Il 3 e 4 febbraio è previsto a Firenze un convegno della Tel Aviv University su L’Antisemitismo, la Shoah e l’identità ebraica oggi. Non contestiamo il convegno soltanto perché ospita dei militari israeliani, il problema è più profondo, ed ha a che vedere con il modo in cui Israele e i suoi sostenitori affrontano il tema dell’antisemitismo, e quello strettamente collegato dell’olocausto. Questi temi vengono da loro regolarmente trattati in modo strumentale, con lo scopo di giustificare le politiche criminali di Israele, e anche la rievocazione delle persecuzioni del passato serve a reprimere le critiche sul presente.
Antisemitismo e olocausto vengono affrontati a partire da un assunto preciso: l’identificazione tra Israele e popolo ebraico. Con una legge del 2018 Israele si è definito come Stato della nazione ebraica, in violazione del principio di uguaglianza, “Se prima Israele si definiva ebraico e democratico ora è lo Stato della nazione ebraica. Appartiene a ogni ebreo nel mondo ma non ai suoi cittadini arabi” (intervista a Zeev Sternell, su il manifesto del 10/7/2021).
L’assunto di base del sionismo è quindi legge dello stato: l’ebraismo si sovrappone perfettamente con una identità nazionale.
La cosiddetta “lotta all’antisemitismo” quindi, ha due funzioni:
1) Giustificare le azioni di Israele.
Denunciare la crescita dell’antisemitismo e l’odio perenne per gli ebrei serve a giustificare la condotta di uno stato necessario affinché gli ebrei possano stare al sicuro, qualunque cosa facciano diventa dunque tollerabile perché è legittima difesa. Israele deve esistere perché non deve più succedere che 6 milioni di ebrei vengano uccisi.
2) Reprimere la critica e l’opposizione a Israele.
Con l’identificazione tra ebrei e Stato di Israele, ogni critica alle politiche di quello Stato viene in modo automatico definita come espressione di antisemitismo, o odio per gli ebrei. Chiamare ‘genocidio’ quello che Israele ha fatto a Gaza, può quindi venire definito ‘antisemitismo’, così come criticare il sionismo, le politiche di occupazione, di apartheid e di colonialismo. Ogni critica a Israele è, in questa visione, ‘antisemitismo’. L’ONU stessa è quindi antisemita. Anche le manifestazioni di solidarietà per il popolo palestinese, così come i simboli che vengono utilizzati, possono essere oggetto di repressione, in Germania si è arrivati a criminalizzare il simbolo del cocomero e lo slogan Free Palestine. Negli Stati Uniti Gli studenti stranieri che protestano per Gaza secondo il presidente sono tutti «filo-jihadisti» da espellere.
Molti ebrei critici però rifiutano di identificarsi con lo Stato d’Israele, e denunciano la strumentalizzazione dell’olocausto e della sua memoria per giustificare le politiche dei governi israeliani. Possiamo citare N. Finkelstein, L’industria dell’Olocausto, che ha come sottotitolo “Riflessioni sullo sfruttamento della sofferenza degli ebrei”, che analizza come lo stesso olocausto nazista sia utilizzato per manipolare il presente con fini politici.
Haim Bresheeth, storico, ebreo israeliano antisionista, figlio di due sopravvissuti ad Auschwitz, tra i fondatori di Jewish Network for Palestine, ha dichiarato quanto segue: “Israele non ha colonizzato solo la Palestina, ha colonizzato ogni governo occidentale, senza il cui supporto non avrebbe potuto commettere i crimini che ha commesso, ha colonizzato le università e il sistema educativo in occidente, dove non si può più parlare contro il sionismo, ha colonizzato il sistema dei media… Dobbiamo combattere il colonialismo di Israele sulle menti. Israele ha colonizzato l’ebraismo, le tradizioni, le credenze religiose, colonizzate dal sionismo, ed ha portato molte persone ad accettare e supportare un genocidio. La vera storia ed i valori dell’ebraismo sono stati traditi dal sionismo”.
Simone Sorani, Firenze per la Palestina

Redazione

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certo si assiste alla affermazione di una straziante forma di razzismo che assomiglia alla versione che portò alla realizzazione delle deportazioni schiavistiche in Africa a partire dal 1600. Il popolo palestinese è considerato inferiore dalla nazione ebraica e tanti israeliani e ebrei non riescono a fare a meno di uniformarsi a questa mostruosa stortura che sta generando un genocidio.