Wish Parade a Firenze: una forma di intrattenimento in grado di avanzare istanze politiche

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Wish Parade: una forma di intrattenimento in grado di avanzare istanze politiche 27 Aprile 2024: quattordici carri allestiti con impianti audio, luci e console da DJ hanno sfilato per Firenze, guidando un corteo composto da circa diecimila persone attraverso un percorso iniziato il pomeriggio in via Forlanini (Novoli), e terminato verso le prime luci dell’alba all’anfiteatro Ernesto de Pascale (parco delle Cascine).

Prima di aumentare la pressione sonora dei sound systems, la manifestazione è stata inaugurata da momenti di riflessione collettiva attraverso la promozione di interventi che hanno sollevato alcuni temi politici, quali la costruzione di un parco pubblico al posto della nuova Esselunga in via Mariti, la denuncia di un’allarmante gentrificazione, la rivendicazione del diritto all’abitare in una Firenze sempre meno ospitale, fra gli altri. «In una città sempre più ostile ai suoi abitanti, sentiamo l’esigenza di dare un segnale di presenza, rivendicando le nostre pratiche come parte attiva del tessuto sociale e culturale cittadino»: queste le parole con cui gli organizzatori e le organizzatrici – il collettivo Wish Parade – esordiscono nel manifesto che ha connotato il valore politico della parata lungo le strade di Firenze.

foto di Silvia Camerin (www.instagram.com/cobra11.it/)

Non si è trattato, dunque, solo di una sospensione “carnevalesca” della quotidianità; certo, la sfilata lo è anche stata, ma la portata del suo significato ha assunto un’ulteriore forma: quella di un’esperienza che vuole portare con sé uno sguardo critico al reale. Come se il divertimento, oltre a fornire un’indispensabile dose di leggerezza nelle vite di ciascuno di noi, possa rivendicare una propria opposizione alle dinamiche del potere, del controllo e del profitto. Ci sono state alcune proteste e lamentele mosse dai residenti delle zone toccate dal corteo riguardo alle modalità di svolgimento della Street: una questione di decoro. Lemma, quest’ultimo, che semanticamente si oppone a “degrado”, il sostantivo associabile al senso delle polemiche.

Vale la pena soffermarsi un attimo su questa dicotomia, perché, con un goccio di astrazione, si osserva che la conflittualità tra decoro e degrado è paragonabile alla contrapposizione tra due forme di rivendicazione organizzate: «forme di vita politiche che vivono e fanno vivere il quartiere», da una parte, e «forze economiche che spingono per operazioni di investimento edilizio che portano con sé gli effetti socio-economici della gentrificazione» dall’altra. (Per approfondire il tema è possibile leggere un lavoro pubblicato sulla rivista Filosofi(e)Semiotiche).

È in questo senso che va letta la risposta ufficiale di Wish Parade alle contestazioni dei residenti: «La nostra Wish Parade si è svolta in totale sicurezza senza causare problemi particolari alla città», al netto dei preavvisi del Comune di Firenze e Alia a proposito di certi, inevitabili, disagi. (Va inoltre sottolineato che il collettivo Wish Parade ha condiviso e promosso una serie di buone pratiche volte ad ottenere una partecipazione consapevole). La risposta del Collettivo continua: «Ci dispiace se la musica ad alto volume ha dato fastidio a qualcuno, ma chi vive nei centri urbani deve essere abituato alla presenza di grandi eventi sporadici come manifestazioni, grossi concerti o eventi sportivi. Per fortuna Firenze non è solo un dormitorio, ma anche una città viva e piena di movimenti che hanno bisogno di spazio». Emerge quindi la presenza di molte persone che soffrono le logiche secondo cui il tempo libero (ovvero la somma dei momenti in cui la maggior parte della popolazione gode di esperienze leggere) viene modellato al fine di ottimizzare la sua messa a profitto; in un contesto di questo tipo, infatti, le occasioni di raduno di persone sono garantite solo in luoghi delimitati – locali o festival che siano.

Ne consegue quindi l’esigenza di una zona altra, desiderabilmente esterna a dinamiche imposte dalle istanze economiche, amministrative, istituzionali che regolano la quotidianità degli spazi pubblici. Una zona altra che potrebbe vivere in spazi autoorganizzati e autogestiti, che siano contemporaneamente luoghi di sperimentazione di libertà e di responsabilità collettiva immuni da immediate reazioni a suon di sgomberi. Questo è (parte del) contenuto politico che si delinea nel manifesto scritto dalle molteplici mani del collettivo Wish Parade. A conferma di ciò, si legge: «Vogliamo danzare e sonorizzare la città per far sentire la nostra voce e la nostra necessità di riprenderci lo spazio e il tempo per poter progettare insieme un nuovo domani». Proseguendo nella lettura, incontriamo i desideri che il Collettivo si augura di avverare, tra cui la «promozione della cultura dal basso e delle arti contro la tristezza e la monotonia, cercando di dare spazio alle politiche del desiderio contro la mercificazione del divertimento». Cosa si intende con l’espressione “politiche del desiderio”?. Innanzitutto, il termine “desiderio” designa un «Sentimento della mancanza di cosa necessaria al nostro interesse fisico o spirituale». Qual è la cosa, o meglio, le cose di cui soffriamo l’assenza? Wish Parade dichiara: spazi pubblici, momenti condivisi, diritto al tetto, dignità. Fattori che da molti anni non compaiono più fra i termini dell’equazione “x + y + z = Firenze”. Le politiche del desiderio sono allora l’insieme delle attività finalizzate a realizzare la possibilità di vivere in una comunità sana in cui rispetto, ascolto, condivisione, confronto e contaminazione caratterizzano in modo essenziale l’uso sociale e collettivo dei luoghi dove chiunque ha il diritto di muoversi e interagire.

La fiducia è che la Street di quest’anno sia una spinta per far trovare insieme ancora più persone, che si riuniscano in una collettività orizzontale attraverso assemblee per determinare i propri bisogni, creare una sinergia fra le diverse visioni, comprendere cosa è ipotizzabile fare per concretizzarle, magari formulando delle proposte alle istituzioni. Colpito dall’impressione che l’organizzazione di questo evento abbia smosso la narrazione delle potenzialità insite nella costellazione dei movimenti dal basso fiorentini (o che forse per la prima volta si sia imposta una narrazione di questo tipo), ho tentato di mettermi in contatto con Wish Parade per testare il grado di realtà della suggestione. E dopo aver scambiato qualche parola con una delle anime del Collettivo, ritengo con fermezza che la sfilata di Sabato 27 Aprile rappresenti solo l’inizio di un’unione di forze e coscienze sempre più numerose e risolute. Penso inoltre che una manifestazione politica così partecipata debba innescare delle riflessioni che compaiano fra le priorità dell’agenda della futura giunta comunale fiorentina. In conclusione, se la scintilla da cui scaturì la Street Rave Parade 2023 fu la reazione istintiva al cosiddetto decreto anti Rave – considerando i risultati prodotti, si può ufficialmente definire il provvedimento uno specchietto per le allodole –, quest’anno la Wish Parade si è rivelata essere il frutto di un lento e graduale processo di maturazione, quel tipo di evoluzione che porta alla nascita di qualcosa il cui sapore ti invoglia a desiderarne ancora. 27 Maggio 2024.

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Lorenzo Robin Frosini

Lorenzo Robin Frosini nasce a Pistoia e vive a Prato. Laureato in Logica, Filosofia e Storia della Scienza presso l'Università degli Studi di Firenze, aspira ad essere un musicista e un giornalista.

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