Il famigerato “Cubone” a Livorno consuma suolo e rischia di sigillare una preziosa area verde

  • Tempo di lettura:4minuti
image_pdfimage_print

A Livorno, in un’area verde del quartiere Scopaia, di transizione tra le colline e l’area costiera urbanizzata, l’amministrazione comunale vuole costruire un “impianto sportivo polivalente indoor” finanziato con i fondi del PNRR per 3,8 mln di euro. Una struttura di 40 m. per lato, alta 11 m., che occuperà circa 2.000 mq su un terreno di 8.000 mq in totale. Un vero e proprio CUBONE in cemento armato, che avrà anche uno spazio ristoro e una tribuna fissa per 200 spettatori. Potrà anche ospitare 100 atleti e, al piano superiore, è prevista una palestra per il potenziamento muscolare. Insomma un vero palazzetto dello sport, altro che palestra di quartiere come l’amministrazione vuol far credere!
Il comitato NO CUBONE, che si è costituito dopo aver avuto notizia del progetto, non è contrario all’impianto sportivo in sé ma alla sua ubicazione per due ragioni fondamentali:

  1. viene cementificata un’area verde importante per il quartiere, un pezzo di vera campagna spontanea che collega i quartieri di Collinaia, Scopaia e Leccia. Quest’area si configura come un vero e proprio corridoio ecologico che, a ridosso del rio Felciaio, che scorre nei pressi, è in grado di connettere l’ambiente urbano alle circostanti aree naturali e seminaturali.
  2. viene cementificata un’area verde a ridosso del rio Felciaio con i pericoli che tutta la comunità scientifica riporta riguardo al sigillamento del suolo in aree a rischio alluvione e con i disastri che ha già provocato nella adiacente via San Marino, durante l’alluvione del 2017.

Al contrario di quanto propagandato, il CUBONE

  1. verrà costruito dal comune su suolo pubblico con i soldi dei cittadini ma verrà dato in gestione a società sportive, quindi non è un impianto sportivo pubblico;
  2. non è inclusivo, prevedendo iscrizioni a società sportive con rette da pagare;
  3. non è adatto come palestra per il vicino complesso scolastico perché dista oltre 700 metri dalla scuola (13 minuti) e nel complesso scolastico stesso ci sono edifici da ristrutturare e adibire a palestra;
  4. l’impianto non è a dimensione di quartiere ma cittadina;
  5. comporterà problemi alla viabilità e alla sicurezza del quartiere in quanto si prevede un notevole incremento di traffico da tutta la città, ma anche da tutta la regione, visto che qui si potranno svolgere anche i campionati regionali.

Il paradosso è che nel quartiere stesso della Scopaia esistono aree già cementificate dove poter costruire il CUBONE. Una di queste, l’area “ex-serre Labrogarden”, di 37.000 mq di cui 22.000 mq già cementificati. È di proprietà comunale, è destinata a servizi come l’area a rischio Cubone, è abbandonata da decenni ed è diventata una vera discarica a cielo aperto. Inoltre è vicina alla variante Aurelia, quindi è più facilmente raggiungibile per chi viene da fuori Livorno ed è equidistante dal centro del quartiere rispetto alla nostra area verde. E come se tutto questo non bastasse, l’area “ex-serre Labrogarden”, a detta dell’amministrazione, dovrebbe essere riconvertita a verde.
Allora i cittadini si chiedono: per quale logica bizzarra nello stesso quartiere un’area verde naturale viene cementificata e un’area già compromessa, lontana peraltro dalle abitazioni, inserita tra la ferrovia e una strada ad alta percorrenza, dovrebbe essere riportata a verde?
La risposta dell’amministrazione, “è una scelta politica”, ci lascia molto perplessi, perché sembra non avere un fondamento oggettivo.
Questa “scelta politica” non sarà forse funzionale alla valorizzazione delle 50 villette di lusso previste nei terreni prospicenti l’area “ex serre Labrogarden”?

Questo scempio va fermato!

In questi mesi abbiamo raccolto e depositato in comune 700 firme. Abbiamo presentato una mozione in consiglio comunale portando 3 alternative di aree già cementificate dove è possibile costruire l’impianto sportivo, evitando ulteriore consumo di suolo. Abbiamo avuto l’appoggio di tutte le forze di opposizione ma la mozione non è passata.
Subito dopo la tragica alluvione verificatisi in Toscana il 2 novembre scorso, che ha fatto contare ben 8 vittime e miliardi di danni e che, anche a Livorno ha provocato esondazioni e allagamenti dei rii sia in città che nella periferia, abbiamo inviato al Sindaco, alla Giunta, ai tecnici che hanno firmato il progetto e ai consiglieri che lo hanno votato, una DIFFIDA per provvedere alla realizzazione dell’impianto sportivo in un altro terreno di proprietà comunale già impermeabile. La lettera di diffida è stata sottoscritta da 132 cittadini.
Nelle settimane scorse siamo anche intervenuti sull’area verde per definire un percorso naturalistico didattico aperto alla pubblica fruizione. Inoltre ci siamo improvvisati agricoltori. Abbiamo decespugliato il campo e raccolto, con i cittadini del quartiere, le olive della trentina di alberi della zona. Abbiamo prodotto una decina di litri di olio con l’etichetta “NO CUBONE: un cucchiaino al giorno leva il cemento di torno!” L’olio è stato consegnato al Sindaco il quale senza fare una piega ha detto che … “sposterà gli olivi!”.
In questo contesto ci sembra opportuno denunciare anche quanto una rete di organismi istituzionali come la CIA (Confederazione Italiana Agricoltori) o i Consigli di Zona istituiti dal Comune di Livorno come organismi vicini ai cittadini, siano in realtà schierati con il sistema.
Alla festa dell’olio del nostro quartiere organizzata appunto dalla CIA, abbiamo chiesto uno spazio per esporre e far assaggiare il nostro olio, non certo per venderlo. L’autorizzazione ci è stata negata.
Le motivazioni non sono state per questioni di spazio, merceologiche o di vendita.  Hanno risposto che non volevano strumentalizzazioni da parte del comitato.
Tutto ciò mette in evidenza un clima cupo che con il timore del dissenso comprime la libertà di espressione.

The following two tabs change content below.

Roberta Diciotti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Captcha *