Putrefazione Urbana. A Villa Basilewsky il cimitero degli elefanti

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Inquinamento alle stelle, intorno alla Fortezza da Basso. Il paesaggio acustico e olfattivo piacque al fondo svizzero che aveva comprato la dépendance ospedaliera del GranGiano di Toscana.

Roba dell’altro mondo. Picchi astronomici di polveri sottili, medie, grosse e giganti. Decibel oltre ogni soglia. Tremori dalle viscere del tunnel TAV. Sbuffi di benzene dai sottopassi automobilistici. Sferragliamenti dei tram (vuoti). Meglio di una camera a gas. Pareva la scena di una solfatara.

“Proprio quello che fa per noi, è l’accompagnamento adatto per l’ultimo viaggio dei nostri clienti”, affermarono soddisfatti gli svizzeri studiando i progressi della rinascita ambientale della città di Fioriera.

Il mega-assessore poteva dirsi soddisfatto: “Le tessere del grande progetto di Putrefazione Urbana si stanno ricomponendo”.

Gerontocomi di lusso, luxury retirement homes, finti studentati che solo i prof in pensione, quasi mummificati, potevano permettersi di frequentare. Mancava solo la dimora terminale per i decrepiti turisti cui la città si era votata. Ora il cimitero degli elefanti concretizzava il sogno del mega-assessore!

La destinazione d’uso, del resto, era in osservanza del lascito Basilewsky. “Un bel camposanto: tutto torna”, pensò l’eurosindaco intossicato dalle telecamere.

Tutti in realtà ne furono soddisfatti: la superpotente Arte dei bottegai, il gran capo dei Musei, perfino il GranGiano (un po’ inzaccherato, invero, dai fanghi di via dei Conciatori scoperchiata per i lavori alle fognature).

L’azienda di smaltimento dei rifiuti ci vide la possibilità di qualche affare. Perfino i vivaisti intravidero nell’impresa cimiteriale una via d’uscita per le migliaia di peri cinesi che non sapevano più a chi affibbiare.

Atena Poliade

 

 

 

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