Senza l’ausilio della memoria il peggiore passato è destinato a tornare: nazionalismo, fascismo, razzismo e guerre

Per onorare il giorno della memoria l’unica cosa che possiamo fare è denunciare le forme di discriminazione che continuano ai giorni nostri a mietere vittime.

L’antisemitismo non è mai tramontato in Europa e la crescita di destre, nazionalismi soffiano sul fuoco del pregiudizio e dell’odio.

L’agenzia Eu (ENAR e FRA) monitorano il fenomeno: da studio nel 2016 risulta che:

  • il 46% degli ebrei europei intervistati è  stato insultato o molestato in pubblico  per il fatto di essere ebreo,
  • un terzo è preoccupato del rischio di aggressioni fisiche ed il 75% ritiene che l’odio on Line stia pericolosamente aumentando,
  • i dati evidenziano nel 2016  ci sono stati 2 milioni di tweet antisemiti in 12 mesi, nel solo mese di ottobre, dello stesso anno 40 milioni di persone  sono state raggiunte da tweet razzisti contro gli ebrei. Una tale quantità  porta alla normalizzazione , uno sdoganamento del discorso antisemita,
  • l’hate speech antisemita  in Italia, segnalato da Vox in 6 mesi ci sono stati 6.754 messaggi negativi sugli ebrei. Il contesto italiano è  tra i più antisemiti in Europa, con l’aumento degli spazi web dedicati all’antisemitismo .

L’odio razziale e xenofobo, ieri come oggi, si alimenta della crisi sociale, una crisi che cerca facili capri espiatori, ad esempio un cavallo di battaglia è quello delle risorse spese per migranti e profughi. Il tutto alimentato da false credenze. 

Il razzismo è la tonalità emotiva e la regressione culturale con cui nuove frontiere delimitano territori presidiati.

Un razzismo istituzionale e democratico che ha permeato la società e che si è vistosamente rafforzato con le politiche che hanno preso il nome del ministro Minniti, a cui ha contribuito la scelta del partito democratico  e del governo Gentiloni di rinunciare la legge sullo Ius soli, per giunta temperato. La legge sulla concessione della cittadinanza a certe condizioni  ai figli di immigrati, che risale al 1992. Non è bastato un quarto di secolo che avrebbe aiutato gli italiani a non diventare razzisti, oltre ad essere un provvedimento di giustizia  e di adeguamento  delle normative italiane a quelle dei paesi più civili e avanzati. 

Il razzismo non è una forma degenerata di xenofobia, alla base di entrambi c’è la paura, dunque l’ignoranza, la non conoscenza, ma il razzismo è  fecondato dal germe dell’odio. Un risentimento che da nascosto è diventato pubblico ed esibito. Non è la realtà che indirizza le politiche e gli umori ma la sua percezione. Gli imprenditori politici della paura hanno abolito le statistiche, che andavano in senso contrario, per affermare il primato della percezione. Se il cittadino ha paura bisogna tenerne conto, anche se non è giustificata dallo stato delle cose.

Oggi si ha il fascismo digitale,  dal rapporto della commissione della Camera ” Jo Cox” sui fenomeni di odio, intolleranza,  xenofobia e razzismo risulta che l’italia è  il paese con il più alto tasso di ignoranza  sull’immigrazione in tutto il mondo

Oltre agli immigrati altre categorie colpite sono: le donne,  la popolazione LGBTI, rom, ebrei e chi professa altre religioni. 

L’altro da odiare viene visto come una forza presumibilmente pericolosa o inferiore,  così i crimini ed i maltrattamenti  risultano misure non solo giustificabili ma addirittura necessarie. Il discorso dell’odio è  sempre presentato Come difesa dall’invasione o dalla diversità.  L’odio non è già dato, l’odio si crea.

Il concetto di patria e nazione, prima appartenente alle dx ora è fatto proprio da quasi tutte le aree politiche.

Il non noi è percepito come minaccioso e inquietante, in quest’ottica anche il povero e il nulla tenente è  percepito come una minaccia, se arriva da altri paesi è  straniero due volte, ci vuole invadere e derubare e quindi dobbiamo difenderci, ma questa è pura follia.

Diseguaglianze, razzismo, crisi economica sono nessi causali del sistema liberista al tempo della globalizzazione,  basato sulla libertà del mercato, sulla supremazia del profitto, sulla finanziarizzazione dell’economia,  sull’accaparramento dei beni comuni

La scrittrice Naomi Klein : ” i sistemi di potere che mettono un  gruppo in posizione dominante su un altro, sulla base del colore della pelle, della religione,  dell’orientamento sessuale e di genere, servono sempre gli interessi del potere e del denaro. Gli esseri umani sono considerati come materie prime da cui estrarre ricchezze per poi buttarli.

C’è la paura alle radici del razzismo, ma anche della guerra contro i poveri, dei  i soggetti sociali più deboli.

Una paura coltivata nel dialogo politico, una paura è  alla base del rinvio sullo Ius soli, una paura sorda che ha alimentato i media per mesi strumentalizzata dalla dx.

La storia va ricordata e analizzata x comprendere e individuarne le tossine che hanno causato tanti morti, il genocidio, nel fascismo ma che ancora oggi corrompono la coesione sociale, archiviando i sentimenti umanitari e solidali.

La paura è lo strumento per concentrare il potere nelle mani di pochi. 

È definito hate speech  il discorso d’odio che amplifica insieme allo stigma, la discriminazione e la criminalizzazione di interi gruppi sociali.  Espressioni pubbliche che diffondono, incitano e giustificano l’odio e la discriminazione verso gruppi specifici, diventa la costruzione di un senso comune che domina la scena  politica. Si sostengono politiche di chiusura delle frontiere e di respingimento  di migranti e rifugiati,  trattandoli come “non persone“. L’ hate speech è  persuasione  in una società frammentata, non solidale, egoista.

Come non  ricordare che i lager in Libia esistono ancora oggi, in cui i migranti bloccati sono torturati  e le Ong messe in condizioni di non operare. Una svolta verso l’inumano, l’altro è ridotto a cosa, sacrificale,  esattamente come nel periodo del genocidio,  oggi accade in Libia , grazie ad un accordo di questo governo. 

L’ ONU  ha denunciato che i migranti ricondotti in Libia, vengono rinchiusi  nei centri di detenzione,  dove subiscono maltrattamenti e violenze.

Concludo dicendo che anche quanto accade oggi in Israele non è accettabile. In Israele e nei Territori Palestinesi Occupati, le forze israeliane hanno ucciso illegalmente civili palestinesi, anche bambini, e arrestato migliaia di palestinesi degli Opt che si erano opposti alla continua occupazione militare di Israele, trattenendone centinaia in detenzione amministrativa. Tortura e altri maltrattamenti commessi nell’impunità. Hanno imposto rigide restrizioni alla libertà di movimento dei palestinesi. Nella Striscia di Gaza è rimasto in vigore il blocco militare, imposto da Israele come forma di punizione collettiva ai suoi 1,9 milioni di abitanti; le forze israeliane hanno continuato a demolire le abitazioni palestinesi sia in Cisgiordania sia in altri villaggi, sgomberando con la forza gli abitanti. Le autorità hanno inoltre incarcerato obiettori di coscienza al servizio militare e detenuto ed espulso migliaia di richiedenti asilo provenienti da paesi africani (Fonte Amnesty International).

Per onorare il giorno della memoria bisogna evitare nuove morti.

*Miriam Amato