Lo dice anche la nuova Strategia Energetica Nazionale 2017: il rigassificatore di Rosignano proposto da Edison è inutile e dannoso

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Aveva ragione il Comitato! Lo dice (finalmente) anche il documento di Strategia Energetica Nazionale (SEN 2017) firmato e presentato dai ministri Calenda e Galletti il 10 novembre il cui avviso è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 288 del 11 dicembre 2017 a pag. 27.
Il nuovo documento, che definisce le linee della strategia energetica dell’Italia fino al 2030, va a sostituire la versione precedente, emessa con DM 8 marzo 2013 (SEN 2013) e ne cambia radicalmente le impostazioni specialmente per quello che riguarda le politiche in materia di GNL e terminali di rigassificazione.
Viene riaffermato il ruolo del gas metano come combustibile “di transizione” per sostenere il passaggio alle rinnovabili e accompagnare la definitiva uscita dall’uso del carbone per le centrali termoelettriche.
Anche se  non si chiude del tutto la porta a nuovi terminali, al GNL viene assegnato un ruolo “marginale” ( pag 159):

“… il corretto dimensionamento della capacità addizionale di rigassificazione è determinato soprattutto dalla necessità di garantire che il GNL spot possa essere fonte marginale, in competizione con le altre fonti di gas spot (nord Europa, in futuro forse Algeria;…”

Spariscono completamente le prospettive faraoniche di fare dell’Italia lo “Hub” del metano per tutta l’Europa e le politiche di forti incentivi per la realizzazione di nuovi terminali di rigassificazione.
Fine delle illusioni. Il costo del metano ottenibile per rigassificazione del GNL non è poi così competitivo  rispetto a quello ottenibile tramite i tradizionali gasdotti e chi ha scommesso fortemente sul GNL (come la Spagna) si trova con una spaventosa eccedenza di capacità di rigassificazione che non riesce a trovare adeguati sbocchi di mercato.
La figura 46 illustra benissimo la situazione.   

La SEN 2017  riconosce che gli impianti  esistenti sono largamente sottoutilizzati e, prima di incoraggiare la costruzione di nuovi,  dirige l’attenzione sulla necessità di far lavorare appieno quelli esistenti (Rovigo, La Spezia e OLT Livorno)

Molte delle nuove iniziative sono  quindi da  indirizzare preferibilmente al completamento e al miglioramento della rete dei gasdotti e un’attenzione particolare è riservata alla metanizzazione della Sardegna. Gli incentivi, che pure rimangono, vengono riservati a questo tipo di interventi.

Nella “Sintesi”  a pag 21 vengono evidenziate le principali direttrici di azione:

  • promuovere la realizzazione di nuovi gasdotti di importazione ch diversifichino fonti e rotte di approvvigionamento …
  • attribuzione dei servizi di rigassificazione mediante asta, invece che con tariffa per rendere più attrattivo l’uso dei terminali operanti in Italia
  • convertire a metano le reti di distribuzione esistenti in Sardegna e svilupparle tramite collegamento a depositi Small Scale GNL … anche per avviare il primo pilota di Sulphur Emission Controlled Area (SECA) per il traffico marittimo in Sardegna

Il documento finale innova radicalmente anche rispetto alla precedente bozza predisposta per la consultazione che prevedeva ancora un possibile (ed auspicato) incremento della capacità di rigassificazione “a carico del sistema”, cioè incentivata dallo stato, tra 4 ed 11 miliardi di metri cubi .

Infatti a pag 160  precisa che:
“A seguito di ulteriori approfondimenti successivi ai risultati della consultazione l’ipotesi originariamente prevista di promuovere la realizzazione nel breve termine di 4 miliardi di metri cubi di capacità di rigassificazione addizionali con garanzie a carico del sistema… è stata valutata non necessaria in questa fase… Inoltre la stima del fabbisogno nel medio – lungo periodo (da 1 fino a 11 miliardi di metri cubi)…”

Risulta gravata da tali e tante incertezze che: 

“Data l’incertezza sugli scenari di medio – lungo termine non si ritiene (…) opportuno vincolare già oggi la scelta dell’assetto infrastrutturale dell’import di GNL di medio – lungo periodo … dato che la funzione di consentire al GNL spot, mediante un altro terminale di rigassificazione, di essere fonte marginale e competere con i volumi dal nord Europa come fonte marginale, potrebbe essere assicurata, in uno scenario di domanda ridotta, dalla competizione fra i volumi provenienti dalle altre infrastrutture esistenti e programmate”.

Il Comitato aveva, per tempo, visto giusto: non è necessaria nessuna capacità aggiuntiva di rigassificazione!
Il progetto Edison Rosignano in tutte le sue varianti è un progetto costoso e  inutile e, diciamo noi, inutilmente dannoso e pericoloso. 

