Sotto la pioggia, che sì, ha picchiato duro per quasi dieci giorni.
Con la testa pesante perché non solo non riceviamo lo stipendio, ma nemmeno i cedolini delle buste paga. Perché le famiglie a casa ti guardano e, anche se non ti dicono nulla, quegli sguardi te li senti dentro.
Perché un’azienda che non risponde più alle comunicazioni sindacali, in violazione di ogni tipo di accordistica, che comunica via Telegram una presunta riduzione turni, viene anche ricevuta come soggetto credibile dalle istituzioni.
Con gli occhi gonfi, che è quasi meglio se piove, e al contempo con il sorriso che non sai più se è incoscienza, serenità o una maschera tirata.
Così l’abbiamo fatta la consultazione popolare autogestita,
189 seggi, 800 volontari, 16.562 voti registrati (e in verità manca ancora una decina di seggi). 
Scontata la valanga di sì alla fabbrica pubblica e socialmente integrata ma, chiariamoci, se volete fare una consultazione istituzionale ufficiale, fatela. La vinciamo perché siamo maggioranza sociale.
Una macchina organizzativa dal basso improvvisata in due giorni. E in verità in due giorni non improvvisi nulla.
Se non hai il Collettivo di Fabbrica, i gruppi di lavoro, tutte le realtà associative, sociali, solidali, che in 48 ore rispondono”sì, ci siamo, rompiamo l’assedio”, in due giorni non fai proprio nulla.
Non ringraziamo qualcuno per non fare torto a nessuno, ma su www.insorgiamo.org trovate ancora tutto l’elenco dei seggi. Dove si vede chi è stato in campo e chi alla finestra.
1. L’immobilismo è complice. Si convochi immediatamente il Comitato di Proposta e di Verifica.
2. Intervento pubblico subito. Abbiamo i progetti industriali e le idee. Tutti i soggetti pubblici preposti vengano a discuterli con serietà e professionalità
3. Noi pretendiamo che i soldi pubblici e la cassa integrazione intervengano per rimettere in moto lo stabilimento, non per logorarci nell’immobilismo.
4. Messa a disposizione dello stabilimento e della struttura societaria a chi vuole investire.
5. Siamo il nuovo, loro il vecchio.
Siamo il dinamismo della sorgente che sgorga dal basso, loro la stagnante palude che si accumula in superficie.
Redazione
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