Datteri freschi al rum farciti di mascarpone, caramello

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La ricetta questa volta non ha a che fare con il recupero, ma, per le feste, penso che vada bene così.

Dove ho incontrato per la prima volta i datteri sulla pianta.
Quando sono stata in Marocco, penso ormai 10 anni fa, o anche 15, andando da Marrakech a Zagora abbiamo fatto tappa obbligata, causa fame a Ouarzazate.  Abbiamo conosciuto Sadik, un ragazzo berbero, straospitale che, dopo averci indicato l’unico posto dove mangiare il millesimo tajine, ci ha fatto visitare un “magazzino” che sembrava il nascondiglio di Ali Babà; tutti manufatti che recuperano dalle carovane nel deserto e che vendono esclusivamente ai negozianti di una Marrakech  che loro, les homme bleu, frequentano mal volentieri  (trop de bruit).
barbara verso zagora giustaCi offri un tè rovente, dolcissimo e pieno di menta e, usando il francese abbiamo fatto una discreta conversazione; tra varie domande di religione/politica e usi/costumi, non potevo non chiedere cosa ci facesse un campo di calcio appena all’inizio del “paesino”, inimmaginabile per me credere che, con quel clima, potessero pensare al calcio, e invece si sono attrezzati così: giocano un tempo all’alba e l’altro al tramonto quando le temperature sono sopportabili.
In questo posto pazzesco dove in fondo all’unica strada troneggiava un cartello di latta con tanto di cammello disegnato, con sotto la scritta ‘Timbuctu 45 giorni’, ho visto il cielo più bello di tutta la mia vita: “un cielo in pianto di deformi stelle” recita una poesia del mio amato Rilke e mai così calzante per me come allora. E in quello stordimento di senso, lungo quella strada infuocata, la strada di “il tè nel deserto” di Bertolucci, con oasi ad inseguirsi ed uno stretto, lungo uadi (fiume) tra giganteschi datteri, ho pensato a mio nonno, alle 4 parole di arabo che mi aveva insegnato e alla sua cavalla di nome Kadija ed ho chiesto a Sadik se significasse qualcosa e quel qualcosa era: stella splendente. Mi piace anche che la scoperta del significato di una parola legata a un ricordo di infanzia sia avvenuta lungo la strada delle palme da dattero.

Procuratevi dei datteri freschi, sbucciateli, togliete il nocciolo e metteteli a macerare nel rum per una notte, in frigo nella parte meno fredda. Un buon rum da pasticceria va bene, magari stemperato con un poco di acqua, per abbassare il “livello alcolico”.

datteri lib

Lavorate con la frusta del mascarpone con lo zucchero a velo e con l’aiuto di una sacca da pasticceria riempite i datteri sgocciolati.

Il Caramello:
500 gr zucchero semolato
200 gr di acqua
5 gocce di limone.

caramelloSi mette sul fuoco molto basso lo zucchero, una volta brunito e sciolto completamente, mescolare con attenzione aggiungendo l’acqua bollente. Spengete il fuoco continuando a girare unendo anche il limone. Far raffreddare. Mettete il caramello in una boccetta e fatelo colare a filo decorando i datteri ripieni.
Questa ricetta non vi farà vedere il cielo notturno del deserto, ma forse, gustandola lo potrete semplicemente immaginare.

 

 

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Barbara Zattoni

"Cheffa" del Ristorante Pane e Vino, autrice di libri di cucina e altro (La cucina del riuso - Il libro dei dolci) e modista. Ha collaborato con perUnaltracittà al ciclo d'incontri "Europa tossica". Attualmente insegnante di cucina a Cordon Blue e chef a domicilio. Il suo sito internet

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