L’esperimento antipovertà. In Catalogna al via il Reddito minimo universale senza condizioni

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Mentre in Italia il governo di destra cancella il reddito di cittadinanza, in Spagna non solo viene confermato e ulteriormente esteso, ma si prova ad andare oltre, con il piano pilota della Catalogna per l’introduzione di un reddito di base universale. Ce lo spiega la giornalista e attivista umanista Juana Pérez Montero, redattrice di Pressenza: “Si tratta di distinguere tra carità e diritto. Introdurre un reddito minimo per tutti, senza condizioni,significa eliminare la povertà con un tratto di penna, ma ci sono anche altri obiettivi”.

Il reddito di cittadinanza in Spagna ha funzionato?

In base ai dati ufficiali del governo, il reddito di cittadinanza spagnolo (ingreso mìnimo vital) ha aiutato più di un milione e mezzo di persone da quando è stato introdotto, ma le statistiche di economisti e operatori sociali sono molto diverse: solo il 12%dei poveri lo riceve. Questo perché l’accesso a questa misura stato lento e complesso, tanto che spesso è arrivata tardi o non è arrivata a tante persone che nel frattempo hanno perso gli aiuti che ricevevano prima. È proprio questo il rischio di qualsiasi entrata sociale condizionata, per esempio dalla disoccupazione o dal reddito basso, perché ci sarà sempre qualcuno che rimane fuori dalla protezione sociale.

Tutt’altro discorso invece con il reddito di base universale. Qual è la differenza?

Stiamo parlando di aiuti economici che hanno caratteristiche diverse e rispondono a concetti assolutamente distinti. Il reddito di cittadinanza o qualsiasi altra misura rivolta alle persone in difficoltà economica o che si trovano in situazioni precarie,rientra nell’ambito della carità,trattandosi di un aiuto che rischia sempre di lasciare indietro chi non riesce a dimostrare queste condizioni. Questo problema e questa mentalità caritatevole spariscono con il reddito di base. Perché in questo caso parliamo del diritto di ogni essere umano ad avere la sussistenza assicurata, che dovrebbe essere il primo dei diritti umani, senza il quale non esistono tutti gli altri.

In Catalogna stanno lavorando a un piano pilota. Come funziona e quando inizierà?

È stato creato un Ufficio del Piano Pilota, diretto da Sergi Raventòs, e una prima applicazione inizierà a giugno di quest’anno. In cosa consiste? Per 24 mesi,5.000 persone riceveranno 800 euro mensili per gli adulti e 300 euro per i minori. La metà di loro saranno scelti in maniera aleatoria tra i residenti in Catalogna, mentre gli altri 2.500 saranno di due città selezionate.

Essendo universale, il reddito di base spetterebbe anche ai ricchi, che dovrebbero pagare più tasse per finanziarlo, ma la Catalogna non può accompagnare il piano pilota con una riforma fiscale, che spettatolo al governo centrale. Questo non rischia di vanificare l’esperimento?

Per risolvere questo problema, si è deciso che il 10% con i redditi o patrimoni più alti resti escluso dall’esperimento, proprio perché non potrebbero finanziare il piano visto che le competenze in materia fiscale non sono del governo catalano.

Il reddito di base è la panacea per i problemi del mondo capitalista? Siamo nell’ambito dell’utopia o stiamo parlando di qualcosa di realizzabile?

Non è la soluzione a tutti i problemi del mondo capitalista,però sarebbe un progresso in direzione della giustizia sociale,iniziando dalla redistribuzione della ricchezza che è di tutti, masi accumula ogni giorno di più in sempre meno mani. Implicherebbe il riconoscimento – come dicevo prima – di un diritto che deve essere inalienabile. E non è utopico. Ci sono risorse sufficienti, dipende solo dalla volontà politica dei governi.

Ci sono casi in cui è già stato sperimentato in Europa o nel mondo?

Ci sono stati circa 80 esperimenti,in Finlandia, India, Kenya, Canada, e molti altri si stanno attrezzando. In tutti i casi si è registrato un deciso miglioramento delle condizioni di vita per i beneficiari di questa misura sociale. Il Piano Pilota catalano prevede un avanzamento in universalità e incondizionalità, con i limiti di cui ho parlato prima e sapendo che si tratta di un esperimento. Si tratterà comunque di un importante contributo allo studio di questa misura, di come implementarla e degli effetti individuali e sociali che ha sulla popolazione.

di Valentina Baronti, da Fuori Binario di Marzo 2023

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Valentina Baronti

Giornalista per passione, ha iniziato la sua attività nel giornalismo di base. Oggi lavora nella pubblica amministrazione e occupa il suo tempo libero raccontando storie, alla continua ricerca di nuovi punti di vista, di angolature diverse, di prospettive alternative per interpretare il mondo nel quale viviamo.

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