In piena campagna elettorale, quando mancava una settimana al voto, il Movimento di lotta per la casa fiorentino ha occupato l’Hotel Astor in via Maragliano. Una struttura chiusa dalla fine del 2020, di proprietà di una società fallita che nessuno, al momento, reclama. L’occupazione che ospita una settantina di persona tra adulti e minori è stata accompagnata da dichiarazioni che hanno provato a riportare il tema della casa al centro della campagna elettorale. ‘Vogliamo attirare l’attenzione sul fatto che tutti gli investimenti immobiliari che si stanno facendo negli ultimi anni a Firenze vanno sul settore turistico e ricettivo con nuove strutture o con riconversione e recupero di palazzi e interi isolati, dove sorgono alberghi e Student hotel. Nessuno investe sulle case popolari. Abbiamo colpito un albergo come simbolo di lotta alla gentrificazione della città’.
Di fronte ad una crisi come quella in atto dove saranno le persone dalla classe media in giù a pagare più pesantemente gli aumenti delle bollette, dei generi alimentari e degli affitti, chi vive in una città come Firenze a vocazione turistica si troverà ad affrontare difficoltà ancora maggiori. Ci si appresta quindi ad affrontare uno degli inverni di crisi più nera degli ultimi anni senza un piano per l’edilizia residenziale pubblica, con i soliti 800 alloggi pubblici vuoti e liste d’attesa di migliaia di persone che ogni anno crescono.
I dati diffusi dal Sunia sotto elezioni parlano in Toscana di 250 sfratti al mese e 5mila pendenti, 175.000 famiglie in crisi abitativa, e ‘oltre 900.000 famiglie toscane, di cui 220.000 già economicamente compromesse dal caro affitti, dalla scadenza dello sfratto, dalla rata del mutuo, da rapporti di lavoro precario e sottopagato, collasseranno, anche unitamente a interi sistemi produttivi, esasperando il disagio sociale e le condizioni di povertà’. Numeri spaventosi che però non hanno trovato eco in campagna elettorale, la richiesta del sindacato di un piano da almeno 500.000 alloggi popolari in tutta Italia è un punto di partenza per prepararsi ad affrontare quella che non è più un’emergenza ma una situazione endemica in via di peggioramento. Inoltre sarebbe necessario costruire a consumo di suolo zero vista l’emergenza climatica, recuperare il patrimonio pubblico ancora non svenduto e riportare la residenza nella città vetrina.
Sia la Manifattura Tabacchi che l’area delle Officine Grandi Riparazioni dove sorgeranno appartamenti di lusso con prezzi che arriveranno fino a 6.000 euro al mq, si sarebbero potute destinare ad edilizia pubblica. Ma soprattutto bisogna avere il coraggio di attaccare la rendita, di provare a controllare il mercato degli affitti turistici e non prendere in giro i fiorentini con lo stop ai cambi di destinazione d’uso verso turistico ricettivo mentre con il direttivo si riempie la città di studentati che nei fatti sono hotel.
Allora si torna all’azione del Movimento di Lotta per la Casa, occupare per dare un tetto ma anche per far capire alla politica che servono soluzioni immediate e anche una nuova stagione di autorecuperi. La risposta peggiore a questa crisi sarebbe lo sgombero senza soluzioni alternative.
Francesca Conti
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