Crimini e misfatti della Nato, spiegati bene. In ricordo di Angelo Baracca

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In ricordo di Angelo Baracca, attivista instancabile e compagno di strada recentemente scomparso ripubblichiamo questo articolo scritto per la nostra rivista e pubblicato il 2 dicembre 2021

Il 10 gennaio 2021 l’Italia assumerà il comando della missione NATO in Iraq. Nel 2003 avvenne la brutale invasione del paese da parte degli Stati Uniti. Il rischio è che l’Italia rimanga invischiata nella lotta per il controllo dell’Iraq per interessi neocoloniali e non per favorire lo sviluppo della democrazia

Chi ha meno di 30 anni è nata/o dopo che l’Alleanza Atlantica aveva assunto la sua nuova fisionomia, e forse quando ne sente parlare la considera qualcosa di “naturale”, da sempre: la storia è estremamente più complessa ed è necessario conoscere per lo meno l’ABC su questa alleanza, che è stata, e rimane, uno dei fattori cardine delle vicende mondiali successive al 1945, e condiziona profondamente la nostra vita e le scelte politiche.

Intanto una precisazione, non puramente lessicale, l’«Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord» avrebbe come acronimo OTAN, e così la chiamano in tutti paese di lingua latina, ma noi italiani ci distinguiamo per una subalternità anche ai nomi inglesi, che magari non tutti capiscono, appunto North Atlantic Treaty Organization, da cui NATO: vogliamo provare a chiamarla OTAN? Può essere un esercizio utile, non per caso si dice “parla come mangi”.

La storia dell’OTAN è estremamente complessa ed intricata, e per scrivere un ABC senza appesantire troppo è inevitabile fare drastiche semplificazioni: fornirò qualche riferimento per chi fosse stimolato e voglia saperne di più senza ricorrere alle genericità di Wikipedia (senza sminuire l’utilità di questa fonte, non sempre però di uguale valore). Personalmente non credo nelle professioni di obiettività, dietro la quale si celano spesso insidie: la mia sintesi sarà dichiaratamente “di parte” perché solo presentando idee molto chiare si può stimolare il dubbio e la riflessione, che sono il fondamento su cui ciascuno può farsi una vera opinione propria. Le mie idee le ho esposte in maggiore dettaglio quattro anni fa [Baracca, 2017].

Intanto ci sono due fasi storiche ben distinte della storia dell’OTAN: quella durante la Guerra Fredda (1947-1991 ), e quella successiva alla dissoluzione dell’Unione Sovietica.

Una barriera contro il comunismo

Alla conclusione della seconda guerra mondiale il fronte degli “alleati” contro la barbarie nazista si spezzò e lasciò il posto alla contrapposizione fra l’Occidente capitalista e il Blocco Comunista, la quale diede inizio alla cosiddetta Guerra Fredda (che per circostanze fortunate non divenne “calda” con la corsa incontrollabile agli armamenti nucleari). La creazione dell’OTAN nel 1949 fu una precisa operazione politica per consolidare la coesione del Blocco Occidentale con la consegna della “fedeltà atlantica”, che di fatto ha condizionarono molte scelte politiche in tanti paesi: basti pensare che il “Patto di Varsavia” dei paesi del Blocco Comunista fu fondato 6 anni dopo, nel 1955.

Una manifestazione contro Gladio e il potere democristiano

Di fatto, è impossibile capire i misteri dell’Italia, le trame nere, i delitti, gli attentati, i tentativi di colpo di stato senza tenere conto del ruolo che ha giocato l’adesione dell’Italia all’Alleanza. Vi era stata un gestazione ancor prima dello sbarco degli alleati in Sicilia sulla base addirittura della rete segreta nazifascista organizzata da Herbert Kappler (1) articolata in una miriade di formazioni paramilitari clandestine legate ai poteri criminali e al banditismo: dal 1942 gli USA attraverso la mafia americana attivarono una rete informativa in Sicilia in vista dello sbarco. Dopo la guerra la rete nazifascista cambiò forme, integrandosi con mafia, separatismo, indipendentismo, banditismo, con esplicite complicità e coperture delle forze dell’ordine: cambiò solo chi dava gli ordini, il Comando Alleato in Italia. Non mi soffermo sulle tappe estremamente complesse, pur importantissime per capire l’Italia di oggi. Nel 1947 fu fondata la CIA, gli USA decisero di fornire armi e denaro ai movimenti paramilitari anticomunisti, neofascisti e monarchici: furono i prodromi della struttura segreta Stay Behind e “Gladio” (2). Negli USA fu sconfitta l’ala militarista che voleva continuare l’occupazione militare e si preparò la nascita dell’OTAN.

