Verso il 2020: quale anno per i migranti?

Se avevamo chiuso il 2018 con la circolare della prefettura di Firenze che imponevano il coprifuoco alle persone ospitate nei centri di accoglienza (ed altre misure come l’ispezione della posta ricevuta) e la conversione in legge del decreto Salvini, si può dire che il capodanno 2019-2020 si sia celebrato nel bel mezzo dell’applicazione di quel decreto: si guardi la circolare che impone di mandare per strada in pieno inverno le persone con un permesso umanitario ospitate negli SPRAR, oppure le multe da 4000 euro a testa comminate a 21 operai di Prato che avevano scioperato bloccando i cancelli dello stabilimento dopo 8 mesi senza stipendio (e con contratti irregolari).

Tra questi due inverni c’è un’annata pesante, con più di 1.000 persone morte annegate nel tentativo di attraversare il Mediterraneo, navi di soccorso tenute in ostaggio in mezzo al mare, la comandante Carola Rakete finita sotto processo per aver portato a terra persone che pochi giorni prima avevano rischiato di annegare.

Un’annata caratterizzata da un drastico taglio dei finanziamenti per la gestione dei centri di accoglienza, con enormi difficoltà nell’assegnazione di nuovi bandi e quindi con la chiusura di decine di centri e la perdita di centinaia di posti di lavoro per tanti giovani italiani e italiane. Un’annata che ha visto crescere in modo notevole il numero di migranti “irregolari” (ovvero quelli a cui lo Stato italiano non dà un documento). Un’annata in cui abbiamo potuto verificare a pieno i risultati degli accordi che il governo PD fece nel 2017 con la Libia: in soli due anni siamo passati da 120 mila sbarchi (2017) a 23 mila (2018) a 11 mila 500 (2019). Per correttezza va ricordato che i migranti in Libia spesso vengono incarcerati in centri che le Nazioni Unite hanno definito “disumani, teatro di orrori inimmaginabili”. Ricordiamo anche che il nostro governo ha tacitamente rinnovato gli accordi con cui l’Italia finanzia i centri di detenzione libici e le milizie che li gestiscono.

Infine è stata un’annata di disinformazione, con la sovraesposizione del tema migranti (più di 1 notizia su 10 nei telegiornali in prima serata riguardava l’argomento) con oltre 4.000 servizi nei telegiornali di prima serata, ossia il numero più alto negli ultimi dieci anni. Nel 2019 solo un giorno su 365 non ha avuto notizie riguardanti profughi, migranti, rifugiati. Un tema comodo per non parlare dei problemi reali del paese ma che comunque non incide sulla risoluzione di questi.

Un’annata, il 2019, che ha visto il cambio di governo ma che non può certo definirsi “l’anno della svolta”. Sta a noi organizzarci per rendere il 2020 un anno migliore.