Le Iene e i vaccini a Firenze: occhio alle strumentalizzazioni

Una vicenda per molti aspetti ambigua, quella che si è consumata dopo il servizio delle Iene, che ha accusato di fatto medici e operatori sanitari del Mandela Forum di Firenze di vaccinare di straforo amici e parenti o addirittura di buttare via le dosi residuali dopo i vaccini prenotati e somministrati. Una vicenda su cui indaga la procura.

Tuttavia, sentendo i medici che si occupano della somministrazione, forse emerge qualcosa che, al di là delle prese di posizioni della politica (ricordiamo che è intervenuto sul caso anche il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Francesco Torselli con un altamente tempestivo sopralluogo sul posto) dà un luce diversa alla questione.

Di fatto, un dato è chiaro: come spiegato in una nota della Asl, sottoscritta dal direttore generale Paolo Morello, ad ora non sono emersi sprechi di vaccini, anzi, sono state somministrate 17 dosi in più di quelle previste. Secondo l’Asl, parlano i numeri: dall’inizio delle operazioni fino a ieri al Mandela, si spiega, “sono state somministrate 17 dosi di vaccino in più rispetto a quelle ricevute. Risulta pertanto non veritiero che dosi residue di vaccino vengano gettate via. Ad oggi, infatti (ieri, ndr) sono state complessivamente erogate 17.607 vaccinazioni in prima dose”, 16.379 di AstraZeneca e 1.228 di Moderna. Le 17 in più “sono state ottenute grazie all’utilizzo, in alcuni casi, dell’undicesima dose estratta dalle fiale multidose del vaccino, possibilità esplicitata dall’Aifa solo pochi giorni fa”.

Dunque ad ora non emergerebbe nessuno spreco. Resta da decidere come e a chi e se fosse lecito iniettare le dosi residue, le famose 17. Quanto a questo, l’Asl sta procedendo a verificare che “tutti i nominativi di persone che hanno ricevuto il vaccino, secondo il sistema del ‘last minute’”, facciano “rigorosamente parte delle categorie autorizzate”.

Ma come si procede, per la vaccinazione? Morello precisa che nel palazzetto di Firenze “vengono effettuate vaccinazioni con Astrazeneca e Moderna. Questo secondo vaccino è al momento, interamente utilizzato per il volontariato”, vale a dire il 118 e il trasporto sanitario. Dunque, può succedere “che interi nuclei familiari, iscritti da tempo ad associazioni di volontariato, effettuino tale vaccinazione”. Nell’hub fiorentino sono attualmente presenti 20 box “ma fino ad ora, a causa della scarsa disponibilità dei vaccini, ne sono stati utilizzati al massimo 12. Ogni box viene rifornito di una fiala per volta” che viene sostituita con una piena “previa restituzione del ‘vuoto’. Negli ultimi 60-90 minuti, al fine di evitare apertura di fiale che potrebbero non essere usate completamente”, nei box vengono consegnate “singole dosi gia’ caricate nelle siringhe cosi’ da evitare ogni spreco. Questo permette un controllo in tempo reale sull’attivita’”. Segnaliamo che giovedì (domani) dovrebbero arrivare un cospicuo numero di dosi AstraZeneca, per cui i medici si vedranno costretti a fare i doppi turni.

Inoltre, le dosi vengono tracciate. Il tracciamento viene attuato con il “portale di prevenzione collettiva, che prevede la registrazione di ogni prestazione effettuata e la movimentazione delle giacenze”. In caso di dosi residue “l’azienda ha dato disposizione, come previsto da indicazioni regionali, di somministrarle alle categorie ammesse alla vaccinazione”, ovvero associazioni di volontariato, protezione civile, personale scolastico e forze dell’ordine, “presenti all’interno delle liste di riserva”. Da queste categorie è quindi possibile reclutare il personale ‘last minute’ in grado di raggiungere il Mandela Forum.

Allora, sono stati chiamati amici e parenti, come sostenuto dalle Iene e immediatamente da politici locali o no? Il caso è alla verifica della Procura (il procuratore Creazzo ha aperto un fascicolo conoscitivo senza ipotesi di reto e indagati) e l’Asl sta facendo accertamenti. Di certo, c’è che la Regione ha aperto la possibilità per i cittadini di iscriversi a una “lista di riserva” per persone che si mettono a disposizione per ricevere l’eventuale “vaccino rimasto”, e che possono raggiungere l’hub vaccinale entro un’ora. A prescindere dalle categorie finora previste, fra cui i volontari della protezione civile e i vigili urbani in servizio. “Si tratterà di un lista aperta – spiega il presidente della Regione Eugenio Giani – in cui il criterio di selezione riguarderà le persone più anziane e con patologie”.

Da segnalare inoltre che da oggi alle 9, oltre al personale del mondo della scuola, ufficiali giudiziari e forse dell’ordine, potranno prenotarsi, come da circolare ministeriale, le persone nate negli anni 1942, 1943 e 1944.

Torniamo al problema principale: se restano dei vaccini a fine serata che si fa?

“La scelta di buon senso, in assenza, finora, di protocolli ufficiali – dice un operatore del Mandela – è stata quella di chiamare le persone in lista per evitare di gettare le dosi, costose e scarse. Una scelta etica, dettata dal buon senso e dalla necessità, per il personale medico in prima fila, di decidere il da farsi senza avere precise indicazioni”. Insomma sembra di capire che i medici “vaccinatori”, si sarebbero trovati nel dilemma: si butta o si somministra? E abbiano scelto di somministrare, in assenza, ribadiamo, di un protocollo ufficiale che ora sembra invece essere a disposizione.

“Far passare questa, che è una scelta etica, per un sistema di furbetti del vaccino, mi sembra tutto sommato un fatto molto grave – conclude il medico – che va a incidere sulla nostra professionalità, per rispondere a logiche politiche che dovrebbero stare molto, ma molto lontane da una partita in cui si gioca la salute nazionale e non solo”. Anche il ringraziamento del sindaco Nardella alle Iene è parso a molti operatori fuori luogo. Insomma, il sentimento diffuso è: è facile gridare allo scandalo, ai furbetti, quando l’informazione è incompleta e sensazionalistica, senza essere fondata e soprattutto senza aver sentito gli operatori. A meno che, è il dubbio di chi lavora in prima fila, ciò non serva a strumentalizzazioni politiche che non c’entrano niente con la salute. Intanto, gli accertamenti vanno avanti.

Stefania Valbonesi