Sei mesi di ricerca, quattro paesi europei coinvolti (Italia, Belgio, Finlandia, Ungheria), 20 interviste in ciascuno di loro a operatori sportivi, associazioni e enti che si occupano di monitoraggio, ma anche a giornalisti e rappresentanti delle istituzioni.
Con il lancio della giornata mondiale Monitora National Training tira oggi le fila del lavoro svolto MONITORA un’iniziativa nata con l’obiettivo di monitorare, documentare e denunciare le discriminazioni e il razzismo nello sport, non solo aumentando la visibilità di questi fenomeni , ma anche identificando azioni e strategie concrete per prevenirle e contrastarle.
I risultati della ricerca sono confluiti in quattro report nazionali, disponibili sul sito Cronache di Ordinario Razzismo, e in ogni rapporto sono presenti alcuni casi esemplari di monitoraggio e/o di discriminazione.
Possiamo così fare luce su un ambito rimasto finora opaco, anche se si presenta quotidianamente sotto i nostri occhi: MONITORA individua i differenti attori coinvolti – società sportive o enti del terzo settore – ci mostra il modo in cui gli episodi di razzismo sono riportati dai media e valuta le diverse modalità messe in campo nel loro monitoraggio.
Ma veniamo a noi. Il Rapporto Nazionale italiano – dove attualmente un monitoraggio delle discriminazioni nello sport risulta assai limitato – evidenzia a partire dagli ultimi 15 anni, una crescente legittimazione sociale e culturale della xenofobia e del razzismo. In particolare, gli stadi e i luoghi sportivi, che potrebbero essere positivi “laboratori di sperimentazione sociale e politica” cruciali per diffondere una cultura di contrasto al razzismo, (e che invece lo sono in negativo per forme sperimentali di repressione poi applicate nella società, come il daspo), diventano luoghi in cui forme di razzismo vengono addirittura ostentate. Con una narrazione mediatica che affronta azioni e gesti razzisti spesso in modo superficiale e strumentale, contribuendo a una banalizzazione e normalizzazione di questi comportamenti.
Anche l’impegno delle istituzioni sportive nella prevenzione e nel contrasto di tali fenomeni risulta in Italia del tutto inadeguato, sia per misure disciplinari che per campagne di sensibilizzazione. Sebbene lo sport, e soprattutto il calcio, attiri l’attenzione di una vasta parte dell’opinione pubblica, c’è una mancanza di azioni concrete da parte degli attori principali (dirigenti e società) e una evidente sottodichiarazione degli episodi di discriminazione, causata dalla mancanza di fiducia nei meccanismi di segnalazione esistenti o dalla paura di rappresaglie.
Un ulteriore problema evidenziato dalla ricerca è la mancanza di un sistema nazionale coordinato, ufficiale e trasparente per la raccolta di dati sulle discriminazioni, i reati e i discorsi di odio.
Nell’ambito del progetto si inserisce anche il lancio online di Una proposta di Protocollo di monitoraggio del razzismo nel mondo dello sport che sarà testata nel mese di gennaio nel corso di quattro incontri nazionali di formazione rivolti a operatori sportivi di base e attivisti, e costituirà uno dei cinque moduli di formazione online ideato nel 2024.
Ben venga dunque l’azione meritoria delle associazioni che hanno concorso a MONITORA, che e non solo ci offre una panoramica dettagliata delle dinamiche inerenti discriminazioni nello sport in Italia, Ungheria, Belgio e Finlandia, ma può costituire la base per lo sviluppo di strategie più efficaci per prevenire e contrastare atteggiamenti che riflettono tendenze e pulsioni presenti nella nostra società tutta.
I quattro report nazionali sono disponibili nella pagina del Progetto Monitora sul sito di Cronache di Ordinario Razzismo.
Ornella De Zordo
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