Sfruttamento capitalista: l’assemblea comune tra giornalisti e operai Gkn

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Mentre lottano per salvare il proprio posto di lavoro, occupando la fabbrica, scrivendo proposte di legge, invadendo la città di slogan e adesivi, gli operai della GKN di Campi Bisenzio scendono a fianco di tutti i lavoratori sfruttati, di tutte le vertenze. Lo striscione rosso del Collettivo di Fabbrica svetta in tutte le manifestazioni, davanti alla Texprint, alle proteste di Alitalia, alla manifestazione di solidarietà con la Cgil per gli attacchi fascisti. Dove c’è lotta ci sono gli operai della GKN, con la dirompenza mediatica che tutti coinvolge.

Un momento dell’assemblea tra lavoratori della Gkn e dell’informazione (foto Cristiano Lucchi)

Dove la protesta ancora non si è palesata, provano a capire se ci sono gli elementi per allargare ancora il campo. Così è stato con i media, che in questi quattro mesi hanno affollato il piazzale di via Fratelli Cervi. A un certo punto, il Collettivo di Fabbrica ha ribaltato la prospettiva e ha invitato i giornalisti a un’assemblea, per parlare delle loro condizioni di lavoro, quelle che avevano avuto modo di osservare mentre venivano intervistati. Si sono presentati in tanti a quell’assemblea, sia chi aveva seguito la vicenda nei propri articoli sia chi era stato a fianco degli operai fin dal primo giorno, partecipando ai turni di picchetto, sia chi aveva finalmente trovato un luogo in cui discutere delle proprie condizioni di lavoro, dei propri diritti. Quasi tre ore di assemblea ininterrotta, senza un attimo di calo dell’attenzione.

Tante le storie di precariato estremo che sono emerse, che hanno fatto trasalire gli operai riuniti con i giornalisti nella sala mensa, abituati a tutt’altro livello di diritti e di scontro. I metalmeccanici sono tanti, sono uniti, sono ben organizzati. I giornalisti sono soli, parcellizzati, individualisti e con un livello esasperante di competizione. Ma l’avversario è lo stesso: il sistema capitalistico che chiude le fabbriche sane dall’oggi al domani e costringe la stampa a sfornare articoli di parte, senza avere il tempo di soffermarsi a pensare, a costruire un’opinione. Invitarli al confronto, oltre che un geniale modo di raccontare la loro visione delle cose senza aver davanti persone con l’ansia della notizia, è stata soprattutto l’occasione di aprire un varco e porli davanti a una domanda: come hanno fatto, gli operai della GKN, ad arrivare a tanta consapevolezza? E cosa possono fare i giornalisti per portare avanti insieme a loro un lavoro culturale dei diritti in ogni settore? La risposta non c’è. E l’assemblea è rimasta in qualche modo aperta. Ma aver posto quella la domanda è un altro dei tanti miracoli usciti dallo stabilimento industriale di Campi Bisenzio.

Valentina Baronti

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Valentina Baronti

Giornalista per passione, ha iniziato la sua attività nel giornalismo di base. Oggi lavora nella pubblica amministrazione e occupa il suo tempo libero raccontando storie, alla continua ricerca di nuovi punti di vista, di angolature diverse, di prospettive alternative per interpretare il mondo nel quale viviamo.

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