«Quando [il trattato OTAN] viene esplicitamente formalizzato [1949], sul piano militare si ebbero cessioni di quote di sovranità in cambio di garanzie contro il nemico esterno e interno, percepito come unico e mortale» [Cortesi, 1993]: ecco l’origine della militarizzazione dell’Italia, con l’invasione di basi militari statunitensi! In questo quadro l’installazione nel 1960 di 30 missili Jupiter con testata nucleare in Puglia fu condotta in gran segreto (3), è grave che oggi pochi lo ricordino o lo sappiano [Nebbia, 1999].

Un punto politico cruciale è che la fedeltà atlantica è stata LA condizione posta a tutte le forze di sinistra che hanno avuto ambizioni istituzionali o di governo: avvenne per l’apertura al Partito Socialista nei primi anni ’60 (governo di centro-sinistra); si ripeté per il Partito Comunista in vista del Compromesso Storico negli anni ’70; avvenne dopo la caduta del regime franchista per il Partito Socialista spagnolo; è accaduto alla giovane Slovenia, le cui posizioni favorevoli al disarmo nucleare rientrarono quando si trattò di aderire all’OTAN [Juri, 2005].

In Italia nel corso degli anni ’60 si intensificò una trafila di trame eversive e attentati sanguinosi che da un lato sbarrarono per sempre all’Italia la strada di uno sviluppo autonomo, pur sempre interna allo sviluppo capitalistico, per superare il ruolo internazionale subalterno che le era stato assegnato nel dopoguerra (4), e dall’altro inaugurarono quella che è ormai chiamata “strategia della tensione”, con vaste complicità internazionali, all’interno del contesto atlantico: un intreccio, mai chiarito fino in fondo, di complicità di apparati dello Stato (carabinieri, esercito, servizi segreti), con forniture di armi e avallo dell’OTAN (5), organizzazioni fasciste italiane (1966 “Ordine Nuovo”) e internazionali. Ma esistette probabilmente una struttura clandestina internazionale più ampia che non conosciamo, con diverse catene di comando, inglobata dell’apparato difensivo OTAN (6).

Le vittime della Strage di Piazza Fontana

La tensione salì con un crescendo nel 1969, dagli attentati ai treni della primavera-estate, alla strage di Piazza Fontana del 12 dicembre: dietro le trame eversive c’era la coordinazione di Ordine Nuovo e Alleanza Nazionale, ma la regia superiore venne dall’Ufficio Affari Riservati del Ministero dell’Interno ed era collegata all’OTAN e pilotata dagli USA (7). È il caso di ricordare che nell’ultimo processo per Piazza Fontana, in Cassazione nel 2005, tutti gli imputati sono stati assolti, e i parenti delle vittime della strage sono stati condannati a pagare le spese processuali!

Si aprì una stagione di tentativi di golpe (1970, tentato golpe del comandante Junio Valerio Borghese; 1974 era previsto il tentativo di golpe bianco di Edgardo Sogno) e stragi: strage dell’Italicus (8); di Piazza della Loggia, Brescia 28 maggio 1974, 8 morti, 102 feriti (9). Se ne parla nelle scuole?

