Sull’onda culturale accesa da Greta e praticata dai ragazzi di Fridays for Future, i politici che governano il liberismo imposto dai poteri economici, siano essi di destra, sovranisti o di centrosinistra, hanno impugnato l’arma di distrazione di massa della “plastica”. Tutti quanti hanno la loro ricetta per svuotare il mare dalla plastica (ma con tecnologie ridicole), o ripulire le spiagge dai sacchetti o dalle bottigliette (senza però intaccare di un nanogrammo il peso del sistema produttivo). Insomma, oltre al tifo per la nazionale di calcio femminile, l’altro must dell’estate è quello delle vacanze plastic free, dove la responsabilità dell’inquinamento sta però tutta sulle spalle del cittadino/consumatore.
Fossimo però nei panni dei nostri amministratori ci preoccuperemmo un po’ di più sull’evoluzione che la partita ambientalista potrà avere nei prossimi mesi, a partire dall’autunno quando riapriranno le scuole e l’attivismo tipico autunnale delle assemblee, forse Greta sarà insignita del Premio Nobel per la pace per il suo impegno nella costruzione di un mondo migliore e i molti movimenti che anche in Italia si battono per una giustizia ambientale faranno sentire più forte la loro voce.
Anche in Toscana non mancano esempi di marketing politico tipico dei parvenue mangia-plastica, in una regione che sull’acqua ha due enormi criticità su tutte: i milioni di metri cubi di falda inquinata dalle attività imprenditoriali della chimica farmaceutica nella provincia di Massa Carrara (ex-Farmoplant) e Pistoia (vivaismo) oltre decine di casi minori, basta scorrere i dati preoccupanti pubblicati sul sito di Arpat.
Le ultime evidenze scientifiche ci avvertono però di un altro rischio enorme per la nostra salute: la microplastica che invece che stare nelle lontane e rassicuranti acque tra l’Arcipelago toscano e la Corsica, esce dai rubinetti delle case, nell’acqua che beviamo, con cui cuciniamo e ci laviamo. Per non parlare della plastica presente nelle bottiglie che si comprano al supermercato (vedi inchiesta del Salvagente nel box).
Scientific Reports, la rivista edita da Nature Research che valuta esclusivamente la validità scientifica di un documento presentato e non la sua importanza percepita o l’impatto sull’opinione pubblica, ha appena pubblicato una ricerca del Monterey Bay Aquarium Research Institute (rilanciata da Oggi Scienza) che mostra come l’acqua sia inquinata dalla plastica ormai a tutti i livelli, dalle profondità degli Oceani fino alle cannelle dei nostri acquedotti, entrando così a pieno titolo nella catena alimentare che ci nutre e che fino ad oggi ha consentito a tutti gli organismi viventi, marini e terrestri, compresi gli esseri umani, di vivere sulla Terra.
La Città invisibile
Redazione
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