Un voto per fermare trasformazioni urbane che svuotano la città

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I ricchi del mondo stanno comprando Firenze. E tu… potrai ancora permetterti di lavorare, studiare e vivere qui? Quali studenti potranno permettersi di abitare in uno studentato per 2.000 euro al mese? Che lavoro dovremmo fare per permetterci di vivere in case da 9.000 euro al metro quadro? Firenze potrà resistere a questa speculazione?

Sono gli slogan con cui è stato lanciato il referendum comunale Salviamo Firenze e noi tutto ciò non lo vogliamo. Firenze non deve diventare ancora di più una città solo per ricchi. Né accettiamo che si espanda quel processo che alcuni chiamano, con un termine ingannevolmente neutro, “gentrificazione”, ma che di fatto è l’esproprio della città a danno di chi ci abita, ci lavora, ci studia a favore di grandi fondi immobiliari. O che il centro storico, ma ormai anche i quartieri limitrofi, diventino, come abbiamo detto insieme a tanti movimenti urbani, “la città vetrina”. Con trasformazioni che hanno reso quartieri un tempo popolari come l’Oltrarno, Santa Croce, Sant’Ambrogio le zone che oggi vediamo: dedicate al turismo, possibilmente di lusso e per ceti alti.

È il risultato di precise scelte politiche di chi ha governato questa città negli ultimi 20 anni. La Firenze di Renzi e Nardella, con i loro piani strutturali, i regolamenti, l’urbanistica contrattata, e il loro mito liberista della città smart, destinata a gente cool, da piazzare sul mercato internazionale. Un processo che continua a ritmi accelerati, come dimostrano le nuove importanti costruzioni che stanno entrando nel mercato, dall’ex Teatro comunale alla Manifattura Tabacchi, rivolte esclusivamente a una clientela con ampie disponibilità economiche. Abbiamo contrastato questo processo dal 2004 in poi, prima nel corso dei 10 anni di opposizione in Consiglio comunale, poi con azioni pubbliche del laboratorio perUnaltracittà, e ora con le pubblicazioni sulla rivista “La Città invisibile”, approfondendolo nelle serie La fabbrica del turismo, A chi fa gola Firenze e in molti altri interventi. Per questo abbiamo aderito alla chiamata di Firenze Città Aperta a far parte dei promotori del Referendum “Salviamo Firenze”, che vuole contrastare il processo di svuotamento della città per mano delle grandi realtà private che ne comprano pezzi, spesso di rilevante valore storico-artistico. Le frasi all’inizio dell’articolo sono alcuni degli slogan che accompagnano i due quesiti referendari, elaborati grazie al contributo dell’ex consigliere Tommaso Grassi e degli avvocati Paolo Solimeno e Claudio Tamburini. In sintesi, si propone l’abolizione: – della norma che favorisce gli studentati di lusso, permettendogli di svolgere anche attività alberghiera per un periodo extra, che si aggiunge alla quota del 49% di attività alberghiera resa già possibile dalla normativa nazionale; – della norma che consente agli immobili prima adibiti a servizi pubblici di passare senza pianificazione urbanistica alla destinazione direzionale (anche in questo rientrano gli studentati).