Come non ricordare la drammatica accusa di Per Paolo Pasolini sul Corriere della Sera del 14 novembre 1974? «Io so. Io so i nomi dei responsabili di quello che viene chiamato “golpe” (e che in realtà è una serie di “golpe” istituitasi a sistema di protezione del potere). Io so i nomi dei responsabili della strage di Milano … Io so i nomi dei responsabili delle stragi di Brescia e di Bologna. … Io so i nomi del “vertice” che ha manovrato, dunque, sia i vecchi fascisti ideatori di “golpe”, sia i neo-fascisti autori materiali delle prime stragi, sia infine, gli “ignoti” autori materiali delle stragi più recenti. … Io so i nomi delle persone serie e importanti che stanno dietro ai tragici ragazzi che hanno scelto le suicide atrocità fasciste e ai malfattori comuni … che si sono messi a disposizione, come killer e sicari … Io so tutti questi nomi e so tutti i fatti … Io so. Ma non ho le prove. Non ho nemmeno indizi» (10). Pasolini venne assassinato 11 mesi e 18 giorni dopo! Il 2 novembre 1975. Lavorava a un libro esplosivo, tanto più in tempi di emergenza climatica, Petrolio.

La vicenda del rapimento di Aldo Moro nel marzo 1978 ebbe una svolta quando fu chiaro che stava rivelando segreti indicibili: tra questi Gladio e il sistema difensivo dell’OTAN (11). Ma perché Gladio era così importante? «Gladio … non era l’unica struttura militare-civile clandestina: faceva da cappello a un intero arcipelago di reti e organizzazioni parallele che hanno operato in Italia, una nazione dove anche i gesuiti e l’Azione cattolica hanno avuto la loro struttura segreta armata» (12).
I misteri e le ipoteche atlantiche non finiscono qui. Per la strage di Ustica (27 giugno 1980) il ruolo del nostro paese nel contesto internazionale consentiva a navi ed aerei militari stranieri di scorrazzare nei nostri cieli e mari, provocando veri scenari di guerra: questa nostra subalternità consente tuttora a Francia e Stati Uniti di tacere con protervia a qualsiasi richiesta di chiarimento. Poco più di un mese dopo (1 agosto 1980) una terrificante esplosione alla stazione ferroviaria di Bologna provocò 85 morti e oltre 200 feriti, il più grave attentato terroristico compiuto in Europa nel XX secolo: dopo 41 anni non è ancora stata fatta piena luce! (13)

Questo si è ripetuto per il disastro della «Moby Prince» dell’11 aprile 1991 e l’ormai indubbia quanto misteriosa presenza di navi da guerra quella notte nella rada di Livorno (14). È evidente per tutti che gli Stati Uniti e i paesi della Nato conoscono perfettamente la verità, non solo su questo mistero, sulla strage di Ustica del 27 giugno 1988, e su tutti i misteri italiani.

Vi è poi una conseguenza dell’adesione all’OTAN molto pesante: i partners eutopei accettavano di ospitare armi nucleari statunitensi sul proprio territorio (Nuclear sharing). Il numero di queste testate raggiunse un massimo di circa 7.000 negli anni ’60, e a metà degli anni ’80 era di circa 4.000.

Crolla l’URSS, scompare il Blocco Comunista, ma l’OTAN rimane e diventa un’altra cosa

Dopo la caduta del Muro di Belino nel 1989 il Patto di Varsavia si sciolse, nel 1991 scomparve l’Unione Sovietica, la funzione per la quale era stata creata l’OTAN come alleanza militare difensiva si era esaurita, il nemico era scomparso. E invece l’OTAN cambiò letteralmente pelle, diventò una cosa molto diversa pur conservando il nome: nel 1991 fu approvato infatti il «Nuovo concetto strategico». In estrema sintesi esso prevedeva interventi dell’OTAN “al di fuori del territorio dell’Alleanza”, nominalmente per la sicurezza a fronte delle nuove minacce, nei fatti per proiettare in regioni anche lontane interessi di controllo delle aree e delle risorse strategiche. Si svilupparono i concetti di peacekeeping, quello abnorme di “guerra umanitaria”, che nella realtà legittimarono le guerre nei Balcani (1992-1999) che determinarono la dissoluzione della Repubblica Jugoslava, il disastroso intervento in Afghanistan (OTAN dal 2003 (15)), la guerra in Siria (2012) [Dinucci], l’attacco alla Libia (2011) con l’uccisione di Gheddafi, che era stato il grande alleato dell’Italia. La partecipazione dell’OTAN è stata massiccia. È difficile non riconoscere dietro a questi interventi obiettivi neo-coloniali.

