Base NATO a Rovezzano. Lettera aperta per un lavoro organizzato di resistenza alla militarizzazione: informazione tempestiva, collegamenti, azione diretta nonviolenta

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Un occhio alle date!
L’agenzia Ansa il 18 maggio diffonde un comunicato, la cui fonte è il Ministero della Difesa, nel quale annuncia che il luogo operativo della Divisione “Vittorio Veneto” dell’esercito, con sede presso la Caserma “Predieri”, nella zona sud di Firenze, località Rovezzano, è pronta per diventare la sede della Divisione multinazionale – Sud della Nato, l’organizzazione militare dell’Alleanza atlantica.
https://www.ansa.it/toscana/notizie/2023/05/18/a-firenze-comando-divisione-sud-delle-forze-di-terra-della-nato_728df218-daf2-417c-bd9f-3e86e2bb135f.html

Il giorno 24 maggio il quotidiano Il Manifesto riprende questo lancio, sostanzialmente trascurato dalla stampa e dalle telecomunicazioni italiane e riporta anche una presa di posizione della Rete democratica fiorentina, a cui aderiscono diversi gruppi della società civile, che quanto meno, anche se con un certo ritardo, cercano di fare contro-informazione e scudo alla rutilante fiammata delle diverse narrazioni nazionalistiche, entro cui si collocano le decisioni di riarmo dell’attuale governo e di ammodernamento dei dispositivi nucleari sul territorio nazionale, in conformità alla dottrina e ai trattati, alcuni secretati, della NATO, sicuramente in contrasto con il dettato costituzionale.
In tale scritto della Rete democratica fiorentina viene lanciata l’iniziativa di un Forum permanente nella città di Firenze che possa unire le energie più tenaci della società civile organizzata e delle istituzioni per giungere ad iniziative efficaci sul terreno della rottura dell’ acquiescenza alla guerra, modalità presentata come antica e conforme alla “natura umana”.
https://ilmanifesto.it/firenze-citta-operatrice-di-pace
Da ultimo arriva il Question time tra la fine di giugno e i primi di luglio di Sinistra Progetto Comune nelle persone di Antonella Bundu e Dimitri Palagi che riprende le posizioni della Rete democratica fiorentina ed esprime stupore per la reazione molto positiva alla notizia dell Giunta Nardella, che considera l’insediamento Nato un’ occasione di apertura culturale al mondo.Questa ” apertura” sarebbe a cura dell’organizzazione militare più armata del pianeta, che è risorta da un letargo, in cui qualcuno fantasticava una sua ristrutturazione in funzione pacificatrice, quando le industrie belliche negli ultimi due decenni hanno incrementato le loro produzioni, di cui vediamo i perversi frutti nello strame di vite e di natura nelle 50 guerre guerreggiate attuali nel pianeta, a partire dalla vicina Ucraina.
MA QUELLO CHE MI SENTO DI DIRE ALLE ORGANIZZAZIONI PACIFISTE E’ CHE LA NOTIZIA DI QUESTO PROGETTO DI PRESENZA MILITARE DELLA NATO A FIRENZE è stato diffuso fin dal 2019, lo ammettono anche i consiglieri di Sinistra Progetto Comune nel loro comunicato dei primi di luglio.
In questo link vi è traccia della notizia fornita da quotidiano “La Stampa” già nel 2019. (Non è possibile vedere l’intero articolo , perché l’abbonamento è scaduto, ma il titolo è inequivocabile).
https://www.lastampa.it/topnews/primo-piano/2019/12/18/news/la-nato-attiva-in-italia-una-nuova-divisione-multinazionale-che-guarda-al-mediterraneo-1.3822796
VOGLIO DIRE CHE NEI PRIMI MESI DEL 2022 ho informato personalmente i consiglieri di Sinistra Bene Comune ed anche il rappresentate Enrico Carpini di Città metropolitana , quando la guerra, ancora in atto, muoveva i suoi tetri passi, di questo progetto che ora emerge nella sua concretezza.
DICEVO LORO CHE GIA’ NEL DICEMBRE 2021 nell’Auditorium della scuola DINO COMPAGNI, il sindaco NARDELLA e la Giunta, presente al completo, tranne Sara Funaro, avevano invitato le associazioni e i cittadini del quartiere Campo di Marte e Coverciano per illustrare i grandi cambiamenti che ci sarebbero stati nella zona: rifacimento dello Stadio, parcheggio, albergo, centro commerciale e nuove linee metropolitane, di cui conosciamo i recenti intoppi. IN QUELLA CIRCOSTANZA IL NOSTRO SINDACO ANNUNCIAVA CON ORGOGLIO CHE SI SAREBBE ISTALLATA UNA SEDE OPERATIVA DELLA NATO.
Ero presente a quella riunione come portavoce del mio istituto, il Liceo linguistico e delle scienze umane G. Pascoli per sollevare la questione delle gravi carenze logistiche delle scuole, in particolare delle scuole superiori, una questione tuttora aperta e non risolta, sulla quale abbiamo a lungo collaborato con i consiglieri di Sinistra Bene comune.
