La trappola alimentare: contromobilitazione per il vertice Nazioni Unite del 24 luglio a Roma

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Si terrà a Roma presso la FAO dal 24 al 26 luglio il pre-vertice delle Nazioni Unite sui Sistemi Alimentari, il cosiddetto Stocktaking Moment dell’ UNFSS+2. Si tratta di un’iniziativa globale che vuole fare il punto sui sistemi alimentari e che di fatto consente di aumentare il controllo da parte delle multinazionali con il cosiddetto multistakeholder. L’approccio multistakeholder, o “multilateralismo di rete”, è un modello che autorizza le grandi aziende a estendere il loro già ampio controllo del processo decisionale sui sistemi alimentari (semi e alimenti) a livello globale.

Il Gruppo di collegamento che ha promosso la “Contromobilitazione dei popoli per trasformare i sistemi alimentari corporativi” in occasione dell’UNFSS 2021, ha pubblicato ora un nuovo rapporto che analizza i processi relativi all’imminente Momento di Bilancio dell’UNFSS+2. Nel rapporto si segnalano i pericoli del controllo corporativo dei sistemi alimentari che questo summit sta promuovendo nell’affrontare le crisi dovute a cambiamento climatico, fame e accesso al cibo, e si sottolinea come siano ancora più a rischio i precedenti risultati del movimento per la sovranità alimentare.

Organizzazioni contadine del Sud del Mondo, movimenti sociali, popoli indigeni e organizzazioni della società civile si oppongono fermamente al controllo della governance alimentare globale da parte delle multinazionali e affermano “la centralità delle organizzazioni contadine, della società civile e dei popoli indigeni nella definizione di sistemi alimentari equi, sostenibili, basati sull’agroecologia e la sovranità alimentare, attenti alle economie locali e capaci di sconfiggere la malnutrizione e la povertà alimentare.”.

Significativi i punti critici sollevati: uno di questi riguarda l’esclusione delle voci delle comunità marginalizzate e dei popoli indigeni nel processo decisionale. Queste comunità sono spesso le più colpite dalla fame, dalla povertà e dalla distruzione ambientale. La mancanza di una rappresentanza significativa durante il Stocktaking Moment ha sollevato allarme sul fatto che le decisioni e le politiche proposte non tengono conto delle loro esigenze e delle loro conoscenze tradizionali.

Un’altra critica riguarda il dominio delle multinazionali nel processo decisionale del UNFSS+2. Le grandi aziende agroalimentari hanno esercitato un’influenza sproporzionata sulle discussioni, a discapito delle piccole imprese agricole e degli attori locali, con la promozione di politiche che favoriscono gli interessi delle multinazionali a scapito delle comunità locali e dell’ambiente.

Inoltre il Stocktaking Moment non ha dato abbastanza enfasi alla giustizia e all’equità sociale. La trasformazione dei sistemi alimentari dovrebbe affrontare le disuguaglianze e garantire un accesso equo al cibo e alle risorse. Al contrario, il momento di valutazione si è concentrato principalmente su questioni economiche e ambientali, trascurando le dinamiche sociali fondamentali che influenzano la sicurezza alimentare.

Infine, Stocktaking Moment ha trascurato l’importanza delle evidenze scientifiche nel processo decisionale. La scienza, se autonoma e indipendente, può essere fondamentale per comprendere i complessi problemi legati ai sistemi alimentari e per sviluppare soluzioni efficaci. Invece, le discussioni hanno spesso privilegiato opinioni e interessi particolari, in assenza di regole vincolanti che costringano le multinazionali dell’agribusiness a rispettare i diritti umani e a proteggere l’ambiente, a porre fine all’uso di pesticidi, e al loro monopolio sul mercato globale dei semi.

La contromobilitazione ha fatto emergere la necessità di un cambio radicale di paradigma nei sistemi alimentari, spingendo verso nuove strategie per una maggiore sostenibilità, equità climatica e giustizia sociale. Sono state avanzate proposte alternative che pongono al centro l’agricoltura sostenibile, la sovranità alimentare e l’approccio basato sui diritti umani. Perché, resta ancora oggi senza risposta la domanda posta nel 2021 da Paula Gioia, de La Via Campesina: «Il processo del Food Systems Summit è stato progettato per sottostare all’agenda aziendalistica delle multinazionali. Come fanno i governi ad accettare che la loro autorità e sovranità venga esautorata dall’industria?».

Facciamoci coinvolgere e sosteniamo l’invito a una lotta collettiva per sovranità alimentare, giustizia climatica e ambientale, solidarietà internazionale e diritto alla salute!

Conferenza stampa il 17 luglio Calling for True Food Systems Change: Social movements and Indigenous Peoples challenge the UN Food Systems Summit+2 : Via Campesina

 

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Ornella De Zordo

Ornella De Zordo, già docente di letteratura inglese all'Università di Firenze, e attiva per anni nei movimenti, è stata eletta due volte in Consiglio comunale - dal 2004 al 2014 - per la lista di cittadinanza 'perUnaltracittà', portando dentro il palazzo le istanze delle realtà insorgenti e delle vertenze antiliberiste attive sul territorio. Finito il secondo mandato di consigliera di opposizione ai sindaci Domenici e Renzi, prosegue con l'attività di perUnaltracittà trasformato in Laboratorio politico, della cui rivista on line La Città invisibile è direttrice editoriale.

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