Manifestazione dei lavoratori di musei e istituti culturali sotto al Ministero

  • Tempo di lettura:2minuti
image_pdfimage_print

L’Associazione “Mi Riconosci”, che dal 2015 denuncia le condizioni di lavoro nel settore culturale, è scesa in piazza lunedì 28 giugno alle 12 a fianco delle lavoratrici e dei lavoratori di diversi musei statali e aree archeologiche d’Italia, con il sostegno di diverse organizzazioni sindacali: UCLAS, UILpa e COBAS Lavoro Privato. La manifestazione, organizzata per dare voce alle istanze ed ai bisogni di chi lavora negli spazi culturali, si svolgerà a Roma di fronte alla sede del Ministero della Cultura, in via del Collegio Romano. 

“Abbiamo raccolto con grande favore la richiesta di scendere in piazza arrivataci da parte di un forte e deciso gruppo di lavoratori di musei statali come Palazzo Barberini a Roma e il Parco Archeologico di Ostia Antica, il MArTA di Taranto, il Parco Archeologico di Pompei e di Ercolano, la Reggia di Caserta – dichiara Daniela Pietrangelo, attivista di Mi Riconosci e educatrice museale – perché crediamo sia d’importanza vitale manifestare e raccontare nelle nostre città quelle problematiche del settore culturale che mettono a rischio le vite di chi ci lavora dentro e la tenuta della nostra democrazia”.

Alla manifestazione si uniranno addetti al bookshop e alla biglietteria, operatori didattici e addetti alla sorveglianza: figure professionali che garantiscono il buon funzionamento dei servizi cosiddetti “aggiuntivi”, che di aggiuntivo hanno ben poco, poiché sono indispensabili per l’adempimento delle funzioni di un museo.

“Dopo venti anni di lavoro io e miei 23 colleghi, personale esternalizzato dei siti museali pugliesi”, dichiara Grazia Maremonti, ex lavoratrice addetta alla biglietteria e al bookshop del Museo Archeologico Nazionale di Taranto, “siamo stati lasciati a casa e i nostri diritti sono stati calpestati. Abbiamo sempre garantito un servizio di altissima qualità, in collaborazione con il personale del Ministero, ma la nostra azienda ha interrotto i servizi e le nostre attività sono state sostituite da un’app per la gestione della biglietteria”.  

La mobilitazione del 28 giugno sarà una prima giornata di lotta: il numero di musei in cui si perde il lavoro è ormai esorbitante; i salari vengono sempre più ribassati, arrivando in alcuni casi a 4 euro all’ora; le concessioni vengono rinnovate in deroga, al limite della legalità, favorendo solo i concessionari privati e mai arricchendo lo Stato in termini né economici né di servizi. Le diseguaglianze aumentano, sia nei salari e nei diritti, sia per l’accesso agli spazi culturali, e il Ministero non sta dimostrando in nessun modo di riuscire ad affrontare il problema.

“Scendiamo in piazza perché c’è bisogno di tracciare il futuro di questo settore – concludono gli organizzatori – un futuro diverso dallo sfruttamento quotidiano che viviamo e che non potrà prescindere da un serio programma di stabilizzazione di chi lavora e dalla creazione di un Sistema Culturale Nazionale che offra servizi culturali e lavoro di qualità”.

Mi riconosci

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Captcha *