Ma cosa sono gli Student Hotel? E perché questa focalizzazione sugli studentati di lusso? Perché sono parte integrante di questa idea di città per ricchi, stanno crescendo a velocità supersonica (avete presente la mole di cemento che si erge in viale Belfiore?) e svolgono sempre di più il ruolo di alberghi, godendo di una serie di condizioni di favore. Non a caso, lo Student Hotel di viale Lavagnini – ora Social Hub – viene pubblicizzato come “Molto più di un semplice hotel” e infatti è l’ottavo albergo a Firenze per tassa di soggiorno, con il suo Rooftop Pool & Bar, executive chef e via andando. Lo stesso gruppo, di cui è fondatore e amministratore delegato Charlie MacGregor, punta ad inaugurare appunto in Belfiore il complesso di 82.000 mq, che dovrebbe “superare ogni precedente edificio in termini di grandezza, con la promessa di portare il totale degli investimenti di TSH sul mercato italiano a circa € 375 milioni, con altri sei progetti nel mirino”. Dietro un nome fuorviante non ci sono dunque residenze destinate agli studenti, costretti a uscire addirittura dai confini comunali per trovare stanze e posti letto a prezzi accettabili, ma a una platea internazionale di persone ricche, che scelgono di mandare per qualche mese di vacanza-studio le figlie e i figli (o si prendono una seconda/terza/quarta casa per le vacanze), pagando per una camera fino a 2.000 euro al mese. Lo dice chi vive sulla propria pelle la difficoltà di essere fuorisede: “come studenti stiamo vedendo il continuo declino dei servizi e soprattutto delle residenze, mentre invece notiamo che in centro nascono sempre nuovi studentati privati inaccessibili alla maggior parte degli studenti”.

Con il Referendum, e vi invitiamo a firmare per la sua realizzazione, vogliamo essere la pietra d’inciampo in questa corsa sfrenata al profitto che provoca aumento degli affitti (ben 18.000 famiglie non trovano casa), l’espulsione di residenti dal centro e oltre, l’esplosione del costo degli appartamenti in vendita, l’aumento spesso insostenibile degli affitti per gli esercizi commerciali. La prima raccolta delle firme necessarie per sottoporre i quesiti al Consiglio comunale, che deve esprimere il parere definitivo di ammissibilità del referendum, è terminata con successo. Adesso è importante tenere alto il dibattito pubblico in città e soprattutto invitare alla mobilitazione, se non vogliamo una città a disposizione “esclusiva” dei ricchi, in cui sarà sempre più difficile vivere, lavorare, studiare, anche per chi fino ad ora poteva farlo.


Il referendum “Salviamo Firenze” ha l’obiettivo di tutelare la città dalla bolla immobiliare che, oramai da anni, sta distorcendo il mercato delle abitazioni nel capoluogo fiorentino. Basterebbe pensare a come gli appartamenti di lusso, ristrutturati o nuovi, anche fuori dal centro, tocchino in certe zone della città il picco di circa 10.000 euro al metro quadro, con conseguente aumento dei prezzi nelle aree circostanti, escludendo di fatto molte persone dalla possibilità di poter abitare in centro, e di come gli studentati di lusso svolgano sempre di più il ruolo di alberghi, godendo di una serie di condizioni di favore (lo Student Hotel di viale Spartaco Lavagnini è l’ottavo albergo a Firenze per tassa di soggiorno). Lo scorso 14 gennaio sono state raccolte le firme necessarie per chiedere l’ammissibilità al Comune dei quesiti. Nel caso in cui il Referendum fosse considerato ammissibile, ci saranno poi altri due mesi di tempo per raccogliere altre diecimila firme. Poi il voto.
www.salviamofirenze.it

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Ornella De Zordo

Ornella De Zordo, già docente di letteratura inglese all'Università di Firenze, e attiva per anni nei movimenti, è stata eletta due volte in Consiglio comunale - dal 2004 al 2014 - per la lista di cittadinanza 'perUnaltracittà', portando dentro il palazzo le istanze delle realtà insorgenti e delle vertenze antiliberiste attive sul territorio. Finito il secondo mandato di consigliera di opposizione ai sindaci Domenici e Renzi, prosegue con l'attività di perUnaltracittà trasformato in Laboratorio politico, della cui rivista on line La Città invisibile è direttrice editoriale.

1 commento su “Un voto per fermare trasformazioni urbane che svuotano la città”

  1. Grazie per l’ opportunità, chieda a suo fratello presso la Regione Toscana che utilizzo hanno avuto i nostri fondi GESCAL, ripeto nostri sino al 1996.Oggi utilizzati per gli stranieri che non hanno mai contribuito…

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