Inceneritore, un nuovo k.o. per Qthermo e Co.

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Come quei pugili suonati che barcollanti, crollano, si inginocchiano, Qthermo e c. hanno preso un altro uppercut, quello finale. Che botta! Il tonfo l’ha avvertito anche il Sindaco Nardella, da sempre grande amico degli inceneritori. Non gli è da meno il neoeletto Nicola Zingaretti, che si esalta per le piastrelle ed i sampietrini di Anagni impastati di ceneri di inceneritore! E’ questo il nuovo modello di fare impresa all’insegna della green economy, afferma Zingaretti. Un avvertimento: diffidate sempre del prefisso green, verde e diffidate del Pd. 

Gli inceneritori moderni oltre a spargere nell’aria pericolosi cocktail di micro e macro inquinanti, producono una gran quantità di ceneri insalubri. Non sapendo dove metterle, a parte le miniere tedesche di salgemma, ora si  necro-valorizzano nell’edilizia.

A Firenze l’inceneritore NON si fa. Al Pd non resta che  appendere i guanti al muro. Al Presidente Rossi non resta che stralciare l’inceneritore di Firenze, dal Piano regionale dei rifiuti, che si aspetta?

E’ stata respinta dalla Regione Toscana, in via definitiva, con decreto numero 3026, del 07/03/2019, la nuova domanda di autorizzazione all’inceneritore di Firenze, presentata nei mesi scorsi, da Qthermo, dopo la sentenza del Consiglio di Stato del maggio 2018.

Le ragioni del nuovo diniego, ce le ha sintetizzate l’avvocato Claudio Tamburini:

  • la realizzazione del  bosco della piana, secondo la sentenza del Consiglio di Stato, è condizione necessaria e imprescindibile per mitigare l’impatto ambientale e sanitario dell’inceneritore e doveva precedere la  sua realizzazione;
  • il progetto ‘ I Boschi della Piana’ non può più essere realizzato in quanto insiste sulla medesima area interessata dall’ampliamento dell’aeroporto;
  • gli interventi di rinaturalizzazione previsti dal master Plan dell’aeroporto, non possono essere sostitutivi del bosco della piana (come Qthermo  sosteneva nella propria istanza) posto che non  ne è stata considerata l’equivalenza funzionale rispetto agli effetti di mitigazione previsti dalla Vis dell’inceneritore e i suoi tempi di realizzazione sono incompatibili con la messa in esercizio dell’inceneritore, che avrebbe dovuto avvenire ‘in presenza di una struttura arborea sufficientemente sviluppata da poter efficacemente assolvere alla funzione di rimozione degli inquinanti’.

No boschi, No inceneritore!

Solo per compensare le emissioni di CO2 dell’inceneritore di Firenze, calcolammo con le Mamme no inceneritore, che avrebbero dovuto essere stati piantati, da almeno 10 anni, 3 milioni di alberi

Questo decreto del 07/03/2019 ricalca un’ articolo che scrivemmo quattro anni fa:

‘Gli interventi di riqualificazione del territorio ‘di contesto’, suggeriti dalla Vis, da parte del Dipartimento di Ortoflorofrutticultura dell’Università di Firenze, comprendevano come condizione indispensabile la creazione di alcune aree a bosco, nelle vicinanze dell’inceneritore, con essenze a potenzialità disinquinanti non solo per l’inceneritore ma anche per l’ inquinamento dell’aria, tenendo però presente che il bosco non può ridurre l’inquinamento da diossine. Però in base alle normative ENAC per prevenire il “bird strike”, non si possono impiantare boschi dove ci sono gli aeroporti! Quindi c’è incompatibilità fra ampliamento aeroporto, bosco e megainceneritore di Case Passerini (potrà bruciare fino a 200.000 tonnellate/anno, anziché le 137.000 tonnellate/anno calcolate dalla VIS). Soprattutto entrambi questi progetti oltre ad essere inutili e obsoleti, sono incompatibili con l’ambiente e la salute di chi vive e lavora nella Piana.’

Per completare l’ informazione, riprendendo l’analogia del pugile in ginocchio (Qthermo), l’arbitro ha contato fino a 9. Qthermo ha ancora la remota possibilità di un ricorso al TAR  o di  far valere eventuali illegittimità della decisione. Mi pare tuttavia che, in base alle motivazioni, vi sia davvero ben poco spazio per un’ annullamento, precisa l’avvocato Tamburini.

Piuttosto c’è da ripotenziare  / rigenerare l’ ecosistema  Piana  anche oltre il Parco agricolo, dice l’architetto Fabrizio Bertini, piantando il bosco della piana ampia, ampliando la vegetazione nei corridoi bioecologici e lungo i corsi d’ acqua; per la produzione  di nuovo paesaggio e di nuove relazioni ecologiche e sociali; per un’ agricoltura ecosistemica senza uso di prodotti chimici di sintesi e senza diserbanti e fitofarmaci, frammista ad alberature e piantumazioni come da tradizione contadina e senza aeroporto.

Gian Luca Garetti

 

 

 

 

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Gian Luca Garetti

Gian Luca Garetti, è nato a Firenze, medico di medicina generale e psicoterapeuta, vive a Strada in Chianti. Si è occupato di salute mentale a livello istituzionale, ora promuove corsi di educazione interiore ispirati alla meditazione. Si occupa attivamente di ambiente, è membro di Medicina Democratica e di ISDE (International Society of Doctors for the Environment).

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