Il Nelson Mandela Forum, di proprietà del Comune, situato nella grande area sportiva di Campo di Marte, è il più grande palasport della Toscana e uno fra i maggiori per capienza d’Italia. La sua particolare importanza e qualità strutturale, risiede in una accentuata poli-funzionalità, in un mobile assetto interno che la rende perfettamente adattabile ad ospitare ogni tipo di manifestazioni: dalle competizioni sportive indoor, ai concerti, agli spettacoli ma anche ai congressi, alle mostre, ai meeting e tanto altro. Infatti dal 2021, il palasport si è prestato ottimamente anche ad accogliere il più grosso e funzionale centro vaccinale della regione, per la lotta al coronavirus.
Fino al settembre del 2020, per quasi 17 anni il Mandela Forum è stato gestito dall’associazione omonima, un’entità pubblico-privata con dentro lo stesso Comune e l’ex Provincia (l’attuale Città metropolitana). Nello stesso anno, la Giunta e la maggioranza del Consiglio Comunale hanno deciso
la recessione del Comune di Firenze dalla compartecipazione suddetta e di avviare una gara per una “Concessione di valorizzazione ed utilizzazione ai fini economici del complesso immobiliare posto in Firenze, Piazza Enrico Berlinguer – Nelson Mandela Forum”, sancendo così una perentoria
auto-esclusione nella gestione diretta di un bene di propria proprietà, quindi in sostanza della collettività, con le finalità di utilità e preminente interesse generale che una tale gestione poteva assicurare. Preoccupa in questa decisione di chiaro stampo neoliberista, concepita come adeguamento pedissequo a nuove regole europee, l’orientamento verso la totale privatizzazione gestionale improntata unicamente, stante l’indirizzo della stessa concessione, alla pura valorizzazione economica e di conseguenza al profitto.
Una deriva economicista che può tradursi in una più selettiva accessibilità della struttura e nell’impossibilità di preservare i caratteri di apertura e fruibilità che in passato hanno significato la presenza, accanto allo sport, di eventi ed iniziative di vario carattere culturale e civile, alcune ispirate proprio al nome di Madiba. Ricordiamo che, in virtù di questa sua riconosciuta valenza sociale e culturale, questo complesso è l’unico al mondo a cui la fondazione Nelson Mandela ha concesso l’uso dei diritti e del nome del grande politico e premio Nobel sudafricano.
In area San Salvi si continua a costruire. All’interno dell’area San Salvi, in uno spazio situato tra l’istituto superiore Peano e il perimetro del
parco di San Salvi, un tempo un campo di calcio fruito liberamente dagli abitanti del quartiere, che si organizzarono in comitato contro la sua trasformazione in parcheggio, poi comunque realizzato, si prevede la costruzione di un edificio scolastico come succursale del liceo Pascoli, e di una palestra. Non si mette assolutamente in discussione la cogenza ed utilità dei due edifici, vista l’incombente necessità di ovviare alle annose carenze dell’edilizia scolastica in termini di spazi, sicurezza e dotazioni strumentali, evidenziate ancor più dalle note recenti vicende legate all’epidemia del
SARS-CoV-2. Una situazione accentuata dopo i devastanti tagli alla spesa per l’Istruzione operati in particolare nell’ultimo decennio nel nostro paese.
Qui è in discussione da una parte il consumo di suolo che comportano queste nuove costruzioni, a fronte di un grande patrimonio dismesso e inutilizzato, anche di proprietà pubblica, che è a disposizione in città; dall’altra la loro problematica collocazione nell’area di San Salvi. Un’area
che con il grande plesso scolastico, gli uffici amministrativi dell’Asl 10, la RSA Le civette e i vari servizi sanitari territoriali presenti all’interno del parco di San Salvi soffre di un quotidiano congestionamento automobilistico. Di conseguenza, l’aumento in essa dell’edilizia scolastica contrasta con l’esigenza di decongestionare dal traffico l’area e, con l’obiettivo di liberare finalmente l’ex ospedale psichiatrico dalle auto, saturando quel medesimo spazio che era stato individuato, nel Progetto partecipato finanziato dalla Regione, quale parcheggio esterno,
limitrofo al perimetro del parco, di pertinenza del personale che lavora al suo interno. Al fine di limitare, il più possibile nel parco, la sosta e la circolazione veicolare, condizione indispensabile per una sua autentica valorizzazione e fruibilità in sicurezza da parte di tutti i cittadini, a partire dai più vulnerabili: i bambini e gli anziani.
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