Addestramento militare “coloniale” dell’esercito italiano

L’Italia in particolare è impegnata in ben 40 missioni militari all’estero (16), per le quali è stata funzionale, meglio dire necessaria, l’introduzione del «Nuovo modello di difesa» che nel 1999 eliminò l’esercito di leva creando un esercito professionale, dotato di armamenti indiscutibilmente aggressivi, quali portaerei, sommergibili, o droni armati. È opportuno chiedersi, al di fuori di stereotipi per farsi la propria opinione, chi ci minaccia?

L’appartenenza alla “nuova OTAN” ci impone anche di adeguare la nostra spesa militare, nel 2021 è poco meno di 25 miliardi di euro (1,41% del Pil), ma l’OTAN ci chiede di aumentarla al 2% del Pil, attorno a 40 miliardi di euro: si rifletta che in tempo di pandemia sarebbe piuttosto assolutamente necessario aumentare la spesa sanitaria (17). È interessante il raffronto con paesi che non appartengono all’OTAN: la spesa militare dell’Austria è lo 0,6% del Pil, dell’Irlanda 0,2% (18), della Svizzera 0,8% (19). Questi paesi subiscono forse minacce diverse rispetto all’Italia?

C’è un paradosso molto eloquente da sottolineare: la Grecia – che nel 2015 fu massacrata dalla UE per costringerla a pagare un debito impossibile da restituire (salito nel frattempo da 177% a 205% del Pil), imponendole tagli selvaggi ai servizi essenziali – ha elevato la spesa militare dal 2,46% al 2,79% del Pil: chi la minaccia? La vicina Turchia, anche essa appartenente all’OTAN! Paradossi dell’Alleanza. Per di più, Atene compra la maggioranza delle armi dalla francese Dessault!

* * *

Ritorno alla notizia dalla quale sono partito, il trasferimento all’Italia del comando della missione dell’OTAN in Iraq: essa verrebbe ampliata da 500 a 4.000 uomini, trasformandola di fatto in missione di combattimento da quella che, almeno sulla carta, era solo funzionale all’addestramento dell’esercito iracheno; e le Forze Armate italiane saranno dotate di una flotta di Hero-30, i cosiddetti droni Kamikaze dichiaratamente finalizzati all’utilizzo nel “mutato scenario operativo in Iraq”. La missione italiana in Iraq diventa così la più grande missione italiana all’estero.

* * *

Da ultimo riprendo il problema delle testate nucleari basate in Europa, e in Italia. In primo luogo non vi è dubbio che dopo il 1990 con la dissoluzione del Blocco Comunista il loro numero in Europa è diminuito drasticamente, da 4.000 a meno di 1.000, e ancora nel 2020 a meno di 200, ed è diminuito a 4 il numero di paesi che le ospitano (Turchia, Italia, Germania e Olanda): il maggior numero è schierato in Turchia e in Italia (meno di 40 tesate B-61, nelle basi italiana di Ghedi Torre, e USA di Aviano). Rimane comunque un potenziale distruttivo spaventoso, che sarebbe un obiettivo privilegiato nel caso di una guerra nucleare; per di più, nel corso del 2021 esse verranno sostituite con nuove testate B-61-12 più precise ed efficaci. Ma vi è dal gennaio 2021 un fatto nuovo: nel 2017 fu approvato in un negoziato all’ONU un nuovo Trattato di Proibizione (TPAN, in inglese TPWN) che nel gennaio 2021 è entrato in vigore come norma del Diritto Internazionale (Baracca, 2021). Ora, il problema è che i paesi dell’OTAN non parteciparono al negoziato (tranne l’Olanda, che poi espresse l’unico voto contrario), l’OTAN rimane fermamente contraria a che i paesi dell’OTAN firmino e ratifichino il TPAN. In altre parole, si è aperta dopo 76 anni da Hiroshima e Nagasaki una prospettiva concreta di eliminazione totale delle armi nucleari, ma l’OTAN oppone una barriera a che i paesi aderenti firmino il TPAN. Per riprendere le considerazioni sulla spesa militare, l’Austria, l’Irlanda, lo Stato del Vaticano, San Marino hanno firmato e ratificato in TPAN, e nel marzo prossimo Vienna ospiterà il primo meeting degli stati aderenti al trattato.

