Corte Suprema e aborto, la difesa del privilegio e la distruzione dei diritti

La decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti di ribaltare la sentenza Roe vs Wade, che dal 1973 garantiva il diritto all’aborto per le donne americane potrebbe essere solo il primo passo verso lo smantellamento di una serie di garanzie ottenute con le lotte della seconda metà del secolo scorso. Qualsiasi diritto che vada a toccare la sfera morale potrebbe essere modificato in senso conservatore e retrogrado, dalle questioni relative alla contraccezione fino al matrimonio omosessuale e agli altri diritti per i quali la comunità L.G.B.T.Q ha lottato per decenni.

Corte Suprema degli Stati Uniti
The Roberts Court, April 23, 2021 .Seated from left to right: Justices Samuel A. Alito, Jr. and Clarence Thomas, Chief Justice John G. Roberts, Jr., and Justices Stephen G. Breyer and Sonia Sotomayor .Standing from left to right: Justices Brett M. Kavanaugh, Elena Kagan, Neil M. Gorsuch, and Amy Coney Barrett. .Photograph by Fred Schilling, Collection of the Supreme Court of the United States

Del resto i numeri della Corte Suprema sono e saranno per diversi anni, visto che quelle dei giudici sono cariche a vita, a favore dei falchi conservatori. Sei contro tre, ma non ci sono solo i tre giudici di nomina trumpiana tra cui la ultracattolica e antiabortista Amy Coney Barrett. Ci sono anche Clarence Thomas, nominato da Bush padre, che all’indomani della sentenza ha dichiarato “Abbiamo il dovere di correggere l’errore” lasciando intendere che dopo l’aborto passeranno ad occuparsi del diritto alla contraccezione e dei diritti LGBT. Vi è poi il giudice Samuel Alito, scelto da George W. Bush, è sua la stesura dell’opinione che ha ribaltato la sentenza Roe vs Wade vietando in alcuni stati il diritto all’aborto; secondo Alito “La Costituzione non conferisce il diritto all’aborto“. Peccato che la Costituzione degli Stati Uniti sia stata promulgata nel 1789, quando certi diritti erano ben lontani dall’essere riconosciuti. La storica Jill Lepore, docente di Harvard, ha ricordato giustamente come nella Costituzione non ci sia niente che lasci intuire che “i suoi autori immaginassero le donne come parte della comunità politica abbracciata dall’espressione ‘Noi il Popolo’. In base a questa logica quanti sono i diritti che potrebbero essere spazzati via?

Con questa sentenza il diritto all’aborto sarà illegale o molto limitato in venti stati, dove risiedono circa ventisei milioni di donne in età riproduttiva, non solo ci sono undici stati che non prevedono eccezioni al divieto di aborto neppure in casi come stupro o incesto. Sono già tante le storie di teenager che non sono riuscite ad abortire e sono diventate madri contro la loro volontà.

Eppure questa sentenza arriva proprio in un momento in cui il sostegno all’aborto negli USA è molto alto: più di due terzi degli americani sono favorevoli e il 57% afferma il diritto della donna ad abortire per qualsiasi motivo.

La Corte Suprema appare come il fortino di un capitalismo morente che vuol mantenere i privilegi di una maggioranza bianca, eterosessuale e ricca prendendosela anche con i diritti civili che, è bene ricordarlo, sono legati a doppio filo a quelli sociali. Chi se lo potrà permettere, infatti, andrà a interrompere la gravidanza in uno stato dove l’aborto è legale, acquisterà i farmaci online o andrà in Messico per acquistarli. Tutte le donne che non hanno mezzi economici o reti sociali a sostenerle, finiranno vittime di un sistema che le obbligherà a gravidanze non desiderate o anche pericolose per la loro salute mentale e fisica.

La repubblicana Mary Miller, che siede alla Camera, ha dichiarato durante una manifestazione alla presenza di Trump che la sentenza è ‘una vittoria storica per la vita bianca’, il presunto lapsus chiarisce le intenzioni e le idee di quella che è una minoranza privilegiata, spaventata, agguerrita e pericolosa. È bene ribadire che non sono solo i diritti delle donne ad essere colpiti, ma c’è anche una criminalizzazione delle donne povere. Alcune donne sono finite in tribunale dopo aborti spontanei, donne tossicodipendenti sono state accusate di omicidio colposo per aver abortito, nel Winsconsin i tribunali minorili possono prendere in custodia le donne incinta per proteggere il feto e non permettere loro di abortire.

Ma a tutto questo si è arrivati anche a causa di un partito Democratico che non si è mai deciso a trasformare in legge la sentenza Roe e del femminismo liberal che non si è preoccupato quando a perdere i diritti erano le donne povere. Jia Tolentino, columnist del New Yorker, testata non certo di estrema sinistra sintetizza efficacemente il quadro del disastro: “Il movimento pro-choice mainstream ha ampiamente ignorato la crescente criminalizzazione della gravidanza, così come ha generalmente ignorato l’inadeguatezza della Roe. (Joe Biden, che aveva fatto una campagna elettorale per rendere la Roe la “legge del paese”, ha impiegato più di un anno per pronunciare la parola “aborto” dopo essere diventato Presidente; i Democratici, avendo la possibilità di superare l’ostruzionismo e codificare la Roe a maggio, hanno prevedibilmente fallito nel farlo). Molti di coloro che sostengono il diritto all’aborto hanno tacitamente accettato che le donne povere e appartenenti a minoranze negli Stati conservatori perdesserp l’accesso all’aborto molto prima di questa decisione della Corte Suprema, e hanno tranquillamente sperato che le migliaia di donne che hanno rischiato l’arresto dopo una gravidanza, un aborto spontaneo, un parto prematuro o persino un parto sano fossero sfortunati casi isolati.”

Le proteste a seguito della sentenza sono esplose in tutto il paese, intanto in vista delle elezioni di midterm Biden sta utilizzando il tema del diritto all’aborto per fare fundraising. Dopo cinquant’anni di Roe e sei presidenze democratiche le attiviste e gli attivisti non si fidano più e hanno ragione da vendere.