Guerra o pace? La lunga marcia dei sindaci da Firenze a Pisa

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Il Gianistàn è dilaniato dal conflitto interno. La West Coast vuole l’indipendenza dal Pianbàss. I centri della rivolta sono i due aeroporti rivali: il Pisa-Darby e quello fioren-argentino.

Sul Montalbano la situazione è tesa. Pisani da una parte, fiorentini dall’altra. Si controllano a vista. I coscritti della città del giglio si radunano sulla pista dell’aeroporto di Peretolay. Che però, lo sappiamo, è un po’ corta: i plotoni non hanno spazio per le esercitazioni.

Sono anni che il geniale primo cittadino  presenta istanze al premier del Gianistàn.

“Vogliamo 2.400 metri di pista per le esercitazioni militari! Vogliamo una base militare a Peretolay”

“Non se ne parla – risponde il premier –. Casomai, una nuova base la mettiamo a Empòl, ma a Peretolay mai. Dovete sloggiare dalla Piana”.

“Non è possibile. I Togo atomici inventati dal compagno K sono installati a Peretolay, non si possono spostare col treno. Per non parlare della stazione di cybersicurezza, quella del compagno R: è impossibile smantellarla”.

La pista di Peretolay, ficcata nelle bassure della Piana (il Pianbàss), sorvolata da aironi e fenicotteri, controllata dal Morello, non è il luogo adatto per una nuova base militare ad alta segretezza. Il GranGiano lo sa.

Pensa che ti ripensa, il sindaco pacifista/interventista ha l’idea giusta, una delle sue. «Diamo un calcio alla diplomazia…! Attacchiamo via cielo i maledetti Pisani, spariamogli i togo… Anzi no, attacchiamoli via terra… Anzi no, facciamo una lunga marcia con tutti i sindaci, dal Pianbàss alla costa. Sì, è un’idea geniale, mi premieranno con un Nobel per la pace».

Guerra o pace? Pace o guerra? Troppi sono i tentennamenti. Con attacco fulmineo ed esiziale, la Nato prende possesso di Peretolay. Mentre la città è assediata, il David è vestito a lutto con un grosso sacchetto dell’Asnu. Fu così che da quel giorno il Biancone condivise la piazza con il Nerone.

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