1290 lavoratori morti nel 2022: lo dice l’Osservatorio nazionale di Bologna che annuncia la chiusura

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L’Osservatorio monitora i morti sul lavoro in Italia dal 1 gennaio 2008, chiuderà alla fine di quest’anno per il fallimento di questa iniziativa. E per l’insensibilità dello Stato, della Politica e di chi se ne dovrebbe occupare e non lo fa. il numero REALE di morti rilevati dall’Osservatorio che sono il 30% in più tutti gli anni di quelle diffuse da INAIL, 29000 ore dedicate da Soricelli a questa strage. In questi 15 anni sono morti complessivamente per infortuni oltre 20000 lavoratori.

Dall’inizio dell’anno al 31 ottobre sono morti complessivamente 1290 lavoratori, 660 di questi sui luoghi di lavoro, gli altri sulle strade e in itinere. In questi “numeri” ci sono anche i morti sul lavoro non assicurati all’INAIL (oltre 4 milioni) poi i morti in nero, e gli agricoltori schiacciati dal trattore, spesso anziani in pensione, ma non solo, diversi col doppio lavoro perché i terreni di famiglia non li sfamano. Inail nei primi nove mesi dell’anno ha ricevuto 790 denunce di morti sul lavoro tra i suoi assicurati, ci sono in questo numero anche i morti sulle strade e in itinere,

Il mese di ottobre si è concluso con 126 morti complessivi, di questi 61 sui luoghi di lavoro; chiude il mese il povero Michele Monitto, operaio di 50 anni del Petrolchimico di Siracusa morto dopo un mese dall’infortunio, ma non poteva mancare anche oggi un agricoltore schiacciato dal trattore, questa volta a Latina, che è il 152esimo dall’inizio dell’anno,

Ma è una strage enorme, anche se cercano di farla passare come normale, quest’anno è il peggiore da quando ho iniziato a monitorare i morti sul lavoro il 1° gennaio 2008. Ma è orribile sentir parlare ancora di cali, con improbabili province e regioni con improbabili colori, quando un quarto dei morti sul lavoro non vengono registrati da INAIL, come ha confermato Paolo Nerozzi ex senatore che era nella Commissione Lavoro del Senato, che mi ha ringraziando scrivendo “che finalmente la verità sta venendo a galla” e ringraziandomi; quando tutti gli italiani sanno che non è vero che si monitorano tutti.

Non si possono spacciare per rappresentativi di tutto il panorama lavorativo i morti che diffonde INAIL, che tra l’altro non fa nessun monitoraggio ma che raccoglie solo le denunce che gli arrivano dal territorio dei suoi assicurati; se posso farlo io il monitoraggio, perché non lo fa INAIL? Verrebbe fuori che nonostante spendono miliardi di euro i morti sul lavoro aumentano? Che i soldi non arrivano a chi dovrebbero arrivare, come le piccole e piccolissime aziende, o artigiani che non possono permettersi di presentare un progetto. Sono i nostri soldi, i soldi che i lavoratori pagano ogni mese nella busta paga.

Tra l’altro scandaloso che anche l’Europa diffonda dati parziali, e nonostante questo l’ITALIA è il paese europeo con più morti sul lavoro: solo 776 ma sono andato a vedere il report dei morti di tutto il 2020 e sono stati ben 1172, anche quell’anno sono spariti nel nulla centinaia di lavoratori morti sui luoghi di lavoro.

La complicità, l’indifferenza di tutti ha fatto morire tantissimi lavoratori, che con un’informazione corretta e una campagna sulla Sicurezza in tanti si potevano salvare. Ma è evidente che la vita di chi lavora per la politica tutta non conta niente: si dovevano alzare terrorizzati dalla loro poltrone, quando facevamo i Report. decine ogni anno sulle vere dimensioni del fenomeno. Ma tanto, la vita di chi lavora per la politica in tutte le sue articolazioni e nessun partito escluso non conta niente. Ma lo scandalo dei ministri e delle politiche agricole che stavano in silenzio? gli arrivavano i post? Se si occorre indagarne le ragioni.

Carlo Soricelli, Osservatorio nazionale morti sul lavoro 

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