Senza respiro

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Due anni fa nel, il 23 novembre 2020, abbiamo recensito, Senza respiro,   libro inchiesta sulla pandemia edito da ‘Altra economia’, scritto dall’amico e collega Vittorio Agnoletto, qui l’intervista.

Da qualche giorno in libreria c’è un altro Senza respiro edito da Adelphi, scritto da David Quammen, il giornalista scientifico più bravo e accreditato in tema di virus ma non solo. L’espressione “senza respiro” è una metafora del nostro tempo, scriveva Lula, allora ex-Presidente del Brasile, nella prefazione al libro di Vittorio. Siamo tutti senza respiro, in corsa per mettere almeno delle toppe (ahimè), alle disuguaglianze, al cambiamento climatico, all’ inquinamento, alle pandemie, alle guerre… Anche la scienza è senza respiro, corre per sconfiggere un virus letale, è il sottotitolo del libro di Quammen, che è centrato sugli aspetti scientifici del Sars-CoV-2. L’autore è la voce narrante, il corifeo, di una specie di coro greco di 95 scienziati in realtà 96 perché nell’elenco manca Ali Khan, da lui intervistati via zoom a partire dal 7 gennaio 2021. Il libro, nasce in gran parte da queste interviste, è composto da 411 pagine di testo e in più, oltre alle note, alla bibliografia, all’indice analitico, ci sono 41 pagine di crediti, con le schede biografiche dei ‘coristi’ e la data in cui è sta fatta l’intervista. Ma non è un vero coro greco, perché ‘non hanno parlato all’unisono e ognuno ha detto qualcosa di diverso dagli altri’. Quammen ti prende per mano e ti mette le lenti dello scienziato, del virologo, del biologo molecolare, dell’epidemiologo molecolare. Ti porta nelle caverne a cercare pezzi di genomi virali nella cacca di pipistrello, facendo attenzione alle zecche e a non disturbare i cobra, ti fa partecipare alle interazioni fra scienziati, fornendoti via via degli attrezzi per capire di cosa parlano, cosa vogliono dire in tutti quei preprint (bozza di articolo non ancora sottoposta a peer rewiev, cioè a convalida scientifica), in quegli studi pubblicati, in quei dati, in quelle affermazioni, nelle rettifiche, nelle fake news, ‘in quel sacco di stronzate pseudoscientifiche’ che ‘sono saltate fuori come popocorn in una padella calda’, per usare una delle tante metafore di cui è maestro Quammen.

Un bel giorno [ dicembre 2019] una bomba al neutrone colpisce un mercato sporco ed affollato: ogni forma di vita scompare, ma le strutture rimangono intatte [è  il mercato di Huanan che da allora ha chiuso i battenti]. In questo caso la bomba al neutrone era un virus’.

Nel dicembre 2020 circolavano 2 lignaggi distinti di Sars-CoV-2 denominati A e B. Il lignaggio B appariva nei casi legati al mercato di Huanan, si è diffuso rapidamente ed è divento dominante in tutto il mondo, ecco perché quasi tutte le varianti portano la lettera B: variante Alfa (B.1.1.7) ( Regno Unito); quella Beta (B.1.351) (Sudafrica);  variante Gamma (P.1 ) (Brasile);  variante Delta (B. 1.617.2) (India )’ i quattro cavalieri dell’apocalisse covidica nella sua seconda fase’,  ( in parentesi le prime emergenze geografiche), poi la variante Omicron (B.1.1.529) (Sudafrica). Il lignaggio A, sembrava non collegato col mercato di Huanan, ma a un altro mercato o negozio di animali selvatici vivi (se ne contavano almeno 17) di Wuhan.

