In relazione al diffuso e pericoloso inquinamento da fumi navali di tutta l’area di Livorno, il Coordinamento Livorno Porto Pulito, lunedì 18 luglio, ha inviato una dettagliata comunicazione, corredata con numerose ed eloquenti fotografie, alle varie autorità competenti che volentieri indichiamo:
- Comando della Direzione Marittima di Livorno, c.a. Contrammiraglio Gaetano Angora
- Sindaco di Livorno, dott. Luca Salvetti
- Assessora all’Ambiente del Comune di Livorno, dott.ssa Giovanna Cepparello
- Assessora al Porto del Comune di Livorno, dott.ssa Barbara Bonciani
- Responsabile ARPAT Dipartimento di Livorno, dott.ssa Lucia Rocchi
- ASL Nordovest – Dipartimento Prevenzione, c.a. Roberta Consigli
- Presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno settentrionale, dott. Luciano Guerrieri
Si tratta delle stesse autorità presenti alla riunione del 14 luglio (Assessore all’Ambiente e al Porto, Capitaneria, Port Authority) con in più il Sindaco, il dipartimento di Prevenzione dell’ASL Nordovest e Arpat, purtroppo invitata ma non presente all’incontro di cui sopra.
Riteniamo infatti che la riunione non abbia dato gli esiti sperati a proposito della pessima qualità dell’aria che i livornesi stanno respirando in queste settimane, ulteriormente peggiorata a causa della forte ripresa del traffico turistico.
Chi abita nei quartieri più vicini al porto – ma anche in zone più distanti – chi lavora nell’area portuale e nelle sue adiacenze, sa di avere la propria salute esposta ai rischi derivanti dalle polveri e dai fumi, estremamente pericolosi e maleodoranti, espulsi dalle ciminiere dei traghetti e delle enormi navi da crociera e commerciali, non solo durante il movimento in porto ma anche e soprattutto durante l’ormeggio, anche per molte ore di seguito.
Fumi e polveri cancerogene che invadono case e luoghi di lavoro: sappiamo bene cosa vuol dire trovare la polvere nera dappertutto e conosciamo bene le apprensioni e la rabbia sapendo che tutto ciò che non si deposita sui pavimenti e sui mobili finisce nei polmoni di noi tutti, dei nostri bambini e delle persone più fragili.
Uno studio della Regione Lazio ha accertato che a Civitavecchia chi abita entro 500 metri da porto ha il 31% di probabilità in più di morire di tumore ai polmoni e il 51% per malattie neurologiche.
E come dimostrano gli studi internazionali, Livorno segue di pochissimo Civitavecchia nella triste classifica dei porti più inquinati per i fumi navali.
Nell’incontro del 18 luglio le autorità hanno cercato di fornire rassicurazioni sulla base di campionamenti Arpat che però sono risultati lontani nel tempo, lontani dal porto e lontani dal periodo di maggior traffico turistico.
Non possiamo basarci su queste rilevazioni.
Esigiamo immediati controlli giornalieri, vicini al porto e completi su tutta la gamma di agenti inquinanti (principalmente ossido di zolfo, ossido di azoto, particolati, composti organici volatili, oltre, ovviamente, alla CO2).
Né possiamo aspettare l’elettrificazione delle banchine, prevista per il 2025.
Oltretutto non è affatto detto che quando le navi avranno la possibilità di utilizzare l’energia elettrica durante lo scalo decidano poi di farlo. Attualmente, infatti, anche a seguito del fortissimo rincaro del costo di produzione, l’energia elettrica ha un prezzo al Kw/h molto superiore a quello del gasolio utilizzato per mantenere in funzione le apparecchiature e i servizi di bordo per tutta la durata dell’ormeggio.
E dobbiamo sapere che una nave da crociera consuma durante la sosta notturna l’energia di dodici hotel.
Servono quindi con urgenza quattro cose concrete:
- Rilevazioni accurate come sopra riportato, con immediata attivazione di Arpat;
- Informazioni puntuali e in tempo reale delle verifiche effettuate dalla Capitaneria non solo sul contenuto di zolfo dei carburanti usati, ma anche sulle condizioni di manutenzione delle canne fumarie;
- Assicurazioni dalla Port Authority che per indurre le Compagnie ad utilizzare le banchine elettrificate (il c.d. cold ironing) si copriranno i maggiori costi economici fra i due tipi di energia, così come deciso dall’Autorità Portuale di Genova;
- Partecipazione diretta dei comitati di cittadini alle prossime riunioni istituzionali inerenti la lotta all’inquinamento portuale.
In mancanza di tutto questo, dovremo ahimè pensare che le iniziative che a suo tempo sono state così ben presentate all’opinione pubblica (come il c.d. “Blue Agreement” del gennaio 2020) si siano risolte solo in inutili operazioni di greenwashing.
Coordinamento Livorno Porto Pulito
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Per gli interessi economici di pochi si svende la salute dei cittadini. È chiaro che non c’è a Livorno la volontà politica di intervenire, per questo come per gli altri problemi, movida, spaccio, baby gang. La politica si è venduta, e la gente muore. Speriamo nella magistratura, ricordiamocene al momento del voto.
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