Un fine settimana importante in Mugello quello del 27-28 maggio, con la Marcia di Barbiana per il Centenario di Don Lorenzo Milani e i tre giorni del Festival dell’Energia e dell’Ambiente dell’Unione dei Comuni che all’ambiente vero, quello naturale, non ha dato né visibilità né voce, prova ne è che l’Assessora all’ambiente della Regione Toscana non è stata invitata, per cui è stato il Comitato Crinali liberi ad assolvere a questo scopo: palesare la strenua difesa dei meravigliosi e unici crinali dell’Appennino Mugellano organizzando un Presidio per i primi due giorni del Festival e partecipando alla Marcia di Barbiana.
In tanti al Presidio presso il Lago Viola si sono fermati di fronte alle foto che ritraggono la bellezza dei crinali domandando e chiedendosi perché mai proprio in territori talmente rari e ricchi di biodiversità per la loro contiguità al Parco Nazionale Foreste Casentinesi si fosse potuto pensare ad autorizzare un Progetto di impianto industriale eolico. E infatti più ci si pensa e meno ci si crede. Come un brutto sogno che al mattino scompare.
Il primo giorno del Festival alla domanda se si riteneva giusto cementificare i crinali, dopo le frane occorse, è stato risposto che non si accettavano provocazioni. Ma avere a cuore, non è provocare, come ben ci ha insegnato Don Lorenzo Milani, è comprendere, essere informati, possedere gli strumenti per reagire, ribellarsi, difendere e proteggere, senza timore di alcuna sudditanza.
E si spera che il TAR ponga davvero fine a questo nero incubo che incombe sui paesaggi immortali di Giotto e del Beato Angelico, sui Cammini ivi prossimi di Sant’Antonio e Dante Alighieri. A maggior ragione adesso, dopo il disastro che ha colpito gli Appennini Toscoromagnoli, particolarmente sul versante romagnolo con i paesi a valle e in pianura sommersi dall’acqua dei fiumi esondati e dal fango. Una tragedia che ha mostrato con estrema evidenza l’instabilità, la fragilità e franosità del sistema montuoso appenninico, se esposto a piogge forti e continuate, come saranno da attendersi in tempi prossimi, alternate a periodi di prolungata siccità. Intere porzioni di territorio sono franate portando via con sé strade e sentieri, castagneti, campi e allevamenti. Tante vittime e migliaia di aziende e attività economiche rovinate.
Dall’alto del Monte Giove che guarda ai liberi crinali appenninici di Monte Giogo di Villore Corella, Don Milani con i suoi ragazzi avrebbe approfondito ogni singolo aspetto degli avvenimenti per comprenderne le cause, le responsabilità e mettere le conseguenti e necessarie azioni in campo.
Alla sua scuola s’imparava a capire per agire, in vista del sincero e reale interesse comune, per gli ultimi, quelli tacitati e oppressi dagli interessi dei ricchi che manovrano la politica partitica. Per quell’I CARE, HO A CUORE umano e politico, che oggi manca nella prevenzione al dissesto idrogeologico, nell’attenta messa in sicurezza dei territori, anche agevolando e sostenendo in modo concreto e mirato la presenza di piccole comunità che tornano con coraggio a praticare l’economia di montagna.
Se i Comuni dove si sono verificate frane e danni sono rimasti fuori dallo Stato di Emergenza, chi risarcirà i danneggiati delle frane ai marroneti di Villore nel Comune di Vicchio e chi si occuperà del ripristino della viabilità principale o secondaria come le strette strade bianche che portano ai marroneti?
Chi rifonderà i danni a chi esercita attività che trovano nella popolazione che transita tra la Toscana e la Romagna i propri clienti, se la viabilità è interrotta come nel Comune di San Godenzo, incredibilmente e inspiegabilmente escluso dallo Stato di Emergenza nonostante i rilevanti danni dovuti a numerose e gravi frane?
E la frana verificatasi in questi giorni sulla viabilità di Corella, Dicomano, quella stessa strada dove il Progetto eolico Monte Giogo di Villore prevede il passaggio di enormi e pesanti mezzi per i quali si dovrà aprire ulteriori strade sui versanti abbattendo ettari di faggete, chi provvederà a fare ulteriori accertamenti e approfondimenti?
Domande importanti delle comunità del territorio che non possono essere evase e devono trovare risposte adeguate e tempestive. Il versante Toscano dell’Appennino è stato colpito in modo ridotto rispetto a quello Romagnolo, all’alto Mugello, ferito, isolato e gravemente danneggiato. Ma siamo stati avvertiti. Non possiamo continuare ad essere sordi e ciechi. La voce dei territori si leva forte. Va ascoltata. Chi amministra deve ascoltare e prevenire i disastri, non deve autorizzare grandi opere industriali sui crinali appenninici che andrebbero certamente a destabilizzare la già fragile tenuta dei nostri monti, con conseguenze tragiche per chi vive in valle. I fiumi che hanno portato morte e distruzione sono gli stessi che hanno origine nel versante regionale Toscano. La cura del territorio è una priorità che non può essere più disattesa o trattata in modo superficiale e approssimativo.
Alla Marcia di Barbiana il Comitato Crinali liberi c’era in cammino e c’era al Presidio al Lago Viola, punto di ritrovo dei partecipanti alla Marcia, c’era di fronte e dentro la Scuola di Don Lorenzo Milani, Prete e Maestro scomodo per tutti, c’era di fronte alla sua tomba, con la promessa di seguire il suo esempio: non voltare le spalle a chi viene occupato, colonizzato e oppresso per opportunismo personale o politico, stare sempre dalla parte delle cose vere e giuste, proprio quando è più difficile, non è di moda, e il clamore assordante della propaganda è forte tanto quanto l’imposizione censoria mediatica ufficiale. In un momento in cui tutti i Cammini escursionistici nel Bel Paese vengono promossi e il Sentiero Italia 00 viene rilanciato all’attenzione nazionale, vogliamo davvero che il suo tracciato venga interrotto e cancellato sull’Appennino Mugellano da piste e cemento, cantieri, strade, disboscamenti e sbancamento dei crinali?
Il 10 giugno 2023 il Comitato Crinali liberi (CTCM) promuove e organizza un’iniziativa di cui alleghiamo locandina e cartina: da Sentieri diversi saliranno sul Monte Giogo di Villore (Vicchio, Firenze) Cittadini, Comunità, Associazioni, Comitati e Gruppi per affermare il Futuro di Tutela dell’Appennino Toscoromagnolo Mugellano, per la difesa dei territori, patrimonio naturale di biodiversità, habitat di aquile reali veleggiatrici, di turismo escursionistico e di economie montane secolari e produttive e nuove presenze di giovani, tutti insieme per proteggere le preziose acque e sorgenti che zampillano dai monti e dalle fresche foreste, per abbracciare i crinali che non sono di alcuni o di pochi, ma sono tesoro di tutti, da consegnare, come imperativo categorico, alle generazioni future.
CTCM Comitato Tutela Crinale Mugellano
Redazione
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