
I temi del confronto sono stati quelli relativi a:
- questione casa e piattaforme delle locazioni brevi, inasprimento del mercato immobiliare,
difficoltà di accesso alla casa, espulsione della popolazione dai centri storici;
- lavoro e commercio, quali attività commerciali e non comporta la turistificazione, che condizioni di lavoro vi sono connesse, quali attività locali stiamo perdendo;
- spazio pubblico tra turismo e militarizzazione, in che modo le geografie della militarizzazione, l’operazione “Strade sicure” dell’esercito italiano, l’arredo urbano anti-sfondamento e anti-sosta, interagiscono con la costruzione delle enclave turistiche all’interno della città;
- la narrazione tossica dell’industrializzazione turistica, confronto tra le narrazioni, ruolo degli attori strategici, processo di specializzazione del territorio e retoriche connesse.
L’industria turistica, in molti casi, è stata riconosciuta come una delle modalità con cui il sistema neoliberista mette al lavoro donne, uomini e territori. Gli attuali processi economici muovono proprio dalla sussunzione di interi ambienti di vita, dalla definizione di catene internazionali di comando e controllo dei soggetti, finalizzate alla valorizzazione dei capitali investiti.
Si tratta di politiche neocoloniali di rapina e sfruttamento che, sul terreno lasciano però le macerie di città, forme di vita, sistemi ambientali stravolti, irriconoscibili, sofferenti, che, malgrado si adattino alle nuove condizioni di vita, hanno deciso però di reagire e di riappropriarsi, in maniera inclusiva, della propria autonomia decisionale. Eccoci qui, noi ci siamo.
Intenso e creativo il confronto napoletano: ha coinvolto soggetti provenienti da tutta Italia coordinati dai compagni del Centro Sociale Santa Fede Liberata, del Laboratorio di Mutuo soccorso Zero81, dell’ex Asilo Filangieri, da ricercatrici e ricercatori della Federico II, e tanti altri, cui va riconosciuto il merito della calorosa e impeccabile organizzazione degli incontri.
Al termine è stato proposto di organizzare il prossimo incontro a Firenze, realtà fortemente compromessa dai processi distruttivi della turistificazione. Una battagliera opposizione sociale attiva in città e nell’area metropolitana, non intende arrendersi di fronte al “realismo capitalista”, che professa l’ineluttabilità della deriva turistica del nostro territorio.
Nel capoluogo toscano è stato già organizzato nel corso del 2017 dal laboratorio peUnaltracittà un ciclo di incontri dedicato a La fabbrica del turismo presso lo Spazio InKiostro.
Conosciamo tutti i problemi che ci affliggono, a partire dalla infrastrutturazione pesante dell’area, dall’aeroporto al doppio tunnel TAV al dirompente sistema delle tramvie, al centro storico, parco o dei divertimenti del Rinascimento, all’esplosione della rendita immobiliare, ai vari fondi finanziari internazionali diventati i veri padroni della città.
Il tema della critica della monocoltura turistica può, e secondo noi, deve diventare il tema unificante delle varie rivendicazioni in atto. Pensiamo che il riconoscimento di un unico filo rosso che le lega possa dare nuovo impulso sia alle vertenze a breve termine che a quelle con più ampio respiro.
Una approfondita riflessione è necessaria, una attiva e continua mobilitazione, inevitabile.
*Antonio Fiorentino

perUnaltracittà

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