Il sottosuolo di Firenze va in discarica: sono già almeno 100.000 le tonnellate di terre Tav dirottate in impianti per rifiuti

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Parte delle terre provenienti dallo scavo meccanizzato originariamente destinate alle piazzole di Santa Barbara, per circa t 105.000, è stata conferita presso impianti di gestione rifiuti autorizzati. Così in una nota di risposta alle istanze di Idra la presidente dell’Osservatorio istituzionale del Valdarno chiamato dal Ministero a seguire l’attuazione del progetto di riambientalizzazione nella ex area mineraria di Cavriglia, fiore all’occhiello verde della ‘grande opera’. In realtà, le terre scavate dalle supertalpe Iris e Marika non potranno più arrivare in Valdarno “a causa dei tempi di asciugatura superiori alle previsioni”.  Una circostanza che determina infatti “la saturazione della superficie di deposito delle piazzole”.

Naturale chiedersi: è mai possibile che un intervento impattante e costoso come i quasi 14 km di tunnel sotto Firenze fra Campo di Marte e Castello, e l’enorme investimento nel cantiere realizzato in provincia di Arezzo, a Cavriglia, per mettere a dimora nella ex miniera di lignite di Santa Barbara gli enormi volumi di smarino estratti dalle viscere di Firenze, siano stati concepiti senza tener conto dei ‘tempi di asciugatura’?

Idra in realtà non può dirsi sorpresa. Dopo i danni ambientali ed erariali che la cantierizzazione TAV ha regalato al Mugello e all’Appennino a cavallo del millennio, acclarati da una dura sentenza della Corte dei Conti della Toscana a carico dei più alti livelli amministrativi regionali e centrali, l’Associazione fiorentina denuncia e documenta da anni anche le carenze progettuali e i fiaschi esecutivi della cantierizzazione Alta Velocità nel capoluogo. Soltanto la benevolenza di un giornalismo silente e la noncuranza di istituzioni pubbliche distratte permettono di mantenere tante palesi criticità sotto il tappeto. A non più tardi di un mese fa risale un comunicato delle commissioni consiliari ‘competenti’ di Palazzo Vecchio che si commenta da solo: dopo un riferimento ai “due tunnel sotterranei in fase di realizzazione mediante l’utilizzo di particolari frese”, vi si legge che “è stato spiegato ai consiglieri” che “il terreno rimosso viene trasportato direttamente a Cavriglia tramite convogli ferroviari”.  E’ stato spiegato, appunto. Ma da chi? E che ruolo giocano i consiglieri comunali? Forse quello di copia-incollare fonti non verificate? Anche qui, si parla forse di discariche?

Ad ogni buon conto, Idra è tornata a scrivere all’organismo deputato in città al controllo e al monitoraggio dell’opera, l’Osservatorio ambientale del Nodo Alta Velocità, chiedendo ragguagli. Per esempio: in quali “impianti di gestione rifiuti autorizzati” sono state conferite le prime centomila tonnellate? quali mezzi e percorsi vengono utilizzati, e con quali incrementi di impatto ambientale? quanto inciderà questo cambio imprevisto di programma sui tempi complessivi di realizzazione dell’opera?

Una lettera è stata inviata da Idra anche all’ad del soggetto proponente, Rete Ferroviaria Italiana, con alcune domande aggiuntive: a quanto ammontano ad oggi – per via dei conferimenti in discarica – gli incrementi di spesa? di quanto è previsto che crescerà il costo finale dell’investimento per il nodo di Firenze, ormai lievitato a 2,735 mld €?

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