Queste sono in estrema sintesi le mie opinioni, espresse senza infingimenti: spero che vi siano utili farvi la vostra opinione.

Angelo Baracca, militante ecopacifista


Note

(1) Kappler aveva comandato l’eccidio delle Fosse Ardeatine. Arrestato dagli inglesi e tras ferito alle autorità italiane fu condannato all’ergastolo. Ammalato di tumore, nel 1976 fu trasferito all’ospedale del Celio a Roma, da dove il 15 agosto 1977 riuscì a fuggire in Germania dove visse libero e morì il 7 febbraio 1978. Nella sua fuga sono state ipotizzate pesanti complicità di una struttura dei servizi segreti italiani rimasta occulta fino a pochi anni fa, detta “Anello” [Stefania Limiti, 2008].
(2) «Gladio, struttura ufficiale del SID [Servizio informazioni difesa, è stato il servizio segreto italiano dal 1966] gestita dalle Forze armate all’interno di una legittimazione OTAN, usava una rete di civili che dovevano “reclutare” i partigiani in vista della resistenza all’invasore comunista … La struttura di questa commistione era costituita … dalle “Unità di pronto impiego” (Upi). … solo l’Upi del Friuli aveva armi ed esplosivi per 2000 uomini. E nessuno ha mai visto l’elenco degli aderenti alle Upi …» [Cucchiarelli, p. 509; anche Pellegrino et al., p. 24]. Dal 1972, con la scoperta dei depositi di armi, i Nds passarono sotto la supervisione OTAN.
(3) Alla fine degli anni ’50 gli Stati Uniti istallarono missili a testata atomica in due paesi aderenti all’OTAN, la Turchia e l’Italia, con gittata tale da raggiungere il territorio dell’Unione Sovietica. In risposta a questa minaccia diretta, nel 1962 Mosca iniziò in segreto l’installazione di missili nucleari a Cuba. Gli aerei spia rivelarono questa operazione, il presidente Kennedy proclamò il blocco navale all’isola, scoppiò la “crisi dei missili” che portò il mondo sull’orlo di un conflitto nucleare. La crisi si risolse con il titiro dei missili da parte dell’URSS, ma gli USA si impegnavano come contropartita a rimuovere i missili nucleari installati in Turchia in Italia. Per inciso, è il caso di ricordare che solo nel 2012 è stato rivelato che gli USA nel 1961 avevano installato, segretamente, missili nucleari anche in Giappone, ad Okinawa, anche se la loro gittata poteva colpire parti della Cina ma non l’URSS.
(4) Basti ricordare succintamente: l’omicidio di Enrico Mattei (27 ottobre 1962); gli intrighi delle «Sette Sorelle» petrolifere; l’attacco di Saragat (esecutore di direttive probabilmente internazionali) del 1963 al Presidente del CNEN, Felice Ippolito, e il successivo processo che seppellì le aspirazioni nucleari italiane; l’analoga incriminazione di Domenico Marotta, che aveva portato l’Istituto Superiore di Sanità ad alti standard internazionali; la cessione nel 1964 alla General Electric della Olivetti, che era divenuta leader mondiale nei computer.
(5) Limiti, 121, 126-31; Pellegrino, 74, 101; Cucchiarelli, 542, 597.
(6) Pellegrino, 57; Cucchiarelli, 58-60, 485; De Lutiis, Prefazione a Limiti, 13-15.
(7) Dietro gli attentati della primavera-estate 1969 c’era già l’idea del colpo di stato: dietro c’erano i Colonnelli del colpo di stato in Grecia! (Dittatura militare dal 1967 al 1974) Indagini successive individuarono anche il deposito di esplosivo, con esplosivo OTAN [Cucchiarelli, 386-89]. «Gli agenti CIA infiltrati tra i gruppi della destra avevano la loro base nelle sedi dei comandi OTAN di Verona e Vicenza» [Cucchiarelli, 530, 577]. Il 13 dicembre il SID conosceva già esecutori, intermediari, mandanti internazionali di Piazza Fontana, ed anche la natura militare dell’esplosivo utilizzato: iniziarono gli occultamenti e i depistaggi, la verità non doveva emergere!
