Con ogni probabilità, prossimamente il consiglio della Regione Toscana approverà la proposta di legge 92/2021, che prevede semplificazioni in materia di governo del territorio finalizzate all’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. La proposta, targata Partito Democratico, accoglie a livello locale le direttive europee, adattando gli strumenti di tutela territoriale alle stringenti scadenze del Piano: anno 2026.
La riforma era quindi ampiamente annunciata, e prevede che ogni progetto connesso al Piano possa seguire un iter di approvazione comunale semplificato, che lo svincoli dalle normali procedure qualora i lavori siano ritenuti di pubblica utilità, urgenti ed indifferibili. Senza entrare troppo nel dettaglio, il passaggio cruciale si gioca mediante l’esclusione di tali varianti dal campo di applicazione della legge regionale 10/2010, contenente disposizioni in materia di VAS e di VIA, rispettivamente “Valutazione Ambientale Strategica” e “Valutazione Impatto Ambientale”.
Al netto di una visione complessiva del disegno europeo, del PNRR e della sua applicazione al contesto fiorentino [si veda PNRR a Firenze #1] risulta evidente che:
- il rilancio delle alte sfere dell’economia continuerà a colpire l’ambiente, nonostante i tentativi di compensare questa prassi tramite altre insufficienti iniziative. Progetti come l’espansione dell’aeroporto di Peretola o il sottoattraversamento dell’Alta Velocità sono evidentemente dannosi per l’aria, per il suolo e per il sottosuolo, eppure subiranno nei mesi a venire una forte accelerazione a cui è necessario prepararsi;
- l’accoglienza locale di questa direttiva europea da parte di partiti di destra e di “sinistra” ci illumina sul fatto che il Piano parla una lingua che va oltre queste etichette: quella del mercato. La strategia di rilancio economico parte da Bruxelles, viene filtrata dal governo italiano con la collaborazione della McKinsey (il colosso statunitense della consulenza aziendale) e tramite gli enti locali arriva infine alla popolazione sotto forma di ricatto occupazionale. Non perdiamo tempo e salute ad aspettare risposte dalle etichette di cui sopra;
- per dirla con una provocazione, la nuova legge non è peggiore della precedente, che già consentiva di speculare e danneggiare il territorio. La nuova legge è una condizione necessaria tra molte altre affinché il capitale possa continuare a riprodursi come prima. Il fattore tempo emerge dunque come un elemento chiave nel marcare una peculiarità delle sfide che ci attendono.
Un miliardo e 51 milioni di euro: questa è la cifra destinata alla regione Toscana secondo la ripartizione del governo. Se i progetti devono concretizzarsi entro il 2026, tutto dovrà essere fatto velocemente, a pandemia in corso, con i costi della vita in aumento e con altre mille variabili in continua evoluzione. Non è semplice far fronte alle sfide del presente: non lo è per noi, ma non lo sarà certamente neanche per loro.
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