Informati di ciò i consiglieri fecero richiesta di documenti ufficiali alle commissioni comunali competenti, ma tale documentazione non arrivava mai e quando parlavano con i presidenti di commissione e con gli amministratori questi rispondevano che la cosa non competeva loro.
>>Era il momento quindi di coinvolgere le istanze nazionali, i parlamentari perché facessero interrogazioni al Governo per avere notizie aggiornate.
Franco Gesualdi, già impegnato nella contro-informazione della base Nato di S. Rossore, mi fornì l’indirizzo di Yana Chiara Ehm, di Manifesta. lo segnalai a Dimitri, ma non ci fu modo di approfondire i contatti per avere quelle informazioni utili per costruire la contro-informazione e preparare azioni di contrasto.
Anche l’amico ex magistrato e parlamentare Domenico Gallo, molto attvo nella controinformazione, ci aveva fornito contatti utili, ma non hanno trovato lo sbocco operativo necessario.
Intanto si avvicinava l’estate e con essa la crisi di governo ( 21 luglio). E questo livello di controinformazione non fu realizzato! Poi è noto a tutti l’esito elettorale di settembre e l’insediamento di un governo di destra con un Ministro della Difesa che è stato Senior advisor di industrie che fanno capo al gruppo Leonardo, il primo del settore di produzione bellica NEL NOSTRO PAESE.
Termino dicendo che se non sappiamo cogliere le notizie vere, che di solito scappano in qualche forma alla controparte, e guadagnare tempo per costruire una risposta organizzata, senza aspettare le dichiarazioni ufficiali, ma costringendoli quanto prima a quelle dichiarazioni con la controinformazione e la mobilitazione, sarà difficilissimo essere all’altezza delle aspre SFIDE PLANETARIE IN ATTO e dei loro riverberi locali.
Nel documento sopra ricordato della Rete Democratica fiorentina viene citato a proposito Alberto L’Abate e il suo impegno per la pace attiva!
Non dimentichiamo che l’informazione tempestiva attraverso un uso accorto delle reti sociali ha bisogno di fondersi con una capacità di azione e di organizzazione della disobbedienza civile, quando sono a rischio i fondamentali diritti umani, messi in ginocchio dalle leggi marziali, sia in Russia, sia in Bielorussia, sia anche in Ucraina, pur distinguendo tra l’aggressore e l’aggredito.
Oggi nell’arsenale pacifista del variegato movimento della pace vi è l’iniziativa di appello al Consiglio e all’assemblea parlamentare dell’Unione europea di accoglienza e sostegno agli obiettori di coscienza russi, bielorussi, ucraini.
Stenta invece ad incardinarsi l’obiezione alle spese militari, che stanno aumentando anche oltre il 2% del Pil, incluso il contributo che versiamo all’Alleanza atlantica per le basi anche nucleari nel nostro paese. Su questa campagna sono impegnati Luigi Ciotti, Franco Gesualdi, ma al momento solo la piccola organizzazione dei Disarmisti esigenti , con sede a Milano, sta realizzando un manuale esplicativo su come praticare collettivamente questo tipo di disobbedienza civile, peraltro praticata fin dagli anni ’80 fino alla sua massima espansione durante la prima guerra del Golfo. Ma tale forma di disobbedienza civile non trova d’accordo alcune formazioni che pesano all’interno della Rete Italiana Pace e Disarmo.
Vi è anche l’iniziativa referendaria promossa da Servizio pubblico, per proteggere la conquista della legge 185 del 1990 di regolamentazione del commercio delle armi e della proibizione di invio di armi a paesi belligeranti, anche con triangolazioni ( è nota la deroga già del Governo Draghi a tale legge per garantire la continua fornitura di armi all’Ucraina) Questa legge minimamente garantista è nel mirino dei vertici militari ( vedi il recente numero di Rivista Italiana di Difesa – RID), che vorrebbero mani libere nei processi di compravendita delle armi.
Ricordiamo infine che Alberto L’Abate, con il quale ho condiviso tutta la campagna di resistenza agli euromissili a Comiso e in tutta Europa, oltre alle diverse fasi delle guerre del Golfo, era promotore delle campagne organizzate di disobbedienza civile assieme ad Alex Zanotelli e ad altri. Sviluppare una memoria storica delle lotte praticate nel passato, coronate anche da successi, penso che sia molto importante.
Speriamo che questi contenuti emergano in modo costruttivo nelle assemblee future a partire da quella di stasera 13 luglio a Rovezzano!

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Lorenzo Porta

docente di filosofia e scienze umane Responsabile del Centro di Documentazione sociale per la nonviolenza e i diritti umani / CEDAS) Obiettore di coscienza al servizio militare negli anno '80 a partire dalla campagna di resistenza a Comiso ed in Europa contro gli euromissili

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