Il turismo di massa non è un problema. Se sei ricco.

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Il turismo a Firenze produce una ricchezza sproporzionata. Una recente inchiesta di Federalberghi dimostra il valore del turismo a Firenze: 3 miliardi e mezzo di euro solo nel 2022. La domanda sorge spontanea: che fine fa questa ricchezza?

La risposta è scontata: non viene redistribuita. Entra nel circolo della rendita e del capitale e a goderne non è certo la maggioranza della popolazione.

Foto di Gabriella Falcone

Secondo un’inchiesta della CGIL del 2022, in Toscana, sono presenti 600 mila lavoratori poveri. Con tale termine ci si riferisce a coloro che, pur avendo un’occupazione, non riescono ad arrivare alla fine del mese. Trattasi di una condizione che coinvolge quote rilevanti della popolazione e che affligge soprattutto le generazioni più giovani, spesso sottoposte a contratti precari, instabili o a nero. A questo proposito, lo scorso febbraio l’Irpet ha pubblicato un rapporto relativo al fenomeno del lavoro povero. I dati contenuti in tale inchiesta registrano una realtà lavorativa caratterizzata da sfruttamento e precarietà. Nonostante il turismo si confermi come uno dei settori maggiormente capaci di generare ricchezza, il tessuto sociale circostante non sembra risentirne positivamente. A fronte di tale ricchezza, i lavoratori e le lavoratrici si trovano infatti a scontrarsi contro una scarsa retribuzione ormai endemica.

Vi sono una serie di elementi rilevati dall’Irpet:

  • il 40% dei lavoratori del turismo toscano guadagnano meno di 8000 € lordi all’anno, confermandosi quindi come lavoratori poveri;
  • il 22% dei lavoratori percepisce un reddito medio da lavoro inferiore ai 22 € al giorno, testimoniando l’esistenza dilagante di contratti part-time involontari o altre forme di contratti poveri;
  • il 50% dei lavoratori nel settore turistico toscano è di età inferiore ai 34 anni.

A ciò si aggiunga poi che, spesso, i contratti proposti raramente durano più di un paio di mesi. E, parallelamente, i contratti a tempo indeterminato risultano essere un miraggio. Fattori, questi, che incidono negativamente sulla possibilità di affittare casa o costruire una propria autonomia per i più giovani. A questo proposito, una classe lavoratrice precaria e instabile diviene destinataria delle conseguenze derivanti dai processi di gentrificazione, che si traducono in espulsioni sociali e povertà diffusa.

Nel 2014, in occasione di una iniziativa di Federalberghi, Nardella affermava: “Il turismo è la locomotiva dell’economia italiana”.

È necessario precisare, però, di quale turismo si stia parlando. Il turismo di massa a cui stiamo assistendo risulta essere soltanto la locomotiva degli interessi di una ristretta minoranza della popolazione. E a subirne le conseguenze sono coloro che, in questa città, ci vivono e ci lavorano.

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