Se vuoi la pace, prepara la pace

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Un libro che fa bene allo spirito perché accende nel lettore un barlume di ottimismo in un momento storico in cui le guerre e gli assassinii di massa, perpetrati in forza di una silenziosa ma attiva complicità delle istituzioni internazionali, preoccupano e spaventano chiunque abbia un minimo senso di civiltà.

Biagioni è un esperto di pace, è infatti attivo sin dagli anni Sessanta nei movimenti pacifisti, antifascisti e antirazzisti fiorentini. Ne parla come un obiettivo realizzabile, la cui urgenza è più sentita dalla società civile di quanto lo sconforto dovuto a questo momento storico lascerebbe pensare.

Realizzare la pace è naturalmente un processo lungo e complesso: “Se vuoi la pace prepara la pace” è il rovesciamento del motto latino “si vis pacem para bellumoperato da padre Ernesto Balducci, cui l’autore dedica qui alcune pagine. La pace infatti non è mera assenza di guerra, anzi, nella visione fortemente sistemica di Biagioni per costruirla è necessario porre l’attenzione su alcuni temi che sono ad essa strettamente legati, come l’ambientalismo, l’antirazzismo, la lotta al patriarcato, la partecipazione politica attiva della cittadinanza. Su quest’ultimo tema ampio spazio è dedicato alla lunga storia di attivismo e pacifismo della città di Firenze che, negli anni Ottanta, culminerà nella nascita dei Consigli di Quartiere, attivi in particolare in quello dell’Isolotto. Una Firenze che si era già affermata come “città operatrice di pace” negli anni del mandato da sindaco di Giorgio La Pira; in quelli dell’attivismo dei Partigiani della Pace, appoggiato da Balducci con il sostegno agli obiettori di coscienza al servizio militare; nelle lettere di don Lorenzo Milani che invitava a non dividere più il mondo in “italiani” e “stranieri” ma in “oppressi” e “oppressori”. Una Firenze che negli anni Ottanta metteva in Piazza San Giovanni la “Tenda per la Pace” ogni volta che scoppiava un nuovo conflitto. Quella Firenze che nel 2002 – nonostante il sempre crescente disinteresse degli amministratori di Palazzo Vecchio sulla questione pacifista, in un’escalation che trova nei giorni nostri il suo apice – ospitò il primo Social Forum Europeo a cui seguì, nell’anno successivo, la più grande manifestazione pacifista della storia che coinvolse centinaia di milioni di persone in tutto il mondo. Ma questa ondata pacifista ebbe vita breve, forse perché poco organizzata, rimase comunque inascoltata dalla politica e dunque incapace di incidere sulle sue scelte.

Ora più che mai c’è bisogno di riprendere il discorso pacifista, di coinvolgervi il maggior numero di persone in nome di un internazionalismo ormai necessario, laddove i confini degli Stati non rappresentano più i limiti entro cui dispiegare paure e interessi. Secondo Biagioni il rifiuto della guerra, per riuscire a imporsi, deve essere questa volta accompagnato da una conversione integrale: la cura di sé, degli altri e dell’ambiente, deve prendere il posto del profitto, la solidarietà e la cooperazione quello della competizione e il mercato non deve più essere la chiave di volta su cui si regge l’intera impalcatura sociale.

All’affermazione di Ernesto Balducci secondo cui «le persone del futuro o saranno di pace o non saranno», Biagioni aggiunge «o saranno persone meticce, cooperanti, solidali o non saranno».

All’internazionalismo eco-socialista cui si può ricondurre il pensiero dell’autore è strettamente legata la necessità di un nuovo localismo: le esperienze dei sindaci di Riace e Caulonia, Domenico Lucano e Ilario Ammendolia, cui è dedicato l’ultimo paragrafo del libro, hanno mostrato che è possibile amministrare con umanità e che l’accoglienza e l’inclusione possono rivitalizzare una società. Biagioni nota infatti che alle politiche di integrazione qui messe in atto se ne sono connesse altre, dalla cura dell’ambiente naturale al restauro di agglomerati abbandonati, dal recupero dei mestieri tradizionali alla creazione di percorsi di confronto che hanno coinvolto l’intera comunità.

In un’Italia che si può ormai dire in mano a forze neofasciste, dove la parola ‘sicurezza’ è divenuta sinonimo di ‘controllo’, in una società globale in cui capitale e individualismo spadroneggiano, il libro di Biagioni rappresenta uno spiraglio di luce e batte la strada per un mondo nuovo, solidale e pacifico, per cui è di certo necessario lottare e lavorare insieme.

Moreno Biagioni, Se vuoi la pace, prepara la pace, Multimage 2023, pp 125, 10 euro

 

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Marika Oggiano

Marika Oggiano, laureata in filosofia politica all'università di Firenze. Membro della redazione de La Città invisibile

1 commento su “Se vuoi la pace, prepara la pace”

  1. Angelo M. Cirasino

    Lieto che Moreno sia (di nuovo) sulla breccia, approfitto di questa bella recensione per mandargli i miei saluti.

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