La normalità di una strage: Mondiali in Qatar ma non solo

Il numero minimo di morti utile a garantire lo svolgimento dei Mondiali di calcio in Qatar nel rispetto degli standard imposti dalla Fifa è di 6.500. 6.500 persone uccise dall’assenza di sicurezza dei cantieri, dagli stenti, dalla fame, dalle precarie condizioni di salute, dalla depressione causata da una situazione così insostenibile da portarle ad uccidersi.

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Su Fuori Binario che troverete in strada dal 1 dicembre raccontiamo alcune delle loro storie e delle dinamiche di potere all’origine di questo dramma. Ma il dato vero è che si tratta di 6.500 invisibili che sono nei fatti cancellati da uno sport, il calcio, che è ormai diventato simbolo del sistema di morte in cui viviamo, in cui i diritti della persona sono cancellati dal profitto economico: secondo alcune valutazioni indipendenti il Mondiale del Qatar è un affare da oltre 25 miliardi di dollari.

Alle vittime del sistema siamo ormai assuefatti. In Italia, nei primi sei mesi dell’anno, ci sono stati 1.450 morti sulle strade (8 al giorno, 1 ogni 3 ore); 677 vittime sui luoghi di lavoro nei primi otto mesi (3 al giorno); 3.231 sono gli uccisi dalle politiche migratorie imposte dai governi nei nostri mari nel solo 2021 (9 al giorno); 187 morti in carcere mentre scriviamo (1 ogni 2 giorni) di cui ben 78 suicidi. E noi zitti, in un misto di cinismo, impotenza e frustrazione. Abbiamo trasformato fenomeni inaccettabili in eventi normali, distratti, tra uno scroll e l’altro, da un gol, uno scivolone o da un cane che ci fa tenerezza.

Finché non siamo noi le vittime del sistema niente ci preoccupa. Ogni cinque anni avalliamo con il nostro voto un sistema politico trasversale che ha annichilito i diritti costituzionali favorendo, sempre e comunque, l’imprenditore che deve fare quattrini. Le necessità e le ragioni di donne, uomini, bambini e bambine, la nostra salute, il cibo che ci nutre, l’aria che respiriamo, l’ambiente in cui viviamo, tutto viene messo in secondo piano con il nostro assenso. È la nostra ignavia che ha costruito il sistema che ci opprime, a cui abbiamo concesso il diritto di vita o di morte su ognuno di noi.

Quando la smetteremo?

da Resistenze, rubrica di Fuori Binario del 1 Dicembre 2022