Nei giorni scorsi l’agenzia di rating Moody’s ha messo nero su bianco che dall’inizio del prossimo anno aumenteranno (ancora!) le tariffe dell’acqua. Gli incrementi saranno automatici nell’ordine del 4-5% nel biennio 2013-2015, garantiti per coloro che investiranno nell’efficientamento dei costi e nel miglioramento del servizio. Detto questo le magagne per gli utenti toscani di Publiacqua non finiscono qui. Oltre alla vertenza aperta dai movimenti per l’eliminazione dell’amianto dai tubi dell’acquedotto (1.200 chilometri), la poca trasparenza della bolletta è ancora protagonista. Proviamo allora a fare un po’ di chiarezza:
Fino al gennaio del 2014 in alto sulla sinistra trovavate due sigle: SII (Servizio idrico integrato); SA (Solo acqua) e servivano a distinguere chi pagava un servizio comprensivo di fogne e depurazione da chi no. Sigle misconosciute ai più, permettendo a Publiacqua di riscuotere la tariffa per il servizio integrato anche da chi non ne usufruiva. Distinzione resa più chiara (per il gestore ma non sono dello stesso parere i consumatori) dalla prima bolletta del 2014 fino al settembre dello stesso anno quando scadeva la richiesta di rimborso.
Sul rimborso la polemica è ancora aperta. Il Decreto ministeriale 30 del 2009 stabilisce infatti le regole per la restituzione di questa che in molti definiscono una vera appropriazione indebita e truffa. Il prelievo infatti era stato dichiarato illegittimo da una sentenza della Corte Costituzionale del 2008 e ancora oggi viene prelevato indebitamente. Dal 2014 sulla parte sinistra della bolletta, nella sezione dedicata alle Comunicazioni, si dice se l’utenza è o meno servita da un impianto di depurazione. Sulla parola, visto che è tutto da verificare perché ad oggi non sono mai state rese pubbliche le cartografie aggiornate.
Recentemente stanno arrivando i primi rimborsi e le cifre sono più basse rispetto a quanto dovuto, senza naturalmente che venga fornita alcuna spiegazione. Non si capisce perché vengano rimborsati solo gli anni dal 2005 al 2008, facendo così sparire due anni. Fate quindi attenzione a questa voce. La Corte Costituzionale, con sentenza n. 335/2008 ha inoltre stabilito che il rimborso deve essere calcolato sulla base di dieci anni. Ad Arezzo i consumatori stanno vincendo i primi ricorsi.
Continuando nella nostra lettura troviamo la voce “Deposito cauzionale“, a nostro avviso un altro balzello, considerato che viene prelevato grazie a una modifica unilaterale del contratto. Questa operazione fu fatta dicendo che la quota cauzionale non sarebbe aumentata se gli utenti avessero attivato in banca un Rid. Operazione che mirava a consentire una maggiore esposizione debitoria di Publiacqua con gli utenti nella veste di garanti. Incredibile ma vero.
Oggi la quota cauzionale aumenta solo se l’utente si scorda di pagare una bolletta. Il gestore fa partire una raccomandata con la minaccia di distacco e dopo due anni raddoppia la quota cauzionale. Attenzione però. Ci sono stati dei casi in cui la bolletta non è stata inviata ma, all’utente ignaro, è arrivata comunque la raccomandata e si vede così raddoppiare arbitrariamente il deposito.
Nella bolletta si chiede inoltre all’utente di compiere l’autolettura e si suggeriscono i giorni per poterla comunicare. Attenzione anche qui. Nella tariffa paghiamo la ditta che deve leggere il contatore. Da stare attenti anche alle differenze tra letture presunte ed effettive. Quando la lettura presunta è superiore a quella reale è necessario chiamare subito il gestore per comunicare il dato effettivo. Le presunte vengono spesso usate per far scalare verso l’alto la fascia di consumo e pretendere poi esosi conguagli. Inoltre, quando hanno bisogno di liquidità, accorciano i tempi di fatturazione inviando le bollette anche ogni 45 giorni.
Un esempio reale. Un utente di 82 anni ha pagato puntualmente e regolarmente con il Rid bancario bollette derivanti da 13 letture presunte. Si è trovato a pagare ben 700 euro di conguaglio. Publiacqua si è scusata, e ha cambiato la ditta incaricata della lettura. Quanti casi analoghi non emergono?
Nel Riquadro tariffa ci viene detto che da 0 a 60 metri cubi di acqua si paga pochissimo. Ma sono altrettanto poche le utenze che restano sotto questo limite. Questo primo scaglione viene infatti superato dalla moltitudine dei cittadini, e spesso anche il successivo (da 60 a 150 mc). Se una famiglia di due o tre persone non sta attenta può arrivare a pagare 1,80 euro a mc e una famiglia di quattro persone può arrivare a pagare l’acqua anche quasi 3 euro a mc e oltre i 200 mc si oltrepassano i 5 euro.
Un’ultima chicca: sotto l’importo da pagare c’è una nota “Le fatture precedenti ci risultano regolarmente pagate. S.E.&O.” Questa sigla significa Salvo errori e omissioni ed è apparsa da quando è stata avviata dai Movimenti per l’acqua pubblica la Campagna di Obbedienza Civile che prevede il non pagamento della componente tariffaria della “remunerazione del capitale investito” abrogata dal referendum del 2011 e ignorata da istituzioni e gestori.
*Rosanna Crocini, Comitato Acqua Bene Comune Pistoia
E tanto per ricordare le #acque di #Publiacqua “LISCIA O GASSATA COMUNQUE E’ INQUINATA!” https://lnkd.in/dVTYaWP