Quattro tipi di magia

E’ il titolo del sesto capitolo. La prima magia è: aspettare che se ne vada da solo. E’ la strategia dei sovranisti da Salvini a Bolsonaro, ai no vax. Donald Trump, che ne è il capo, il 27 febbraio 2020, disse “Scomparirà. Un giorno-come per miracolo –scomparirà”. Non è andata certo così!  Questi personaggi hanno provocato centinaia di migliaia di morti in tutto il mondo. Per restare solo agli USA, è uscito mentre sto scrivendo questo articolo, un lavoro scientifico, pubblicato sulla autorevole rivista Jama   in cui i ricercatori segnalano, che guardando esclusivamente alla mortalità per Covid le morti evitate sarebbero state 122.304, se tutti gli Stati avessero raggiunto i livelli di copertura vaccinale dei primi 10 Stati in vetta alle coperture. Torniamo alla seconda magia: l’immunità di gregge, una entità mistica, la definisce Quammen, che aggiunge:  ‘L’eradicazione del Sars-CoV-2 sarà quasi certamente impossibile, anche e soprattutto perché viene trasmesso da portatori asintomatici e perfino un’ immunità di gregge su scala globale sarà difficile, provvisoria e discontinua, nel migliore dei casi, non definitiva’. Terzo tipo di magia: le terapie farmacologiche e due uomini piccini e pericolosi per l’umanità. L’idrossiclorochina, la panacea degli illusi, è ‘come una pulce nel cervello di Trump’. Racconta Quammen: ‘Subito dopo aver avuto l’ispirazione dai suoi spiriti guida Trump’ sposò la causa dell’idrossiclorochina: ‘sono un grande fan’. Così fece in Francia, Didier Rault iconico scienziato ‘contro’ (che non compare nell’elenco dei 95), ‘polemico con un piglio incredibilmente accigliato e i capelli radi e lunghi fino alle spalle come un anziano druido’, profeticamente disse che il Covid 19 è ‘probabilmente l’infezione respiratoria più facile da trattare di tutte’. Quarto tipo di magia, quella veramente sbalorditiva: i vaccini. La saga dello sviluppo dei vaccini contro il Sars-CoV-2 , assomiglia al Mahābhārata (poema epico induista) dice Quammen, mille fili che si intrecciano, molti dei quali erano già in fase di preparazione avanzata prima della pandemia. La tavola già apparecchiata, spiega la rapidità con cui sono stati messi a punto i vaccini, una volta scoperto il genoma di Sars-CoV-2, lungo quasi trentamila basi. Per le iniquità vaccinali delle multinazionali dei vaccini verso i paesi più poveri, si rimanda al libro di Agnoletto. Quammen , scrive al proposito: ’è una mostruosità a cui, perdonatemi, mi limiterò semplicemente ad accennare e poi tirare diritto’.

I leopardi di Mumbai

Immaginate la scena: state camminando tranquillamente  nel Sanjay Gandhi National Park e improvvisamente vi si para davanti, un leopardo, tra i fiumi di adrenalina, spunta un dubbio: naturale o clonato?  Il Sanjay Gandhi National Park, è un’enclave forestale protetta nel mezzo di Mumbai-la settima metropoli più grande del mondo che conta dodici milioni di persone-luogo di picnic, di spensierate camminate, attraversato da un simpatico trenino, in cui vivono per lo più liberi 47 leopardi, che sono potenziali e inquietanti pericoli. I leopardi generalmente non sono cattivi, non attaccano l’uomo, ma se per qualche motivo diventano irrequieti, in caso di sovrappopolamento per esempio, si trasformano in predatori affamati, e specie per gli abitanti dei quartieri adiacenti al parco costituiscono un pericolo. Nel 2004 uccisero 14 persone, nel 2021, 5 persone sono state attaccate.. I leopardi di Mumbai, che è il titolo del settimo capitolo del libro, nell’analogia di Quammen rappresentano i tanti virus naturali, che ‘sono creature irrequiete, che vanno ovunque l’opportunità lo consenta-e i corona virus, con la loro affinità per i mammiferi terrestri, lo sono forse in modo particolare’, cui però vanno aggiunti i virus di laboratorio/leopardi clonati.

L’origine di Sars-CoV-2

E’ ancora controversa. Le ipotesi restano due. E’ stata un evento zoonotico, uno spillover animale-uomo (pipistrello-pangolino-uomo o pipistrello-uomo) al mercato di Huanan, o il virus è fuggito accidentalmente da un laboratorio? Sembra del tutto esclusa, l’ipotesi tanto cara ai complottisti, che sia stato progettato apposta per infettare gli esseri umani, per bioterrorismo.