Vi fu uno duro scontro nella Democrazia Cristiana, in ballo c’era l’apertura al Partito Comunista. Quel 12 dicembre di Piazza Fontana, Aldo Moro era a Parigi per appoggiare la proposta di sospensione della Grecia dei Colonnelli dal consesso europeo, l’OTAN era allarmata: il giorno successivo Moro moderò la posizione italiana. La DC si compattò attorno a Moro, bloccando la spinta autoritaria di Saragat e il golpe. L’oceanica mobilitazione popolare impedì la provocazione dei fascisti.
(8) Aldo Moro doveva essere su quel treno: scese solo per una fortuita coincidenza.
(9) Il processo si è chiuso (dopo 43 anni!) nel giugno 2017.
(10) Pier Paolo Pasolini, “Cos’è questo golpe? Io so”, Corriere della Sera, 14 novembre 1974, articolo completo: http://www.corriere.it/speciali/pasolini/ioso.html.
(11) La DC non voleva Moro libero, e fermò le offerte di Cosa Nostra e della camorra, di Paolo VI di trattare la sua liberazione. Il memoriale di Moro è stato amputato, manomesso e rimaneggiato nelle parti che assolutamente non dovevano divenire di pubblico dominio («Una parte degli scritti, quelli con gli elenchi degli appartamenti a Gladio, fu ritrovato addirittura negli archivi della Digos» da due consulenti della Commissione sul terrorismo e le stragi [Limiti, 223]). Anche successivamente il segreto venne protetto con tutti i mezzi: i costanti depistaggi dei servizi nei confronti della magistratura nelle indagini per gli attentati e le trame dal 1969 al 1974 «volevano impedire che i giudici scoprissero l’esistenza di Gladio … e di quella vasta rete di organizzazioni paramilitari clandestine legate agli apparati, dovevano difendere il segreto OTAN» [Pellegrino, 108-109].
(12) Cucchiarelli, 507.
(13) Dopo le codanne nel 1995 di tre esecutori appartenenti ai NAR (Nuclei Armati Rivoluzionari), si è aperto un nuovo processo che vede imputati il defunto Licio Gelli, maestro venerabile della loggia massonica P2 e Umberto Ortolani come mandanti-finanziatori; l’ex capo dell’ufficio Affari Riservati del Ministero dell’Interno Federico Umberto D’Amato indicato come mandante-organizzatore; Mario Tedeschi, direttore della rivista “Il Borghese” ed ex senatore del Movimento Sociale Italiano considerato organizzatore per aver coadiuvato D’Amato nella gestione mediatica della strage – preparatoria e successiva – nonché nell’attività di depistaggio delle indagini [si veda ad esempio: https://tg24.sky.it/cronaca/approfondimenti/strage-bologna-stazione-2-agosto-1980].
(14) Anche per la Moby Prince il processo è stato riaperto.
(15) Il 20.12.2001 il Consiglio di Sicurezza dell’ONU autorizzò la costituzione dell’Isaf (Forza internazionale di assistenza alla sicurezza) con il compito di assistere l’autorità ad interim afghana a Kabul e dintorni. “Ma improvvisamente, l’11 agosto 2003, l’OTAN annuncia di aver «assunto il ruolo di leadership dell’Isaf, forza con mandato ONU». E’ un vero e proprio colpo di mano: nessuna risoluzione del Consiglio di sicurezza autorizza l’OTAN ad assumere la leadership, ossia il comando, dell’Isaf. Solo a cose fatte, nella risoluzione 1659 del 15 febbraio 2006, il Consiglio di sicurezza «riconosce il continuo impegno della Nato nel dirigere l’Isaf»” [Dinucci]
(16) Anche se è fermo a due anni fa (quando le missioni miliatri dell’Italia all’estero erano … solo 29), questo sito chiarisce molto bene i luoghi, la consistenza, la natura e le “appartenenze” delle missioni, OTAN, ONU, Unione Europea: “Missioni all’estero: dove sono i militari italiani”, 29.01.2019, Babilon, https://www.babilonmagazine.it/missioni-italiane-estero-nato-onu-ue/.
(17) È interessante il raffronto fra il costo di armi avanzate e quello di apparecchiature sanitarie: si può vedere ad esempio D. Mancino, “Medicine vs. armi”, IlSole24Ore, https://www.infodata.ilsole24ore.com/2020/05/07/medicine-o-armi/?refresh_ce=1.
(18) L. Giordana, “Quanto spendono i Paesi UE per la difesa?”, 28 agosto 2021, https://www.apiceuropa.com/quanto-spendono-i-paesi-ue-per-la-difesa/.
(19) https://it.wikipedia.org/wiki/Stati_per_spesa_militare.

