Ormai è palese come la nostra Regione sia avviata ad una lenta agonia, se non si inverte il senso di marcia.
Il distretto industriale del medio e basso Valdarno, uno dei più importanti d’Italia, è in declino.
A dirlo sono eminenti studiosi nell’ultimo “Manifesto per la reindustrializzazione della Toscana”, presentato il mese scorso: la direzione è quella di un settore industriale povero e dalle prospettive sempre più precarie.
In tutto ciò, Giani, neoeletto presidente regionale, in una recente intervista a Controradio, assicurava che il processo di reindustrializzazione sarà un punto focale del programma di governo, salvo poi affermare che non sarebbe stata la partecipazione pubblica la soluzione, quasi a chiamarsi fuori da questa situazione.
Noi non ci sentiamo affatto rassicurati, anzi, vogliamo ricordare come l’abbandono dello Stato, in tutte le sue espressioni, anche periferiche, dell’economia, sia alla base del declino economico dell’Italia ed anche di questa regione.
Non staremo qui ad elencare tutti i passaggi che ci hanno portato in questa situazione, che ahimè, ha visto e vede attivamente impegnati anche le forze di centrosinistra.
Evidentemente il coraggio di fare alcune scelte viene meno, di fronte ad uno stato delle cose che lascia pochi margini di manovra, se non quello di affidarsi ciecamente a coloro che ci hanno portato in questa situazione, presunti imprenditori e speculatori finanziari.
Il caso GKN è emblematico di questa situazione: si fa una legge per il consorzio industriale e non si danno gli strumenti per realizzarlo, acquisizione dell’area e prestiti a garanzia, sperando, come di fatto succede, che la fatica e lo sconforto prendano il sopravvento e finisca tutto con una pacca sulla spalla.
Proprio contro questa situazione di stallo, chiediamo che la Regione Toscana si faccia veramente capofila di un rinnovamento politico dell’Italia, facendo scelte economiche coraggiose e lungimiranti, per gettare le basi di una nuova politica industriale, in cui Stato, Regioni ed i Comuni si facciano parte proattiva.
Auspichiamo la fine dell’attesa e dei rinvii, di tutti quei freni alla proposta di reindustrializzazione dal basso, di transizione ecologica dal basso, che vuol difendersi dalla speculazione finanziaria ed immobiliare.
E senza un concreto coinvolgimento della parte pubblica, non c’è presente e, purtroppo, nemmeno futuro.
perunaCittadinanzaAttiva
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