Il tremendo terremoto che si è abbattuto su Turchia e Siria arriva in un territorio in guerra, una tragedia nella tragedia.
Si sta mobilitando una solidarietà internazionale molto forte verso la Turchia, giustamente perché il paese è stato fortemente colpito. In questa corsa umanitaria ci sono anche forti interessi geopolitici che si incrociano nella crisi dovuta alle guerre in Medio Oriente e in Ucraina; la postura internazionale di mediatore nei conflitti in corso ne fa interlocutore da privilegiare.
La Siria è stata ugualmente colpita, ma la solidarietà verso questo paese è molto ridotta; in più il sisma ha colpito una zona ancora divisa tra il governo siriano e milizie filoturche tuttora in conflitto; in questa zona ci sono milioni di profughi di guerra, ma la popolazione, lungo tutto il confine, non ha aiuti e a nessuno viene concesso l’ingresso in Turchia, al momento il confine è totalmente sigillato.
Dalle notizie sparse che arrivano sia dalle zone controllate da Damasco che da quelle occupate dalla Turchia, pare che non arrivino aiuti sufficienti.
La Siria appare dimenticata dal mondo, in pochi ricordano che è attanagliata da sanzioni micidiali che colpiscono solamente le popolazioni civili ormai ridotte alla fame e alla miseria.
Una schizofrenia orrenda emerge in questa tragedia dovuta al terremoto.
È indispensabile eliminare le sanzioni a questo disgraziato paese in guerra dal 2011, un confitto – anche questo – condotto per procura soprattutto da interessi esterni al paese; questi interessi non hanno provocato solo centinaia di migliaia di morti per i combattimenti, ma hanno voluto sanzioni che si sono abbattute su una popolazione già provata.
Le sanzioni sono strumenti che si sono dimostrati inefficaci nel far terminare i combattimenti, mentre colpiscono soprattutto le popolazioni che non hanno nessuna responsabilità nel conflitto.
È necessario che queste vengano immediatamente rimosse, almeno sospese. Il terremoto, come anche la guerra, non colpisce Turchi o Siriani, sta colpendo esseri umani, l’umanità.
Tacere o ignorare le sanzioni è un crimine contro l’umanità, rimuoverle e restare umani potrebbe spianare la strada alla pace.
Ci sono già appelli di associazioni umanitarie, uno è possibile firmarlo on line qui. Sarebbe opportuno che anche le forze politiche in Parlamento chiedessero al governo di cessare con questo stillicidio di sofferenze, negli enti locali sarebbe giusto che si votassero mozioni per far pressioni a livello centrale.
Tiziano Cardosi
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