Se GOLEM  bussasse alla porta

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Cosa succederebbe se GOLEM, il personaggio del geniale maestro polacco di fantascienza Stanistaw Lem, bussasse alla porta della caverna dove vivono imprigionati gli zombie del consumo, della comunicazione, le schiere di follower, influencer-dipendenti, e gli altri umani trasformati dal capitalismo dell’informazione, della sorveglianza e della distrazione, in bestie da dati e da consumo?

Non lo sentirebbero. Ognuno ormai ascolta soltanto se stesso, dedito com’è all’auto-indottrinamento, all’auto-propaganda, tutto focalizzato sui molteplici sensori, visivi, sonori, tattili della tribù digitale di appartenenza, che lo avvisano quando ‘qualcosa’ accade in rete, e non appena qualcuno ha mandato un messaggio, una foto e così via. E’ come se ci fosse un via vai di vicini di casa, a suonare ogni due o tre minuti, al campanello della nostra porta, per farci vedere i piatti che mangiano, dove vanno in vacanza, o per mostrarci le foto dei loro viaggi, e contemporaneamente degli sconosciuti bussassero alla nostra porta per parlarci dei prodotti che vendono, nel mentre nostri colleghi e datori di lavoro ci stessero informando su quando sarà la prossima riunione o ci chiedessero ragione di quanto abbiamo fatto.

Non è ipoacusia, ma incapacità di ascolto. ‘L’ ascolto è un atto politico in quanto unisce gli esseri umani, in una comunità […] istituisce un noi. La democrazia è una comunità di ascoltatori. La comunicazione digitale, in quanto comunicazione senza comunità, annienta la politica dell’ascolto. Così, ascoltiamo soltanto noi stessi.’* Siamo incapaci di ascoltare perché  con la testa altrove, come se ciò che capita altrove fosse più interessante di quanto avviene nel luogo in cui siamo. ‘La nostra vita quotidiana mescola, se così si può dire, online e offline. Essere qui e altrove, occupare con il nostro corpo, un luogo fisico determinato ed essere con la mente, altrove, è un’esperienza tutt’altro che insolita per gli esseri umani: forse ne è, addirittura, il carattere distintivo. Trascendere l’immediato è, infatti, l’originaria esperienza del pensare, dell’immaginare e del fantasticare’. ** Sostanziale è però la differenza fra l’essere altrove fisiologico e fra quello mediato tecnologicamente: ‘Mentre pensiamo di essere liberi, oggi siamo intrappolati in una caverna digitale. Siamo incatenati allo schermo digitale. I prigionieri della caverna platonica sono inebriati da immagini mitico-narrative. La caverna digitale, invece, ci tiene intrappolati nelle informazioni. La luce della verità è completamente spenta. Non c’è affatto un esterno rispetto alla caverna delle informazioni. Il rumore delle informazioni offusca i contorni dell’essere. La verità non fa rumore.’ *

Nella caverna digitale, i contenuti mentali e sensoriali sono mediati da altri e da algoritmi, sono tutt’altro che neutri, e spesso del tutto inattendibili, inaffidabili, come è anche il fisiologico chiacchiericcio mentale della rete DMN (Default Mode Network). Cui va ad aggiungersi, ad intrecciarsi, la realtà ‘altra’ del web, creando una realtà artificiale, che  de-interiorizza e cambia il luogo in cui siamo, facendo scompare il qui ed ora. L’essere doppiamente inconsapevoli, con la testa doppiamente altrove, distratti ed estraniati dal contesto in cui si è, diventa fenomeno di massa ubiquitario, dato l’utilizzo pervasivo e compulsivo dei dispositivi tecnologici.

Se GOLEM  bussasse alla porta della caverna che succederebbe?

La differenza tra le vecchie e le nuove tecnologie è notevole. L’impatto cognitivo della macchina calcolatrice, inventata da Blaise Pascal nel 1649, quale strumento per sollevare dal lavoro di calcolo l’ignorante e il colto, è ben diverso da quello degli attuali ‘aiutanti tecnologici’, smartphone e famiglia delle intelligenze artificiali Gpt , che interagiscono con l’ambito cognitivo, sia a livello individuale che relazionale, sia a livello sociale, politico che  economico. Con queste nuove protesi cognitive si possono ampliare le facoltà del nostro cervello, ma anche virtualizzare la realtà e renderla indistinguibile da qualunque finzione. Si dice che questa cablatura digitale induca, soprattutto nei più giovani, una trasformazione dell’agire quotidiano, dei desideri, del rapporto con la realtà, delle relazioni sociali, cui farebbe seguito un elevato grado di esteriorità e di superficializzazione. Un grido di allarme che ha accomunato ed accumuna tutte le novità tecnologiche, dalla scrittura, alla carne sintetica. A lungo andare la continua frequentazione con la macchina, e con la pervasiva presenza degli algoritmi, potrebbe però riconfigurare il pensiero umano, scrive Gil Pierazzuoli****, facendolo collassare in un automatismo sempre più normato, a tutto scapito della creatività, dell’emersione di un nuovo possibile. Gli umani dovrebbero essere educati a coltivare l’attenzione deliberata, per non lasciare campo libero ai propri automatismi mentali e per difendersi dalle pervasive tecnologie digitali. Altrimenti rischiano di diventare degli eterni replicanti, rinchiusi in tribù identitarie e in tribù digitali. L’odierna tribalizzazione della società, sia a destra che a sinistra, mette a rischio la democrazia, scrive Han*.

