Per una rete contro il Patto Europeo sulle Migrazioni e per la promozione del diritto alla mobilità

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Le violazioni perpetrate a Trieste con le “riammissioni informali”, così come in diversi punti della Rotta Balcanica, tra la Grecia e la Turchia, o nella frontiera dell’enclave marocchina, sono una terribile sperimentazione della nuova proposta di PATTO EUROPEO SULLE MIGRAZIONI presentato dalla Commissione Europea nel 2020 ed ora in discussione tra i Paesi membri. Il Patto contiene proposte di regolamenti, destinati a diventare entro il 2024 atti giuridici vincolanti se approvati.

Particolarmente gravi e pericolose sono le proposte di:

  • Introdurre un meccanismo di screening ai confini esterni dell’Unione per valutare in modo sommario le richieste di asilo, aumentando il peso sui Paesi di primo ingresso
  • Una proposta per far fronte a situazioni di crisi o forza maggiore applicando procedure accelerate e senza garanzie adeguate per le persone;
  • Una revisione dell’attuale “Regolamento Dublino”, che non dà alcuna risposta al problema della mancanza di meccanismi adeguati di solidarietà e di equa distribuzione delle responsabilità tra gli stati della UE.
  • Una riforma del Codice Schengen che di fatto ripristina i controlli alle frontiere interne in modo da renderle selettive solo verso gli stranieri.

Il tentativo è di rendere i confini europei come un “non-luogo” nel quale attuare riammissioni a catena, comprimere ogni forma di garanzia, utilizzare in modo massiccio il trattenimento all’interno del territorio degli Stati, mentre si rafforza l’approccio che prevede sistemi di accoglienza chiusi e ghettizzanti e tutte le vie regolari di ingresso continuano ad essere chiuse.

Per queste ragioni crediamo si debba cambiare profondamente l’impostazione delle politiche migratorie europee, fin qui fallimentari oltre che nocive, e andare verso un sistema di apertura e gestione di flussi di migrazione regolare e di protezione del diritto alla fuga.

Vi invitiamo ad attivarvi con la rete del Forum per Cambiare l’Ordine delle Cose, ognuno con la propria sensibilità e con le proprie competenze.

Tutti insieme sarà possibile rendere la società civile europea consapevole dei gravi rischi di violazione dei “diritti umani “nel cuore dell’Unione Europea.

Per partecipare info@percambiarelordinedellecose.eu

Forum per Cambiare l’Ordine delle Cose

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