L’inverno è alle porte e minaccia di essere particolarmente caldo, non tanto per la crisi climatica quanto per le proteste di piazza. Le politiche del Governo Draghi stanno già mostrando i loro effetti, primo fra tutti lo sblocco dei licenziamenti e la conseguente chiusura e delocalizzazione di numerose aziende italiane.
Senza opposizione in parlamento e con i media mainstream compatti dalla sua parte Mario Draghi ha una sola opposizione, le piazze. I 40.000 che il 18 settembre hanno sfilato a fianco degli operai GKN ne sono un esempio, come le enormi manifestazioni dei Fridays for future e lo sciopero dei sindacati di base dell’11 ottobre che ha visto saldarsi le energie e la rabbia di operai, precari e studenti.
Non è un caso se di queste manifestazioni in tv e sui giornali più diffusi non se ne parla, non è un caso se Mentana ha confuso lo sciopero con le manifestazioni No green pass. Ma i piani di Draghi, liquidatore d’Italia, non possono essere intralciati da queste proteste crescenti provenienti dal mondo del lavoro.
Quanto accaduto sabato, durante la manifestazione romana contro il Green pass, è solo la prova generale di quanto ci aspetta, del resto i fascisti sono sempre stati la quinta colonna del capitalismo italico e non solo. Lo furono nel biennio rosso, nel ventennio e lo sono stati anche nell’Italia repubblicana come esecutori materiali della strategia della tensione da Piazza Fontana alla Stazione di Bologna passando per piazza della Loggia e l’Italicus. Servitori del potere ideali che avvelenano i pozzi per il mantenere lo status quo.
L’assalto alla sede CGIL da parte di esponenti di Forza Nuova è la pistola fumante perfetta per un governo che, per attuare le sue politiche neoliberiste, ha bisogno di fare pulizia di qualsiasi opposizione mettendo in atto restrizioni su manifestazioni e cortei.
Realtà come Casapound e Forza Nuova non solo vanno sciolte, ma non dovrebbero neppure esistere secondo la nostra Costituzione; eppure negli ultimi anni si è permesso loro anche di candidarsi alle elezioni e di essere ospitati su televisioni nazionali, addirittura Paola Concia esponente PD andò a parlare con i bravi ragazzi di Casapound.
L’assalto alla CGIL è stato un momento che ha fatto riaffiorare il ricordo di momenti bui della nostra storia, un sindacato dovrebbe essere la casa dei lavoratori, devastarlo è un segnale allarmante per chiunque creda nella democrazia.
Ma dobbiamo stare molto attenti a non lasciar passare la solita retorica degli opposti estremismi che sta già affiorando dai chiacchiericci da talk show di giornalisti e politici. Maurizio Molinari, direttore di Repubblica, invece di condannare i movimenti neofascisti, si è subito lanciato in un’invettiva contro i No tav definiti ‘organizzazione violenta, quanto resta del terrorismo italiano anni 70’. Salvini ha suggerito a Letta di ‘mettere fuori legge tutte le realtà violente, di destra e di sinistra’. Il Viminale, ci avvertono i giornali, sta preparando il pugno di ferro contro le manifestazioni.
L’operazione appare smaccatamente chiara e Roberto Fiore con il suo passato di leader di Terza Posizione, vicino ai NAR, fuggito in Gran Bretagna dopo la strage di Bologna e forse collaboratore dei servizi segreti inglesi ed italiani non è decisamente un No green pass qualsiasi.
Le proteste contro il Green pass che, vale la pena ribadirlo, non è un dispositivo medico ma solo un obbligo burocratico, sono perfette per essere strumentalizzate visto che nessuna forza organizzata ne fa parte, non è difficile per fascisti e dintorni impossessarsi delle piazze ed egemonizzarle. Hanno ragione molte delle persone presenti a dire che erano una minoranza ma non possiamo passare sotto silenzio il fatto che a chiedere l’autorizzazione per il sit-in alla Questura di Roma è stata Pamela Testa, esponente di Forza Nuova, immortalata dopo gli scontri con la polizia con la maglietta con la scritta “Boia chi molla”. Proprio lei, secondo Corriere e Repubblica, sarebbe stata anche organizzatrice e promotrice della manifestazione in Piazza del Popolo per conto dell’associazione Liberi cittadini.
La restrizione degli spazi di agibilità democratica è una minaccia reale per i movimenti di questo paese.
Il mondo del lavoro fatto a pezzi da questo governo contiene energie importanti di cui gli operai GKN sono una vera e propria avanguardia ma non possiamo neppure dimenticare i lavoratori stranieri che nel distretto tessile di Prato grazie ai Sì Cobas hanno trovato la loro voce. Anche i luoghi del sapere trascurati e calpestati nel corso dell’emergenza pandemica stanno alzando la testa grazie agli studenti e a movimenti come priorità alla scuola. I già citati Fridays for Future e No Tav, i sindacati di base e i precari stanno trovando nuove convergenze fuori dalle istituzioni ormai svuotate e distanti dai cittadini.
La nostra era tatcheriana è appena iniziata e le piazze sono e saranno l’unica opposizione a questo governo, non facciamocele scippare.
Francesca Conti
Ultimi post di Francesca Conti (vedi tutti)
- Assange è libero, una buona notizia per la libertà di stampa - 3 Luglio 2024
- Nuova Visa per i nomadi digitali, perché non è una buona notizia - 22 Maggio 2024
- Libertà di stampa e di opinione, con la guerra a Gaza l’ora più buia - 7 Maggio 2024
Brava Francesca, precisa, rigorosa e ben informata. Fa piacere leggere questi articoli scritti da una donna che ancora e in buona parte si considera più adatta a cucinar frittelle. Tra le 40.000 o 30.000 presenze in favore degli operi del GKN c’ero anch’io ed è stato un momento che mi ha ricordato tempi passati che mi auguro si ripetano. E poiché accenni alla strage di Bologna, ti dirò che quel giorno e pressoché a l’ora dell'”evento” io ero lì ed andavo nelle Marche a trovare mia moglie; presi a Bologna un altro treno e non quello che dopo mi poteva esser fatale. Quando arrivai a destinazione mi fu chiesto cosa era successo. Non sapevo nulla dell’accaduto, mi fu detto allora. Ciao, continua così.