Il 6 febbraio 2020 apparve un preprint che fu ritirato tre settimane dopo, senza essere mai più pubblicato e che ha lasciato aperti tanti dubbi: ‘The possible Origins of 2019-nCoV Coronavirus’ scritto da  B.Xiao e L.Xiao, due scienziati cinesi marito e moglie, in cui si legge: ’ il coronavirus letale probabilmente ha avuto origine in un laboratorio di Wuhan’. Scrive Quammen: ‘L’episodio di Xiao e Xiao è un altro piccolo test di Rorschach, che sonda gli atteggiamenti individuali nei confronti del Sars-CoV-2 e della sua origine. Alcuni guarderanno questa macchia d’inchiostro e vedranno un pipistrello. Altri la guarderanno e vedranno un laboratorio’.

La coincidenza. ‘Il sospetto che il virus potesse essersi originato in laboratorio […]”deriva da una coincidenza, e cioè che sia stato scoperto per la prima volta in una città che ospita un importante laboratorio virologico che studia i coronavirus’. E’ L’Istituto di virologia di Wuhan, in cui lavora la capo ricercatrice Zhengli Shi, specialista di coranavirus dei pipistrelli, una dei 95 intervistati, che compì molte ricerche nelle grotte del Guangdong e del Guangxi, per studiare dapprima i pipistrelli della frutta, poi i pipistrelli ferro di cavallo e che ha aperto la strada, dopo 14 anni di ricerche, all’identificazione dell’origine del Sars-CoV. Nonostante Shi in uno studio del 2007 sottolineasse la necessità di tenersi preparati per la futura comparsa di malattie simili alla Sars, il suo Istituto di Wuhan è al centro di sospetti, anche per certi esperimenti sul controverso guadagno di funzione. ‘Gof, da Gain of Function è qualsiasi tipo di esperimento di laboratorio che accresce una certa capacità biologica di un organismo’. Il cosiddetto guadagno di funzione, che in USA ebbe una parziale moratoria dal 2014 al 2017, ha due facce  e dipende da chi lo usa. Si crea in laboratorio proprio ciò che più si teme  per anticipare ciò che potrebbe accadere, per essere preparati. Il rischio è creare un potenziale patogeno pandemico (Ppp). Vanno messi in conto i possibili errori umani, che si sono già verificati, e l’ipotesi di bioterrorismo.

La possibilità che sia stato un incidente di laboratorio, non può essere del tutto scartata, ma è “altamente improbabile rispetto ai numerosi e ripetuti contatti uomo-animale che si verificano abitualmente nel commercio di animali selvatici” scrive Edward c. Holmes con altri autori, nel 2021. Secondo il Principio di parsimonia, l’ipotesi dell’origine naturale è quella più ‘economica’, rispetto alle alternative, vale a dire più semplice meno appesantita da presupposti improbabili e supposizioni inconsistenti.

‘La nostra conoscenza di questo virus è ancora provvisoria […] La certezza sulle sue origini ‘ non è arrivata-e forse non arriverà mai’, scrive Quammen alla pagina 399 del libro che così  termina:

Abbiamo bisogno di ascoltare molte voci ed abbiamo bisogno di aiutarci l’un l’altro a capire. […] Una cosa è quasi certa, credo, in mezzo al turbinio delle nostre incertezze. Il Covid-19 non sarà l’ultima pandemia che vedremo nel ventunesimo secolo. Probabilmente non sarà la peggiore. Ci sono molti altri leopardi nei dintorni di Mumbai. E ci sono molti altri virus spaventosi nel luogo d’origine del Sars-Cov-2, qualunque esso sia’’

‘ Niente pangolini che respirano sulla carne di maiale. Niente pangolini che piangono sui gamberi’.

David Quammen, Senza Respiro, Adelphi,  Milano 2022, pp. 526 pagine, € 26.00

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Gian Luca Garetti

Gian Luca Garetti, è nato a Firenze, medico di medicina generale e psicoterapeuta, vive a Strada in Chianti. Si è occupato di salute mentale a livello istituzionale, ora promuove corsi di educazione interiore ispirati alla meditazione. Si occupa attivamente di ambiente, è membro di Medicina Democratica e di ISDE (International Society of Doctors for the Environment).

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