I post che propongo alla vostra attenzione raccontano situazioni che ho vissuto sulla mia pelle in questi ultimi anni e che sarebbe proprio il caso enumerare, dalla malaurbanistica al saccheggio ambientale, dalla sostanziale privatizzazione della Fortezza Nuova al progetto assurdo di una megadiscoteca in pieno centro. E poi il nulla realizzato contro l’inquinamento navale, il disastro della raccolta differenziata, la decisione di espandere una fabbrica di armi. E tante altre ancora che avremo modo di cartografare.
Vicende così grosse e così numerose che alla fine uno tende a rimuoverle. Infatti è proprio questo il problema: anche a Livorno, microcosmo rappresentativo di una società in progressiva decadenza intellettuale, si fa troppa fatica a ricordare, anche eventi di poco tempo fa.
La Fortezza Nuova è uno dei gioielli della nostra città. Un sito straordinario (dal punto di vista storico, architettonico, naturalistico) che appartiene al Demanio, cioè allo Stato, cioè a noi tutti e tutte.
Come normalmente accade, è un bene pubblico che viene dato in gestione in cambio di un canone: fino a tre anni e mezzo fa il concessionario della Fortezza Nuova era il Comune di Livorno. Poi le cose sono cambiate, non per caso.
L’avvisaglia iniziale è del 16 ottobre 2019: in uno dei primi atti della Giunta Salvetti, il Comune estende la destinazione d’uso da “verde” a “verde e servizi”.
Lo fa legittimamente, nell’ambito della sua facoltà di pianificazione urbanistica: il grande parco è una risorsa ambientale e sociale fondamentale per la cittadinanza. “Saranno insediabili soltanto le attività adatte al Monumento, per esempio: attività collettive, sportive, ludiche ed eventi legati all’istruzione” dichiara l’Assessora Viviani.
Che bellezza, c’è da pensare: finalmente si darà corso al recupero di tanti ambienti ancora inaccessibili (la meravigliosa “Settima Galleria” ad esempio) e lo farà proprio il Comune, dando lavoro a ragazzi e maestranze.
Peccato che invece, pochi mesi dopo, il Comune disdica la concessione, costringendo il Demanio a indire una nuova gara.
È il 2020, il Covid impazza e magari le attenzioni delle persone sono volte altrove. Fatto sta che alla gara partecipano solo due soggetti e il 6 ottobre, all’apertura delle buste, risulta vincitrice la Nuova Fortezza Village Livorno S.R.L.S., che offre 24.000€ l’anno per 19 anni.
Avete letto bene: diciannove.
In Consiglio Comunale, dai banchi dell’opposizione, si eccepisce che la società in questione è stata costituita con questo nome (già molto esplicativo) il 2 aprile 2019. Con ampio anticipo, quindi, rispetto sia all’ampliamento della destinazione d’uso, sia alla disdetta della concessione. Si precisa altresì che, dati camerali alla mano, la società ha come presidente del Consiglio di Amministrazione la consorte di Cristiano Lucarelli, personaggio cittadino del mondo calcistico, sicuramente conosciuto dall’ex-presentatore di Livorno Olè, attuale sindaco.
A chi ironizza sulla singolare capacità degli imprenditori in questione nel prevedere le evoluzioni amministrative della concessione, da cui relativa gara, i consiglieri del PD suggeriscono indignati di andare a farlo presente in Procura.
Ma in cosa consisterebbero i “servizi” che la Fortezza dovrebbe ospitare? Hanno qualcosa a che vedere con le nobili attività descritte dall’Assessora Viviani?
Assolutamente no, parliamo delle solite ribotte.
In una mattina di giugno del 2021, entrando in Fortezza, mi capita di udire un signore al telefono, il quale declama all’interlocutore il suo programma a breve: “Ti mettiamo lì, perché giù in Falsa Braga ci andrà X. Sai com’è, vuole stare in disparte. Ma su ci saranno tante altre postazioni di street food, vedrai che ti trovi bene”.
Lì per lì non capisco bene cosa stia succedendo, ma ecco che nei giorni successivi si dispiegano ovunque una ventina di gazebi in PVC verde (nel mezzo di un compendio architettonico del primo seicento) che ospitano rivendite di alimenti vari e scaricano i liquidi direttamente nel verde.
Forse per simulare i famosi “servizi” alla cittadinanza, vengono piazzati giochi per bambini nella pinetina. Vecchissimi, usurati, probabilmente insicuri (abbiamo varie foto). Mai utilizzati, peraltro, come la giostrina, il “punch ball” e altre amenità da Luna Park anni ’50, piazzate anch’esse sul posto.
Il resto è storia: mesi di rifiuti dappertutto e mancati sfalci, la fila di orinatoi Sebach a stretto contatto con il monumento alle vittime del Moby Prince, la riduzione degli orari di accesso al parco, il bellissimo Salone delle Volte usato stabilmente come discoteca per la delizia dei residenti, l’area sotto le mura che negli anni della concessione comunale ospitava il giardino sensoriale curato dai bambini delle scuole, che viene chiusa al pubblico (in quanto “area archeologica protetta”) e poi adibita a rimessaggio di pedane, furgoni e tralicci.
Fino alla chicca dell’ingresso a pagamento anche per i residenti, nelle occasioni in cui la Fortezza viene sostanzialmente subaffittata a società che curano eventi (vedi la tre giorni medievale di dieci giorni fa).
Tutte cose documentate e segnalate anche al Comune, che però si tira indietro, avendo per l’appunto rinunciato alla concessione. I vigili urbani intervengono giustamente a multare i proprietari se il cane non è al guinzaglio, trattandosi di un parco pubblico, ma non vengono invece se al residente viene impedito di accedere gratuitamente, sempre a quel parco pubblico.
I benefici per la cittadinanza sono questi: gran parte del giardino è rimasto inaccessibile ai visitatori per sei mesi, fino ad aprile. Prima con la scusa di un pino caduto per la tempesta di novembre, poi con la motivazione dei lavori finanziati dal PNRR (taglio di oleandri e alberi d’alto fusto, alcuni gradini rimossi e un po’ di ghiaino sui vialetti). Tuttora, un’area di oltre 2.000 metri quadri è interdetta e non si sa quando riaprirà.
E i bambini che venivano con le scuole nel parco? E i famosi turisti che volevamo attrarre? E i cittadini a cui viene richiesto di pagare un biglietto per passeggiare nell’unico parco del centro?
Nessuna risposta: la Fortezza adesso è roba di una società privata e il Comune si dichiara incompetente ad intervenire.
Eppure è il Sindaco, con la sua Giunta, ad aver permesso tutto questo.