Clima e lavoro marciano compatti: Insorgiamo!

Fridays For Future e Collettivo di Fabbrica ex-GKN lanciano una mobilitazione in due date: sciopero globale per il clima il 25 marzo, manifestazione nazionale a Firenze il 26

Ma allora per cosa andate in piazza il 25 e il 26 marzo? È uno sciopero sindacale, una manifestazione per il clima, per la scuola, per la sanità pubblica, per l’emergenza sfratti, per la reindustrializzazione della GKN oppure per la pace e il disarmo? Il 25 e il 26 marzo, semplicemente, “Insorgiamo” e invitiamo tutti a farlo, ognuno con il suo cartello, il suo motivo, la sua speranza. Comunque andrà, una vittoria a casa l’abbiamo già portata: la convergenza tra vertenze, movimenti e organizzazioni sociali che finora avevano combattuto legittime singole battaglie, ma non avevano trovato quel terreno comune, quel motivo molteplice e unico per insorgere insieme. Quella del 25 e 26 marzo sarà una piazza strana, per certi versi antica e per molti altri nuova. Antica perché riporta istanze, slogan e richieste che le varie realtà fanno da anni, senza venire ascoltate, nuova perché si pone compatta davanti alle emergenze che contraddistinguono il nostro tempo, tenendo insieme le istanze del lavoro con la riduzione delle emissioni, la richiesta di pace con la transizione ecologica, un nuovo stato sociale con un modo alternativo di produrre e consumare. In sintesi: intersezione delle lotte. Facile a dirsi ma difficile a farsi. “Non permetteremo mai più di giustificare delocalizzazioni, licenziamenti, precariato con la scusa della crisi climatica – affermano Collettivo di Fabbrica e Fridays For Future -. Né permetteremo di giustificare con la difesa dei posti di lavoro un rallentamento o una deviazione nella transizione ecologica e climatica. La transizione ecologica, se reale, deve misurare la propria efficacia anche sui tempi, e non è più concepibile alcun rallentamento. Il pianeta è in fiamme, da ogni punto di vista, e ogni secondo sprecato è un crimine”.

Vauro 26 marzo InsorgiamoVenerdì 25 marzo, sciopero globale per il clima, si terranno manifestazioni in molte città d’Italia e del mondo, a Firenze il concentramento è alle 9.30 in piazza Santissima Annunziata. “Non è lo sciopero dei giovani – ha detto Martina Comparelli, portavoce nazionale dei Fridays For Future -. Fatichiamo a scrollarci di dosso l’etichetta dei ragazzi di Greta, quando in realtà il clima è un’emergenza per tutti. Non si tratta di preservare il futuro, il problema è qui e ora e ci riguarda tutte e tutti”.

Sabato 26 marzo invece il concentramento è alle 14.30 in piazza Vittorio Veneto, dal lato del parco delle Cascine, il corteo passerà da porta al Prato, via della Scala, via dei Fossi, ponte alla Carraia, ponte alle Grazie, con arrivo in piazza Santa Croce. Tante le adesioni che continuano ad arrivare in questi ultimi giorni. Da parte di testimonial d’eccezione, come Ginevra Di Marco, Jorit, Punkreas, Modena City Ramblers e molti altri. ZeroCalcare ha disegnato il volantino, Vauro e Staino hanno creato due vignette per l’occasione. Adesioni continuano ad arrivare da altre vertenze sindacali, la Caterpillar, Alitalia, Tim, così come da organizzazioni e movimenti, Un Ponte Per, Arci Nazionale e molti altri ancora.

Quella dell’unica mobilitazione in due date, è una scommessa. Nessuno sa come andrà, ma di sicuro un punto è già stato messo: “non sappiamo quante persone ci saranno in piazza – ha detto Dario Salvetti, delegato RSU ex-GKN -. Sappiamo però qual è la qualità del percorso che abbiamo fatto. Due mesi di assemblee in giro per l’Italia, durante i quali abbiamo incontrato tutte e tutti, dal disoccupato napoletano al notav piemontese. Se vinciamo questa scommessa ci sentiremo più liberi e autonomi, perché non saremo in piazza perché un fondo finanziario ha fatto una cosa clamorosa, ma per quel che ci capita tutti i giorni”.

E allora torna la domanda iniziale. Per cosa scendete in piazza il 25 e il 26 marzo? Per l’orario di lavoro ridotto a parità di salario, che ha un impatto sulla vita sociale dei lavoratori e anche sull’ambiente, in termini di minore consumo di risorse; per una transizione ecologica che non sia “greenwashing”, ma che parta da ricerca e brevettazioni pubbliche; per l’istruzione pubblica; perché non può esserci transizione climatica se non si affronta il problema di milioni di persone sotto ricatto, concentrate sulla propria sopravvivenza economica; per il risveglio della democrazia partecipativa e rivendicativa. Per questo, per altro, per tutto.