Che cosa è il progetto Edison per un rigassificatore a Rosignano.

 L’ultima “Revisione della Variante del Progetto Rosignano” presentata da Edison il 22 dic 2015, in estrema sintesi  prevede l’inserimento del nuovo impianto GNL con una capacità di rigassificazione di  8 miliardi di metri cubi/anno e in particolare:

  • l’allungamento del pontile di ca 450 m (lunghezza totale ca 2,5 Km)
  • la predisposizione di una piattaforma di attracco per le metaniere fino a 140.000 mc e delle bettoline per le operazioni di ridistribuzione del GNL via mare
  • la realizzazione delle condotte criogeniche per il GNL  e delle tubazioni ausiliarie sia sul pontile che nel tratto tra il  pontile e lo  stabilimento (ca 3 Km) con attraversamento della pineta e della fascia litoranea in località San Gaetano – Spiagge Bianche, del fiume Fine, della ex strada statale Aurelia e della ferrovia Livorno-Roma.
  • la costruzione di un terminale di rigassificazione del GNL all’interno dello stabilimento Solvay : due serbatoi da 160.000 mc ciascuno
  • La realizzazione, in prossimità dei serbatoi del GNL, di una stazione di caricamento per autobotti per la distribuzione via terra del GNL e la previsione di una ulteriore espansione per la distribuzione dl GNL anche mediante carri ferroviari.

Successivamente sarebbe anche previsto

  • Lo spostamento dell’attuale serbatoio etilene, collocato in località San Gaetano, all’interno dello stabilimento, in area limitrofa a quella dei serbatoi GNL con il raddoppio della capacità da 10.000 a 20.000 metri cubi e la realizzazione delle necessarie condotte, criogeniche e non, che andrebbero ad affiancarsi a quelle del GNL lungo tutto il tratto tra il pontile e lo stabilimento.

Qui sotto una mappa dell’impianto tratta dalla documentazione di progetto:

Ed una nostra rielaborazione grafica:

 Risulta evidente il pesante impatto sul territorio generato da questo progetto e in particolare:

  • la creazione di una larga zona di esclusione alla navigazione e al transito dei natanti
  • la prossimità degli impianti, tutti classificati ad alto rischio e sottoposti alla normativa “Seveso”, alle zone abitate di VADA e di Rosignano Solvay
  • l’estensione della zona soggetta a rischio industriale a tutta la fascia di territorio attraversata dal sistema di condotte (linea arancione)
  • l’inserimento dei nuovi impianti all’interno di uno stabilimento in cui sono già presenti impianti sottoposti alla direttiva Seveso e quindi l’incremento del rischio industriale complessivo che viene a gravare sulla intera zona
  • l’inevitabile impatto sulle attività turistico – balneari in tutta la zona compresa tra Marina di Cecina e Castiglioncello

A questo si aggiungono tutta una serie di rilievi sugli aspetti tecnico – normativi del progetto che riguardano:

  • l’insufficienza del quadro normativo e l’arbitrarietà nell’applicazione delle normative esistenti
  • l’indeterminatezza di alcune soluzioni tecniche che riguardano in particolare le condotte criogeniche da cui deriva la approssimazione delle valutazioni di impatto ambientale fino ad ora effettuate

Contro l’ipotesi di realizzazione di questo progetto è attivo il Comitato per il NO al Rigassificatore a Rosignano che ha già presentato, nel 2011 un primo ricorso, tuttora pendente presso il TAR del Lazio, contro il decreto di VIA rilasciato ad una versione precedente .

Un secondo ricorso  al TAR del Lazio è stato appena presentato contro il decreto di “non assoggettabilità alla procedura di VIA” emesso dal Min. Ambiente lo scorso 14 luglio 2017.

NOTA BENE – per la documentazione di progetto si rinvia al  sito delle Valutazioni Ambientali del Ministero Ambiente al link: http://www.va.minambiente.it/it-IT/Oggetti/Documentazione/156/2645      

Il Comitato ha un suo sito Facebook: “Comitato NO Rigassificatore Rosignano” e dispone di un c/c per la raccolta di contributi volontari: IBAN: IT42F0760113900000007071946 intestato a  Angela Hubel, tesoriera del Comitato

 

*Augusto Menconi 
Per il Comitato per il NO al Rigassificatore a Rosignano

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Augusto Menconi

Augusto Menconi, laureato in Chimica. Ha lavorato dapprima in Ricerca e Sviluppo in diversi settori della Chimica fine in primarie aziende a dimensione internazionale (Montedison, ENI). In seguito ha ricoperto ruoli manageriali come Responsabile di Produzione in aziende del settore Chimico – Farmaceutico dove, oltre alla gestione ed organizzazione della produzione ha seguito in particolare le problematiche della qualità e della sicurezza e protezione ambientale.

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