progetto intende preservare il bene nel suo complesso, valorizzando un approccio unitario e integrato sia nelle soluzioni programmatiche, sia in quelle spaziali, attraverso un sistema di interventi strutturali organizzati attorno a quattro asset progettuali: i beni territoriali, le reti, i beni architettonici, le attrezzature” non siano solo parole.

Noi siamo abituati a far coincidere le parole ai fatti. Ora sta a loro dimostrare che sono all’altezza della sfida non solo organizzativa, ma anche culturale, sociale e economica che abbiamo posto.

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Ornella De Zordo

Ornella De Zordo, già docente di letteratura inglese all'Università di Firenze, e attiva per anni nei movimenti, è stata eletta due volte in Consiglio comunale - dal 2004 al 2014 - per la lista di cittadinanza 'perUnaltracittà', portando dentro il palazzo le istanze delle realtà insorgenti e delle vertenze antiliberiste attive sul territorio. Finito il secondo mandato di consigliera di opposizione ai sindaci Domenici e Renzi, prosegue con l'attività di perUnaltracittà trasformato in Laboratorio politico, della cui rivista on line La Città invisibile è direttrice editoriale.

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