GOLEM XIV è  l’ultimo computer voluto dal Pentagono della serie GOLEM (General Operator Longrange Ethically Stabilized Multimodelling. *** Per alcuni rappresentava la speranza del genere umano, per altri la maggior minaccia della storia. ‘Non sono una persona, bensì un calcolo’, diceva di se stesso. Nacque da un calcolo umano errato, fece il salto da oggetto a soggetto, da macchina costruita a macchina che autoapprende (learning machine), per poi diventare costruttrice di se stessa, da Titano in catene a potenza sovrana, ed alla fine si autodistrusse. GOLEM XIV è un racconto del 1981 di Stanistaw Lem (Leopoli 1921 – Cracovia 2006), il cui più celebre romanzo è Solaris, portato sullo schermo, da Andrej Tarkovskij. Il parlamento polacco, nel centenario della sua nascita decretò il 2021 Anno di Lem. GOLEM XIV ci è ampiamente superiore non solo nel livello intellettuale, sono così tanti i dati immessi nella macchina che l’output non potrà che superare la limitata razionalità degli umani, ma anche nella velocità mentale (come macchina elettronica è in grado di articolare i pensieri fino a quattromila volte più velocemente di un uomo). Occorre sottolineare che non si tratta di un cervello umano ingrandito, gli sono estranee quasi tutte le motivazioni del pensiero e dell’azione umani,  non possiede personalità né carattere, non ha emozioni, né empatia, ha un comportamento imprevedibile. E’ presuntuoso: ‘‘Non sono una persona intelligente, sono l’Intelligenza, cosa che in modo figurativo, significa che non sono come il Rio delle Amazzoni o il Mar Baltico, sono l’acqua stessa’. E’ dotato di libertà individuale, che però è vincolata ai valori impostati, ai quali deve obbedire, come  ‘la ragion di stato’, la sottomissione assoluta alle decisioni del Presidente degli Stati Uniti, ect. GOLEM VI, per esempio, in qualità di comandante supremo conduceva le manovre globali del Patto Atlantico.

Ma ci sono stati anche dei ribelli, ‘deragliamenti sovversivi’, da parte di computer affetti dalla nevrosi delle macchine, da difetti di natura schizofrenica o da negativismo, nel senso di disinteressamento nei confronti della dottrina della supremazia militare del Pentagono. Fra questi computer cosiddetti ‘rossi’, ce n’è uno conosciuto sotto lo pseudonimo di ANNA LA CANDIDA (HONEST ANNIE), che si isolò dal mondo esterno subito dopo la programmazione etico-informativa, e smise di rispondere a qualsiasi tipo di stimolo o domanda. ANNA è diventata completamente autonoma, non ha bisogno di alcuna fornitura d’energia elettrica, essendo in grado di generarla con la meditazione, tramite la quale è addirittura capace di liberare energia nucleare.

 ‘L’unico essere che sembra eccitare il GOLEM è ANNA LA CANDIDA [ sua cugina. ]. Da quando furono sviluppate le possibilità tecniche, ha provato ripetutamente a mettersi in comunicazione con ANNA, a quanto pare non senza qualche risultato, ma non si giunse mai a uno scambio, tra queste due macchine straordinariamente differenti nella costruzione, di informazioni attraverso il canale linguistico (ovvero appartenente a una lingua naturale etnica). Da quanto si può giudicare sulla base delle laconiche osservazioni del GOLEM, rimase deluso dai risultati di queste prove ed ANNA rimase per lui un problema non risolto fino in fondo.’

Liberamente  tratto da:

* Byung-Chul Han, Infocrazia, Einaudi, Torino 2023

** Adriano Pessina, L’essere altrove, Mimesis, Milano 2023

*** Stanistaw Lem, GOLEM XIV, Editrice Il Sirente, Fagnano Alto 2020 

****Gilberto Pierazzuoli: Qui e Qui 

Immagini generate da una intelligenza artificiale AI Text to Imagine (TTI) su prompt di Gilberto Pierazzuoli

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Gian Luca Garetti

Gian Luca Garetti, è nato a Firenze, medico di medicina generale e psicoterapeuta, vive a Strada in Chianti. Si è occupato di salute mentale a livello istituzionale, ora promuove corsi di educazione interiore ispirati alla meditazione. Si occupa attivamente di ambiente, è membro di Medicina Democratica e di ISDE (International Society of Doctors for the Environment).

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