Cari cittadini pistoiesi firmatari della dettagliatissima petizione contro Don Massimo Biancalani, voglio scrivere io una lettera a Voi, e metto in copia anche un mio amico, Eric Jozsef, e un altro, Pierfrancesco Majorino, e un altro ancora, Luca Paladini. Gente senza importanza: uno è un giornalista francese che ha conosciuto il centro di accoglienza, il secondo è l’assessore ai servizi sociali del Comune di Milano e qualcosa conosce del problema dell’accoglienza dei migranti; il terzo invece è uno che voi, probabilmente, chiamereste “gay” in pubblico e “frocio” in privato, una persona splendida che conosce qualcosa di diritti ed emarginazione.
Pure io ci vivo, a Vicofaro, anche se non così spesso come vorrei. Saluto, quando li incrocio, gli ospiti del centro di accoglienza di Don Biancalani.
Non li ho mai visti defecare o urinare in pubblico. Non ho mai visto nessuno, in quella zona, defecare o urinare in pubblico. Non ho mai sentito rumori molesti a causa della pizzeria gestita dai ragazzi di Don Massimo Biancalani e, ripeto, abito in linea d’aria a cinquanta metri da quel centro di accoglienza. Attraverso la strada e ci sono.
E ci sono andato. Perché, dite? Perché ero curioso di sapere e di conoscere. Perché forse non mi accontento dello scandalismo di un giornale di provincia e credo che per capire cosa fa un uomo, sia egli un prete o un delinquente, bisogna guardarlo negli occhi. E negli occhi di Massimo ho visto fede e impegno, cose che sono rare, prima di tutto in me stesso.
Voi, pistoiesi di Vicofaro firmatari della dettagliatissima petizione, dovreste guardarvi la mattina allo specchio e chiedervi dove sia l’urina e la merda che vi siete inventati per gettare merda impastata con urina sui ragazzi che la mattina prendono la bicicletta, vanno a lavorare a Montale, ad Agliana, al Bottegone, fuori Pistoia, e la sera ritornano, stanchi, come siete stanchi voi quando la sera vi mettete davanti a Sky a guardare XFactor, con la differenza che il giorno dopo immaginate che cosa farete; loro, invece, non sanno neppure se il giorno dopo potranno restare lì. Grazie a Voi, cittadini indignati firmatari della dettagliatissima petizione.
Voi, pistoiesi firmatari della dettagliatissima petizione, però siete manchevoli, non avete visto nulla; non avete mai salito le scale della canonica di Don Biancalani, non avete mai rivolto la parola a uno di quei ragazzi. Non avete mai visto l’amore e l’affetto che circonda quel parroco che, umilmente, fa il prete: sta con gli ultimi. E gli ultimi non siete voi, mi dispiace.
Voi avete raggiunto il vostro piccolo benessere con le vostre utilitarie parcheggiate in doppia fila in via S. Maria Maggiore, ma non sapete manco per caso dove stia di casa il Vangelo.
Vi dite cristiani, ma disertate la messa di Don Biancalani perché ci sono i “negri” in chiesa; guaite e digrignate i denti per il rumore e la vostra immaginaria sporcizia e non vi rendete conto che i primi sporchi, lo scandalo, siete Voi, che tirate in mezzo anche i vostri figli nello scandalo, affermando che li accompagnate a scuola in auto perché avete paura. No, vi siete sbagliati, li avreste accompagnati comunque in auto a scuola; ormai sono solo i migranti che accompagnano i figli a scuola a piedi, voi lo avreste fatto comunque in auto.
E poi, aggiungete, fanno rumore. Eh, lo capisco, il rumore dei bianchi è tutt’altra cosa, per quello però state zitti…
Ma voi che ne sapete di quei ragazzi, anche voi, catechisti della parrocchia, che avete smesso di insegnare il catechismo perché i vostri allievi non erano più bei bimbetti bianchi e puliti ma potevano essere anche adulti con la pelle scura e i capelli ricci?
Io, da laico e da non credente, ve lo dico: mi fate schifo. Schifo perché siete il motivo, voi sepolcri imbiancati, del relativismo religioso che ha ucciso non solo il vangelo ma anche la pratica di esso. Cristiani a corrente alternata, timorosi, pavidi e preoccupati per il vostro piccolo benessere. E io non credo nella Chiesa, e considero il Vangelo un documento storico, non una regola di vita. Quindi ve lo posso e ve lo devo dire: non siete cristiani, non siete degni di dirvi cristiani, non più di quanto sia degno io di farlo.
Ma vi siete mai chiesti che cosa vi è successo? Come è stato possibile che una cittadina come Pistoia, sede storica di una cultura operaia solidale, contadina e accogliente, sia diventata un posto dove si trovano 190 bravi cittadini indignati che presentano accuse FALSE?
Siate almeno coerenti: non cominciate ogni discorso con un “io non sono razzista, ma…”. Cambiate registro, diamine! Dite “Io sono razzista, quindi…”; è più coerente con quello che scrivete. E’ più giusto anche per Voi, pistoiesi firmatari della dettagliatissima petizione, per le vostre accuse che sono frutto di ipocrisia e timore.
Abbiate il coraggio delle Vostre azioni, e non nascondetevi sotto la tonaca di un vescovo o la marsina di un prefetto.
Voi avete paura di altre culture: ditelo. Volete andare in Madagascar con Alpitour in un villaggio con formula all inclusive, ma se cinquanta africani dormono a cento metri da Voi allora diventano un problema epocale.
Non chiudo dicendo “vi comprendo anche se non vi condivido”. Dico invece, per il lavoro che faccio, che non vi comprendo, anzi vi odio, e non potrò mai comprendervi. Perché di comprendere la cattiveria e il male non me ne importa nulla. Non me ne è mai importato nulla, e mai, nulla, me ne importerà.
*prof. Piero Graglia
Piero Graglia
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