Cinque assemblee gremite di lavoratrici/tori e un presidio di 900 lavoratori della Regione Toscana davanti al consiglio regionale, tenuto il 25 novembre non smuovono chi non ha rispetto per i lavoratori.
Chi li vuole zitti, spauriti e pronti ad accettare ogni prevaricazione. Presidente e giunta dicono no alle nostre rivendicazioni contenute in una piattaforma unitaria. Un nuovo contratto decentrato che dopo anni di blocco darebbero una boccata di ossigeno ai nostri magri introiti.
I lavoratori della Regione Toscana hanno questi redditi:
B in categoria iniziale 19.358 annue lorde
C in categoria iniziale 21.783 annue lorde
D in categoria iniziale 23.725 annue lorde
A questo si aggiunge la produttività annuale lorda che è condizionata dalla valutazione dei risultati e ammonta a 3000 – 4000 euro lordi annui.
Il totale di tabellare e produttività è quindi fra i 24.000 e i 28.000 euro lordi annui.
A chi, come fanno i nostri datori di lavoro, ci dice che siamo fortunati ad avere un lavoro, rispondiamo che il lavoro lo abbiamo avuto con un concorso pubblico, e che quelli che hanno vinto al lotto sono loro che hanno redditi che non sono giustificati né tantomeno meritati.
Chi guadagna 130.000 (i direttori scelti direttamente dai politici) euro lordi annui o 170.000 euro lordi annui (come il direttore generale) oppure i 13.000 euro lordi mensili (come Rossi) oppure 11.549,62 euro lordi al mese (come Bugli e tutti gli altri assessori) dice che chiediamo troppo. Non si capisce proprio perchè debbano guadagnagre 6 volte quello che guadagnamo noi.
Malgrado il nostro datore di lavoro ci vorrebbe zitti e buoni, noi con le assemblee e il presidio abbiamo preso posizione, abbiamo chiesto quello che ci spetta. Non avevamo il cappello in mano di chi chiede per favore, al contrario avevamo la consapevolezza del nostro valore come lavoratori e come persone, il cui tempo va retribuito in modo congruo, come previsto dalla costituzione (art.36: Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”).
Di fronte a una nostra richiesta di accrescere un fondo del salario accessorio smunto da anni di contenimento previsto dalla legge DL78/2010, il niet dei politici e dei direttori li mostra per quello che sono.
In Regione Toscana la gerarchia non ha una ragione organizzativa, che mette la persona giusta al posto giusto e cerca di promuovere il benessere dei lavoratori, ma al contrario è disciplinare: precisamente costringere i lavoratori ad accettare le ingiustizie che quotidianamente si snocciolano di fronte a loro. Ingiustizie fatte di arbitrarietà (chiamarla discrezionalità sarebbe troppo benevolo) che non assegna i compiti in base alle competenze e alle preferenze (da inguaribili utopisti sogniamo una società in cui ognuno può diventare quello che vuole essere) bensì in base ad altre ragioni: l’appartenenza politica prima di tutto.
Pensate che i direttori (130.000 euro annue e 170.000 euro annue) sono scelti direttamente dal presidente (13.000 euro al mese), e che i direttori decidono a chi assegnare gli incarichi di Posizione Organizzativa.
Pensate che mentre noi per chiedere le progressioni orizzontali dobbiamo fare i presidi, altri le ottengono all’accesso, come avviene per i dipendenti delle strutture di segreteria dei gruppi consiliari che oltre alle voci stipendiali fisse e continuative (fra cui lo stipendio tabellare) percepiscono fra un minimo di 11.134,77 euro e 19.517,15 euro annui, senza valutazioni.
Pensate che il personale scelto dai politici (giunta e consiglio) costa annualmente alla regione 7.517.334 euro. Personale scelto dai politici senza nessuna selezione trasparente.
Questo bisogna dire ai giovani in cerca di lavoro: c’è chi vi passa avanti senza merito. Ci sono i raccomandati dai politici che vi rubano il lavoro nella pubblica amministrazione.
Eppure siamo in un ente pubblico e tutta la struttura dei nostri uffici è al servizio della giunta regionale, del presidente della regione e del consiglio. Allora perché assumere altri direttamente scelti dai partiti? Perché i politici preferiscono il rapporto fiduciario. E qui sta la differenza: ci siamo noi dipendenti assunti con concorso e ci sono gli altri cooptati dai partiti per varie ragioni. I primi vengono vessati e non gli si dà nulla, agli altri gli emolumenti fioccano senza colpo ferire. E le gerarchie vengono ricoperte troppo spesso con gli stessi criteri.
Ma questo è un altro punto che interessa la società toscana. Mentre noi lavoratori autonomi dai politici perché non messi al lavoro da loro, garantiamo una assoluta imparzialità, obiettività, trasparenza e indipendenza e quindi la tutela dell’interesse pubblico, chi ha ottenuto un incarico direttamente da un politico è oggettivamente dipendente da lui. Qui seguiamo il ragionamento dei costituenti quando hanno imposto il concorso pubblico per accedere alla pubblica amministrazione, proprio per impedire legami troppo stretti fra dipendenti pubblici e politici per gli ovvi rischi che comportano.
Poi pensiamo all’ampliamento dell’aeroporto, al tunnel TAV, all’inceneritore, alla sanità pubblica scomparsa, alla mancata soluzione della questione della casa, e crediamo che se la regione fosse di sinistra dovrebbe prendere decisioni a favore delle classi subalterne, di chi ha redditi bassi e invece…Ma allora presterebbe attenzione alla giusta retribuzione dei suoi lavoratori. Come direbbe il grande Thomas Sankara “non vogliamo essere i dirigenti ricchi di un paese povero”.
Martedì 15 dicembre dalle 10 alle 13 i lavoratori della Regione Toscana saranno al presidio unitario convocato dalla RSU davanti a palazzo Sacrati Strozzi, piazza Duomo.
Marvi Maggio – cobas regione toscana
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Marvi Maggio
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