Prefetti e sindaci: Cpr anche in Toscana?

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Dopo una stagione (dal 2011 in poi) in cui gli allora CIE (Centri di Identificazione ed Espulsione) erano stati smantellati dalle proteste interne dei trattenuti (a fine 2016 vi erano cinque Centri attivi per un totale di circa 480 posti), come ben sappiamo è arrivato il “buon” Marco Minniti (ministro dell’interno nel 2017 e nella prima metà del 2018) a dare nuovo vigore alla detenzione amministrativa, prevedendo l’istituzione dei, ridenominati, CPR (Centri per il Rimpatrio) per ogni regione. Allo stato attuale sono dieci i Centri attivi (due in Puglia, due in Sicilia, gli altri sei in Sardegna, Basilicata, Lazio, Piemonte, Lombardia e Friuli).

Come accaduto anche in passato, cambiato il Governo e con il nuovo vento che tira, i Prefetti di alcuni territori battono i pugni per avere un CPR anche nelle proprie zone di competenza. Questa volta è il turno della Toscana, con il Prefetto di Firenze, Valerio Valenti, che, da una decina di giorni, ha fatto riemergere l’impellente necessità di aprire un Centro in città.

Ovviamente che fa il sindaco dem, Dario Nardella? Commenta che si tratta di un’ottima idea, che vi è proprio il bisogno di questa struttura detentiva nel capoluogo toscano. “Lo dico dal 2018”, aggiunge.

Qui l’articolo apparso sul Corriere della sera di Firenze:
Nardella e Biffoni aprono al centro per i rimpatri

A dare manforte a Nardella e al Prefetto anche il segretario del Partito democratico di Firenze, Andrea Ceccarelli che commenta in tal modo: “Sono sempre stato d’accordo con il sindaco. È uno strumento per rimpatriare chi delinque e può essere un deterrente, anche se sappiamo che i reati restano anche con i Cpr. Quello che serve alla sicurezza dei cittadini va fatto. Nulla a che vedere con le solite strumentalizzazioni scomposte della destra”. Chiude la sagra degli orrori dei DEM toscana, il sindaco della ridente Fucecchio, Alessio Spinelli, che strumentalizzando in maniera becera un episodio di violenza maschile contro una donna, ribadisce la necessità di aprire il CPR in Toscana. Utile, secondo questo illustre politico, anche per “contrastare lo spaccio”.

Questa sarebbe la sedicente “sinistra”. Quella che dice di voler fare “opposizione” al Governo Meloni. Quella sinistra che neanche sa (o fa finta di non saperlo) che nei CPR ci finisci non per aver commesso un reato ma per la violazione di una mera norma amministrativa sull’ingresso e il soggiorno nel territorio dello Stato. Ma poco importa. Nel calderone del discorso securitario gli ingredienti sono sempre gli stessi: tutti gli irregolari sono ontologicamente criminali e minano il senso di sicurezza dei “cittadini”, quindi tocca detenerli e rimpatriarli.

Poco importa che siano proprio le politiche degli ultimi venti anni ad aver comportato l’impossibilità per i migranti di regolarizzarsi. Poco importa che i CPR siano luoghi al di fuori dello stato di diritto, gestiti da soggetti privati che lucrano sulla pelle viva di migliaia di persone. Poco importa se i CPR siano luoghi di trattamenti inumani, dove le persone vengono imbottite di psicofarmaci. Dove si muore senza verità e giustizia. I CPR vanno difesi. Vanno moltiplicati. Perché sono utili al discorso securitario. Quel discorso e quelle politiche securitarie fatte da sinistra e da destra. Senza distinzione alcuna.

È evidente: su queste tematiche l’opposizione o sarà sociale o non sarà.

Federica Borlizzi su Comune-info

 

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