Riferimenti bibliografici

— A. Baracca 2017, “La Nato e la torbida storia segreta dei misteri d’Italia”, Pressenza, 19.11.2017, https://www.pressenza.com/it/2017/11/la-nato-la-torbida-storia-segreta-dei-misteri-ditalia/
— A. Baracca 2021, “Da oggi le armi nucleari sono illegali”, Pressenza, 22 gennaio 2021, https://www.pressenza.com/it/2021/01/da-oggi-le-armi-nucleari-sono-illegali/.
— L. Cortesi, Linee e caratteri della politica estera italiana dopo la seconda guerra mondiale, in S. Minolfi (a cura di), L’Italia e la Nato, Napoli, CUEN, 1993, p. 33.
— P. Cucchiarelli, Il Segreto di Piazza Fontana, Ponte alle Grazie, 2009.
— Manlio Dinucci, “Il riorientamento strategico della Nato dopo la guerra fredda”, Sinistrainrete, 22 0ttobre 2014, https://www.sinistrainrete.info/estero/4209-manlio-dinucci-il-riorientamento-strategico-della-nato-dopo-la-guerra-fredda.html 
— Franco Juri, “La vergogna nucleare”, 10.08.2005, http://www.osservatoriobalcani.org/article/articleview/4592/1/50/
— Stefania Limiti, L’Anello della Repubblica, Chiarelettere, 2008.
— Giorgio Nebbia, “Quando in Puglia c’erano 50 megaton di bombe nucleari“, 3 marzo 1999, http://www.peacelink.it/disarmo/a/1464.html.
— G. Pellegrino, G. Fasanella, C. Sestieri, Segreto di Stato, Sperling & Kupfer, 2008.

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Angelo Baracca

Già Professore di Fisica all'Universita di Firenze, è specializzato nelle tematiche legate al nucleare civile e militare, e ha pubblicato più di 100 articoli su questi temi in riviste internazionali e nazionali,oltre a vari manuali didattici e saggi. Fin dagli anni ’70 partecipa al movimento antinucleare ed ecopacifista, nel 1999 promotore del Comitato Scienziate/i Contro la Guerra. Sui temi dell'energia nucleare, armamenti nucleari e disarmo ha pubblicato: “A Volte Ritornano. Il Nucleare” (2005) e “L’Italia Torna al Nucleare?” (2008). Ha collaborato con Università e Centri di Ricerca in Francia, Gran Bretagna, Germania, Spagna, Cuba, Argentina.

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